[24/05/2011] News

Approvata la fiducia al decreto omnibus: tutte le reazioni

Indignazione è il sentimento che accumuna le varie reazioni all'approvazione (attraverso la fiducia) del decreto di Legge Omnibus che comprende anche la cancellazione delle norme per il ritorno al nucleare. «Oggi si è compiuto un attentato alla democrazia senza precedenti nella storia della Repubblica- ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista Angelo Bonelli - Per paura di essere bocciato ai referendum Berlusconi ha deciso di rubare agli italiani il diritto di fermare definitivamente il nucleare attraverso i referendum che sono uno strumento costituzionale di democrazia diretta. Questo è un furto di democrazia e di diritti che dimostra come il governo si sia rinchiuso nella sua fortezza ed abbia ormai smarrito il consenso popolare» ha concluso Bonelli. Sulla stessa linea anche le oltre 80 associazioni del ComitatoVota Sì per Fermare il Nucleare' che vogliono pero sottolineare un risultato raggiunto (almeno parziale) «Un governo terrorizzato dall'opinione degli italiani fa marcia indietro su uno dei punti qualificanti del proprio programma e cancella il nucleare. Gli italiani un primo risultato lo hanno già portato a casa. Ma sappiamo che è un trucchetto, e che tenteranno di riprovarci. Per questo vogliamo il referendum».

Appena conosciuto in diretta l'esito del voto Ermete Realacci (Nella foto), responsabile green economy del Pd ha commentato: «è un vero scippo della democrazia. Non solo si sta esautorando il Parlamento dalle sue prerogative ma si sta anche tentando con la truffa e con l'inganno di impedire ai cittadini di dire la loro ai referendum del 12 e 13 giugno e di conoscere quali sono le reali intenzioni del Governo sul futuro del nucleare in Italia. La realtà è che Berlusconi è terrorizzato dal giudizio degli italiani perché sa bene che la maggior parte di essi, anche tra gli elettori del centro destra, è profondamente contraria ad un ritorno all'atomo perché la considera una scelta vecchia, sbagliata, impopolare e antieconomica per l'Italia. Questo è un motivo in più per andare in massa a votare per i referendum e per scegliere ai ballottaggi i candidati contrari al nucleare. E' questo uno dei grandi temi che differenziano il centro sinistra dal centro destra: noi non vogliamo il nucleare, loro sì» ha concluso il parlamentare del Pd.

«Desolante. Il governo ha paura non solo del voto degli italiani, ma anche di quello del Parlamento- ha aggiunto Fabrizio Vigni presidente nazionale Ecodem- Vuole scippare il diritto degli elettori di decidere sul nucleare democraticamente, con il referendum, sapendo di perderlo. Per questo si è inventato il trucco della abrogazione solo temporanea delle norme. Come se non bastasse poi, imponendo il voto di fiducia, impedisce anche alla Camera di poter discutere e decidere. Ma i trucchi e le arroganze, come le bugie, hanno le gambe corte. Lo ha confermato anche il referendum consultivo in Sardegna. Per il nucleare in Italia non c'è futuro».

Antonio Di Pietro  leader dell'Italia dei Valori, partito che ha raccolto le firme per il referendum sul nucleare, sottolinea: «Ci auguriamo che la Cassazione possa bloccare questo provvedimento che solo per finta sospende la costruzione delle centrali nucleari, riconsegnando ai cittadini il diritto di decidere del loro futuro attraverso i referendum. Ci auguriamo anche che il Capo dello Stato non firmi una legge così immonda e truffaldina».

«Civiltà e democrazia calpestate in un colpo solo. Questo è il vero esito del voto di fiducia al decreto Omnibus oggi alla Camera che mira a cancellare il referendum sul nucleare al quale invece gli italiani hanno mostrato di tenere moltissimo». Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente ha commentato l'esito del voto odierno alla Camera sul decreto omnibus.
«Questo Governo cancella in un colpo i diritti acquisiti in molti anni di democrazia dai cittadini. Ci impedisce di votare e di esprimere la nostra opinione sul futuro, e per non rischiare di vedere minacciato il proprio subdolo piano di riproporre a breve il nucleare, scongiura anche il rischio di ogni confronto parlamentare. Col voto di oggi, infatti, il governo ha abrogato solo alcuni punti della legge sul piano di rilancio del nucleare, lasciando però furbescamente aperta una porta per reinserire l'atomo in un momento magari meno problematico e più distante dalle elezioni».

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