[12/05/2011] News

Aiutare i pescatori europei ad uscire dalla dipendenza dal petrolio

Accordo per la pesca sostenibile con la Mauritania?

Oggi il parlamento europeo ha chiesto iniziative urgenti per aiutare i pescatori colpiti dall'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi. La relatrice della mozione è stata la popolare spagnola Carmen Fraga Estévez che ha sottolineato che «L'attuale plafond dell'aiuto di Stato deve passare da 30.000 a 60.000 euro per impresa, per un periodo transitorio di 3 anni - dicono gli europarlamentari - E deve essere incoraggiato l'utilizzo di nuove tecnologie, in vista di migliorare l'efficacia energetica». L'Europarlamento ha anche chiesto a Commissione Ue e governi nazionali «Un approccio a lungo termine che permetterà di evitare dei problemi simili in futuro».

L'aumento dei prezzi del gasolio e dei prodotti petroliferi sta pesando fortemente sulle spese sopportate dai pescatori europei, alcuni dei quali si vedono costretti a cessare la loro attività.

Secondo la mozione approvata dall'Europarlamento con 369 voti a favore, 203 contrari e 27 astenuti,  «Queste misure temporanee non dovrebbero produrre della concorrenza sleale tra gli Stati membri», inoltre viene chiesto di «Esaminare la possibilità di finanziare provvisoriamente le misure di aiuto sul bilancio della pesca dell'Ue, fintanto che altre misure non saranno messe in opera».

La pesca europea è già molto sovvenzionata, ma per evitare che situazioni come quella che stanno vivendo attualmente i pescatori a causa della volatilità dei prezzi dei prodotti petroliferi, i deputati europei chiedono alla Commissione Ue «Di elaborare un programma a medio e lungo termine mirante a migliorare il rendimento dei carburanti nel settore della pesca ed a promuovere gli investimenti nelle nuove tecnologie, tanto a livello europeo che nazionale, per accrescere l'efficienza energetica e ridurre la dipendenza di questo settore riguardo alle energie fossili. Gli sforzi di miglioramento del rendimento dei carburanti dovranno anche diventare una parte integrante della futura riforma della politica comune della pesca. La riforma dei Fondi europei per  la pesca  deve continuare a prevedere di fornire un aiuto riservato prima di tutto alla piccole pesca costiera e tradizionale.

Il 10 maggio il Parlamento europeo aveva sollecitato  anche iniziative dell'Ue a livello mondiale per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, appoggiando l'accordo proposto dalla Fao. In un'altra risoluzione elaborata dalla Fraga Estévez, gli eurodeputati incoraggiano la Commissione «A promuovere la ratifica di questo accordo nei negoziati commerciali con i Paesi terzi» e ricordano che «L'accordo entrerà in vigore solo se sarà ratificato da almeno 25 Paesi». Ad oggi, solo due Stati hanno depositato la ratifica.

Un primo passo in questa direzione potrebbero essere i negoziati con la Mauritania per il rinnovo di uno degli accordi di pesca più importanti dell'Ue ed il Parlamento europeo si è preoccupato di cercare un equilibrio tra i vantaggi economici e la salvaguardia delle risorse, anche perché gli Stati dell'Africa occidentale sono sempre più stufi del saccheggio del pesce dei loro mari e delle furbizie su quote e indennizzi di europei, russi cinesi ed altri Paesi asiatici.

Grazie all'accordo attuale, che termina il primo agosto 2012, i pescherecci di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Olanda, Polonia, Portogallo e Spagna possono pescare nelle acque mauritane. I negoziati sul nuovo accordo dovrebbero iniziare a giugno e il documento finale dovrà  essere approvato dal Parlamento europeo.

Gli eurodeputati hanno sottolineato «L'importanza capitale della sostenibilità e del sostegno finanziario allocato allo sviluppo delle infrastrutture in Mauritania, in vista di incoraggiare l'economia locale ed un miglior coordinamento dei fondi europei e puntano il dito sul sovrasfruttamento di alcuni stock, come il polpo. Per questo chiedono alla Commissione di discutere con la Mauritania la gestione a lungo termine delle riserve di pesca e di organizzare la distribuzione delle quote di pesca fra i propri pescherecci e per le navi di Paesi terzi, inclusi quelli battenti bandiere europee. Per gli eurodeputati, «Lo sviluppo sostenibile delle flotte di pesca locali dovrebbe essere sostenuto finanziariamente, in particolare per la ricerca, le infrastrutture e il monitoraggio».

Sulla base del testo presentato da diversi gruppi politici e approvato per alzata di mano, «I pescherecci europei dovrebbero pescare solo gli stock eccedenti e sfruttare esclusivamente le risorse che non possono essere pescate dalla flotta mauritana».

La Commissione Ue viene invitata a dare precisazioni sulle misure di controllo che le autorità mauritane applicheranno alle navi dell'Ue, che sono tutte equipaggiate con il Vessel monitoring systems (Vms). Secondo la risoluzione approvata «Il ricorso alla stima visuale approssimativa in rapporto alla costa deve essere vietato, perché questo metodo non è affidabile, e tutti gli altri sistemi che non siano il Vms devono essere concordati insieme prima».

Gli eurodeputati chiedono che l'Ue sostenga maggiormente, come già stanno facendo alla grande i cinesi, lo sviluppo delle infrastrutture mauritane. La differenza con la Cina, che finanzia grandi infrastrutture, è che l'Ue dovrebbe puntare sulla pesca artigianale e costiera, che «Beneficerebbe della costruzione di impianti adeguati per lo sbarco dei pesci sulla costa centrale e meridionale della Mauritania, mentre la modernizzazione del grande porto di Nouadhibou permetterebbe alle flotte dell'Unione europea di esercitare le loro attività più efficacemente, favorendo i flussi di investimento stranieri ed incoraggiando l'economia locale».

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