
[24/05/2011] News
Ancora una volta è la sostenibilità ambientale il convitato di pietra anche al g8-internet o e-G8 che dir si voglia. Nonostante sia chiaro, o almeno dovrebbe esserlo, che l'economia della conoscenza non ha portato con sé ll'auspicata dematerializzazione, e anzi produca consumi di energia (le macchine altrimenti non funzionano) e la materia (le terre rare dicono qualcosa a qualcuno?), affrontando i temi chiavi e certamente importanti che lo sviluppo di internet (al quale noi certo non ci opponiamo...), queste questioni sono semplicemente neglette.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha aperto oggi a Parigi la prima edizione dell'e-G8 e l'agenzia Asca-Afp spiega che ha sollecitato la ''responsabilità' collettiva'' nel regolare l'utilizzo del web.«I popoli dei paesi arabi hanno mostrato al mondo che Internet non appartiene agli Stati, l'opinione internazionale ha potuto constatare che Internet è diventato un mezzo di potenza inaudita per la libertà d'espressione», ha detto Sarkozy. ''Ma non lasciamo che la vostra rivoluzione serva a veicolare il male, senza ostacoli, ne' ritegno. Non lo facciamo diventare uno strumento nelle mani di coloro che vogliono attentare alla nostra sicurezza. Non lasciamo che la rivoluzione che voi avete lanciato possa attentare al diritto di ciascuno a una vita privata e in piena autonomia''. Secondo il presidente francese, ''gli Stati devono avviare con voi un dialogo per fare in modo che si giunga a una soluzione equilibrata fra i vostri interessi, quelli degli internauti e quelli dei cittadini''.
L'e-G8 e' stato promosso dallo stesso Sarkzoy come preparazione al summit di capi di Stato e di governo che si terrà giovedì e venerdì a Deauville, nel quale per la prima volta Internet figura tra gli argomenti all'ordine del giorno. Al meeting partecipano tutti i grandi nomi del web, dai Facebook a Google, a Microsoft, che in questi due giorni difenderanno la loro visione della Rete e dl modello economico da adottare per garantire il suo sviluppo e la sua sopravvivenza. Internet pesa per il 3,4% del Pil in 13 paesi (quelli del G8 più Brasile, Cina, india, Corea del Sud e Svezia) e ha contribuito del 10% alla loro crescita nel corso dei cinque anni passati.
Il dibattito sarà aperto oggi dalla commissaria europea per le nuove tecnologie, Neelie Kroes, mentre in chiusura e' previsto l'intervento del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg
In Italia Digitaleurope, la principale organizzazione europea delle imprese dell'ICT e dell'elettronica di consumo, rappresentata nel nostro Paese da Anitec-Ania ha indirizzato una Lettera Aperta ai leader del G8 affinché pongano al centro delle priorità dei loro lavori la cosiddetta Economia Digitale, il cui sviluppo potrà fornire un contributo decisivo sia in termini di crescita economica sia di creazione di posti di lavoro a livello mondiale.
Secondo Digitaleurope è di vitale importanza che le istituzioni comprendano come gli investimenti in infrastrutture digitali, l'adozione sempre più diffusa di servizi basati su Internet e, più in generale, una trasformazione in chiave digitale di tutti i settori dell'economia siano diventati i driver più potenti per la crescita e l'innovazione.
Poi forniscono alcuni dati: alcune ricerche condotte sull'Europa a 27 Stati mostrano come, eliminando gli ostacoli all'espansione dell'economia digitale basata sulla libera circolazione delle informazioni e della conoscenza, si potrebbe generare una crescita del PIL del 4% da qui al 2020. Nel 2010, solo in Italia, il contributo dato da Internet alla crescita del PIL è stato di 31,5 miliardi di euro, pari al 2% del prodotto interno lordo complessivo, con prospettive di ulteriore crescita a un tasso annuo del 18%.
Le priorità della cosiddetta Agenda Digitale possono essere riassunte in 4 punti:
Manca, come detto, il quinto punto, oppure più opportunamente, manca il contesto nel quale questa rivoluzione si compia e che cosa implichi dal punto di vista degli impatti ambientali. La sostenibilità, come si vede, quando va bene è quella sociale, mentre quella ambientale fa una fatica enorme ad emergere nei summit importanti, nonostante poi a macchia di leopardo la questione si pone eccome.