
[13/05/2011] News
Assobalneari: bene diritto di superficie. I verdi annunciano ricorsi all'Ue
Wwf e Fondo ambiente Italiano (Fai) lanciano oggi un durissimo attacco al governo Berlusconi: «Non c'è nessuna esigenza di compiere una "ricognizione della situazione", in quando sussiste già una sentenza penale passata in giudicato - scrivono in un comunicato comune - La proposta avanzata dal presidente del Consiglio di presentare un provvedimento per la sospensione fino alla fine dell'anno delle demolizioni in Campania non è nuova. L'attuale Governo aveva già presentato nel 2010 il decreto legge n. 62 per la "Temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania" poi non convertito in legge dalla stessa maggioranza. Analoghe proposte sono state successivamente avanzate da parlamentari campani mediante emendamenti al cosiddetto Milleproroghe sia del 2010 che del 2011. Emendamenti dichiarati inammissibili dalle competenti commissioni parlamentari».
Le due associazioni sono indignate perché «Nelle ultime ore di campagna elettorale si fa riuscire tale proposta sulla quale Fai (Fondo Ambiente Italiano) e Wwf hanno sempre espresso la propria opposizione. I precedenti citati partivano tutti dal presupposto di "sospendere temporaneamente le demolizioni di case destinate a prima abitazione in attesa di una completa ricognizione della situazione di fatto e di diritto sottostante".
In realtà non c'è nessuna esigenza di compiere una "ricognizione della situazione di fatto e di diritto sottostante" quando sussiste già una sentenza penale passata in giudicato di condanna alla demolizione dell'abuso edilizio. Il reale intento di chi compie queste proposte, come più volte denunciato da FAI e WWF, è da un lato quello di violare il principio di legalità derogando a sentenze penali definitive di condanna all'abbattimento di edifici abusivi e, dall'altro, riaprire in modo subdolo i termini per la presentazione delle domande di condono edilizio».
Gaetano Benedetto, responsabile politiche ambientali del Wwf Italia, sottolinea che «'Ancora una volta si deve purtroppo registrare la rinuncia dello Stato in termini di tutela del paesaggio e rispetto dell'ambiente. 'Anche questa, come la volta scorsa prima delle regionali, è una promessa elettorale. La Regione stava portando avanti una serie di procedure e controlli che con questo annuncio vengono di colpo cancellate».
Dopo il taglio di 70 anni del diritto di superficie delle spiagge, Wwf e Fai avanzano oggi un altro dubbio: lo Stato potrebbe essere costretto a "comprarsi" le strutture edificate nelle aree demaniali: «L'inghippo della trasformazione del diritto di concessione in diritto di superficie mette a rischio cementificazione le spiagge. Si vuole infatti separare la proprietà del terreno da quello che viene edificato e questo significa garantire ai privati la proprietà degli immobili, già realizzati o futuri sul demanio marittimo. In concreto questo significa che con l'introduzione del diritto di superficie se lo Stato vorrà le spiagge libere da infrastrutture, una volta scaduto il termine dei vent'anni, dovrà pagare ai privati il valore degli immobili realizzati perché questi saranno a tutti gli effetti di loro proprietà e quindi potranno essere venduti o ereditati. In via teorica, anche se poco applicata, lo Stato oggi può revocare le concessioni in caso di violazioni; cosa che non sarà più possibile con il diritto di superficie».
Le cose sono incerte e i dubbi cominciano a serpeggiare anche tra i balneari ma il presidente di Assobalneari Roma Renato Papagni spiega in un a nota che «Il provvedimento è ancora in via di definizione e come Assobalneari Roma stiamo seguendo, passo dopo passo, con molta attenzione, tutta la vicenda. La soluzione del diritto di superficie a 20 anni rilasciato automaticamente ai concessionari ci trova d'accordo perché ci permette di uscire dalla Bolkestein passando da un regime di servizi ad uno di 'diritto di superficie'. Dobbiamo cercare di intervenire, invece, sulla definizione temporale del diritto che gli operatori potranno chiedere, tramite evidenza pubblica, o allo scadere di questo primo ventennio o anche in corsa. Dobbiamo lavorare, fin da ora, alla definizione di questi periodi successivi per poter disporre non di una disponibilità secca,a 20 anni, di diritto di superficie, bensì di una forbice che tra 20 e 50 individua, per ciascun caso, una determinata durata del diritto, proporzionata al piano di investimenti e ammortamenti presentato in sede di domanda.
Tale soluzione, peraltro, andrebbe nella direzione di eliminare quella potenziale "tensione economica- finanziaria", che potrebbe spingere l'operatore balneare a rivalersi sulla clientela per vedersi garantito, nel minor tempo possibile, l'ammortamento dei capitali investiti. Abbiamo già provveduto a condividere questa nostra ipotesi con il Presidente del Consiglio Berlusconi e i Ministri Tremonti e Fitto, che ci auguriamo di incontrare a breve per approfondire tutti gli aspetti della vicenda, intervenendo in maniera opportuna sul testo del Decreto nel corso del suo iter parlamentare».
Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli annuncia: «Oggi abbiamo inviato un esposto all'Unione europea sul rischio cementificazione spiagge italiane. Negli Usa patria del liberismo le spiagge come ad esempio in California non si cementificano in questo e totalmente libere: in Brasile le spiagge di Copacabana e Ipanema sono libere dal cemento. In Francia le strutture balneari si smontano durante l'inverno. In Italia, invece, si dà il via ad una certificazione senza precedenti che, potenzialmente, potrà portare a 10 milioni di metri cubi di cemento tra alberghi, entri commerciali, impianti sportivi o beauty farm. E' chiaro a tutti che i 90 anni sono stai usati per nascondere il vero obiettivo che era e purtroppo rimane il diritto di superficie. Il 18 novembre riempiremo Ostia la città dove è stato cementificato il 90% delle spiagge per dire no a questo decreto vergogna»
Per Bonelli «Il diritto di superficie, regolato dagli articoli 952 e 954 del codice civile, è il vero mostro giuridico che il governo ha inserito nel Dl sviluppo. Il diritto di superficie infatti si utilizza per l'edificazione in fondi altrui ovvero pubblici. Nonostante la riduzione a 20 anni del diritto di superficie il vero killer delle spiagge italiane sarà proprio il diritto all'edificazione che verrà garantita dal diritto di superficie».