[10/05/2011] News

Per la commissione tributaria della Puglia la carbon tax è un tributo ambientale

La carbon tax è un'imposta di tipo ambientale, perché esiste una relazione giuridicamente provata tra l'unità fisica del combustibile impiegato, il danno arrecato all'ambiente e la base imponibile del tributo stesso. E risponde al principio comunitario "chi inquina paga" in quanto è proporzionale al diverso potere inquinante dei combustibili. Lo afferma la Commissione tributaria regionale della Puglia - con tre diverse sentenze dello scorso mese - che ammette la restituzione della carbon tax, per la parte non dovuta per il minore potere calorifico del carbone impiegato dalle società proprietarie di grandi impianti di combustione.

E' la legge del 1998 - quella sulle misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo - che introduce la tassazione sulle emissioni di anidride carbonica allo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica derivanti dall'impiego di combustibili. E lo fa secondo le conclusioni della Conferenza di Kyoto del 1997. In particolare istituisce a partire dal 1999 (fino al 2007 anno di entrata in vigore del Testo unico sull'accise, che ha trasformato la carbon tax da imposta in accise) una imposta sui consumi per tonnellata di carbone, coke di petrolio, bitume di origine naturale emulsionato con il 30% di acqua impiegati negli impianti di combustione.

Secondo la legge del 1998 le aliquote della carbon tax valgono per i combustibili aventi specifici poteri calorifici dettagliatamente elencati. Sulla base di ciò è possibile ritenere che l'aliquota dell'imposta deve essere modificata in base allo specifico potere calorifico del prodotto assoggettato a tassazione. Ciò significa che l'impiego di carboni a basso potere calorifico meno inquinanti rispetto ad altri a maggiore potere calorifico, sarebbe sottoposto a un minore carico impositivo.

Del resto lo scopo di una simil imposta è quello di ridurre le emissioni di Co2 in atmosfera. Non a caso la commissione europea ha riproposta la carbon tax sui carburanti. Lo scorso aprile ha presentato la proposta di direttiva per la revisione della tassazione minima su tutti carburanti combinando due criteri: quello del contenuto energetico, con quello delle emissioni di anidride carbonica. Il provvedimento interessa in particolare i settori dei trasporti, dell'edilizia e dell'agricoltura, responsabili del 60% dei 4,9 miliardi di tonnellate di gas serra emesse ogni anno dall'Ue e non soggetti a tetti vincolanti.

Il suo obiettivo è quello di prendere in considerazione il contenuto energetico da una parte e le emissioni di CO2 dall'altra, per far sì che i tributi si basino sugli stessi elementi e le decisioni economiche degli operatori siano prese in maniera conforme agli obiettivi energetici e climatici.

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