
[19/05/2011] News
Secondo Oceana (la più grande organizzazione internazionale di conservazione dell'oceano, protezione degli ecosistemi marini e specie in via di estinzione, fondata nel 2001), l'Italia è il paese del Mediterraneo che più sfrutta gli stock ittici di pescespada. Questa specie migratrice nel Mediterraneo può raggiungere una lunghezza di oltre due metri.
Con una tradizione di pesca storica, la flotta italiana cattura il pescespada principalmente nel Tirreno, soprattutto nella sua principale zona di riproduzione al sud delle Isole Eolie e nel Canale di Sicilia, utilizzando, secondo l'associazione, palangare con reti derivanti illegali, denominate spadara e ferrettara.
«L'Italia è il primo paese del Mediterraneo nella pesca al pescespada e ha la responsabilità non solo di gestire in modo adeguato la pesca di questa specie, ma anche di lavorare attivamente in questo senso» ha dichiarato Maria José Cornax, Responsabile della pesca di Oceana in Europa. Il nostro Paese ha dichiarato che il 56% della flotta italiana cattura il pescespada (circa 7646 imbarcazioni), ma Oceana ha lanciato oggi un appello al Governo italiano chiedendo di riconsiderare il numero di autorizzazioni per la pesca del pescespada poiché crede che la flotta dichiarata dall'Italia non sia reale. Secondo l'associazione, tra le autorizzazioni emesse dall'Italia non solo si trovano delle imbarcazione che hanno utilizzato reti derivanti illegali ma anche imbarcazioni che non possono tecnicamente catturare questa specie, come imbarcazioni lunghe 3 metri e sciabiche industriali per il tonno rosso.
«Nonostante si stimi che lo stock si trovi in situazione di sovrasfruttamento e che un 70% delle catture sia di esemplari giovani che non si sono ancora mai riprodotti, non è stata ancora adottata nessuna misura di gestione per il suo sfruttamento- ho sottolineato Xavier Pastor, direttore Esecutivo di Oceana in Europa (Nella foto) - È da anni che si sarebbero dovute adottare misure per questa specie e invece i primi passi si stanno facendo adesso e nella direzione sbagliata. Un ulteriore esempio dell''assenza cronica di gestione della pesca nel Mediterraneo» ha concluso Pastor