
[17/05/2011] News
La Commissione europea ha comunicato oggi che «Dai registri degli Stati membri emerge che l'anno scorso le emissioni di gas serra delle imprese che aderiscono all' Emissions trading system (Sistema di scambio delle quote di emissioni dell'Unione europea - Ets Ue) sono aumentate di oltre 3%».
La commissaria europea all'azione per il clima, la danese Connie Hedegaard ha spiegato che «L'aumento delle emissioni nel 2010 è legato alla ripresa economica, ma anche con il ritorno ad una situazione di normalità dell'economia, le emissioni nell'ambito del sistema Ets rimangono ampiamente al di sotto del massimale fissato per il periodo 2008-2012. Le cifre indicano anche che alcuni settori industriali continuano ad accumulare eccedenze di quote che potranno scambiare nell'ambito del terzo periodo di scambio che inizia nel 2013. Questa situazione evidenzia la flessibilità garantita alle imprese da questo sistema e conferma che, a costi economici ragionevoli, si potrà fare di più per ridurre le emissioni nel corso della prossima fase».
Dal 2008 gli impianti hanno la possibilità di restituire crediti internazionali di riduzione delle emissioni ottenuti nell'ambito dei meccanismi di flessibilità del protocollo di Kyoto al fine di compensare parte delle loro emissioni. I Cer costituiscono il 4,7% di tutte le restituzioni nel periodo 2008-2010. Circa il 51% di queste restituzioni proviene dalla Cina, 20% dall'India, 16% dalla Corea del Sud e 7% dal Brasile, mentre il rimanente 6% proviene da 20 altri paesi. Gli Eru rappresentano dal 2008 solo lo 0,4% di tutte le restituzioni. Dal 2008 le restituzioni cumulate di Cer ed Eru hanno utilizzato circa il 21% dell'1,4 miliardi di crediti messi a disposizione nel periodo di scambio 2008-2012.
La Commissione Ue fa il quadro della situazione: «Iniziato il 1° gennaio 2008, il secondo periodo di scambio del sistema ETS dell'Unione europea ha una durata di cinque anni e si concluderà il 31 dicembre 2012. Questo periodo coincide con il periodo nel corso del quale i paesi industrializzati devono raggiungere i loro obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto in materia di emissioni. Il sistema Ets dell'Ue sarà radicalmente riformato per il terzo periodo di scambio che inizia il 1° gennaio 2013 e termina nel 2020».
Nell'ambito del pacchetto Clima ed energia, il 23 aprile 2009 è stata adottata la legislazione che modifica la direttiva sullo scambio di quote di emissioni e fissa regole nuove per l'Ets a partire dal 2012 fino al 2020 e oltre. Nel quadro del sistema Ets dell'Ue, gli impianti sono tenuti a comunicare i rispettivi dati annuali sulle emissioni verificate ai registri degli Stati membri.
«I dati riguardanti il 2010 sono stati messi a disposizione del pubblico sul catalogo indipendente comunitario delle operazioni (Ciotl) il 1° aprile 2011. A partire dal 16 maggio il Citl ha reso noti anche dati sullo stato di adempimento, fornendo informazioni sul rispetto da parte degli impianti dell'obbligo di restituire un quantitativo di quote pari alle emissioni verificate dell'anno precedente».
In Europa le restituzioni totali per la fase II delle emissioni (2008-2010) sono 5.937.783,272; i Cer e gli Eru ne rappresentano solo 300.670.872 (5,1%), le quote assegnate gratuitamente e le quote acquistate alle aste sono 5.63.112. 400 (94,9%).
All'Italia, con 1.192 impianti, sono state assegnate 203.972.455 quote nel 2009 e 199.969.821 nel 2010; le emissioni verificate equivalevano a 184.799.623 nel 2009 e 191.489.539 nel 2010.
Al sistema Ets Ue nei 27 Stati membri, in Norvegia e nel Liechtenstein, aderiscono più di 12 000 centrali e impianti di produzione. La commissione Ue sottolinea che «Le emissioni verificate di gas serra provenienti da questi impianti ammontavano l'anno scorso a 1,932 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti, con un aumento di circa il 3% rispetto al 2009». Mancano solo i 13 impianti della piccola e poco industrializzata Cipro, che non hanno ancora comunicato le loro emissioni verificate per il 2010.
Secondo l'Ue «L'aumento delle emissioni è conforme alle aspettative generali e alle previsioni degli esperti espresse prima della diffusione dei dati. Tale aumento può essere attribuito alla ripresa economica seguita alla recessione che nel 2009 ha provocato una riduzione eccezionale dell'11,6% delle emissioni. Questo aumento, tuttavia, sarà probabilmente notevolmente inferiore alla ripresa della produzione degli impianti corrispondenti dato che l'indice medio di produzione industriale nell'Ue 27 è aumentato del 6,7% nel 2010 rispetto al 2009».
Le imprese hanno in larga misura rispettato le norme stabilite dal sistema Ets: «Solo il 2% degli impianti aderenti non ha restituito le quote relative al totale delle loro emissioni del 2010 entro il termine ultimo del 30 aprile 2011 - dice la Commissione - Questi impianti sono in generale di piccole dimensioni e nell'insieme rappresentano meno del 2% delle emissioni rientranti nel sistema Ets dell'UE. Il 3% degli impianti non ha trasmesso le emissioni verificate per il 2010 entro lo stesso termine ultimo».