
[26/05/2011] News
Di nuovo sospesa l'iniezione di azoto nel reattore 1
La Tokyo Electric Power Company (Tepco) sta ispezionando un impianto di smaltimento delle acque reflue della centrale nucleare di Fukushima Daiichi per capire se ci sono altre perdite radioattive, visto che il livello dell'acqua all'interno degli edificio dei reattori 2 e 3 non è sceso.
La Tepco sta rimuovendo l'acqua altamente contaminata che ha invaso gli edifici dei reattori per trasferirla ad un impianto all'interno del complesso nucleare, inizialmente prevedeva di trasferire 14.000 tonnellate di acqua contaminata, ma ora vuole rimuovere altre 5.000, perché non c'è stato un calo dell'acqua accumulata nei reattori. Più del 90% del trasferimento è stato completato, ma la quantità di acqua contaminata all'interno dei reattori 2 e 3 non è diminuita molto, anche perché continuano le iniezioni di acqua per raffreddare i reattori.
Oggi la Tepco ha sospeso il trasferimento dell'acqua dal reattore 3 «Per verificare se l'impianto di smaltimento poteva contenere più acqua» ed ha riscontrato che «Il livello dell'acqua presso l'impianto era sceso di 4,8 centimetri in un periodo di 20 ore, il che significa che erano state perse circa 57 tonnellate di acqua».
La Tepco come al solito tranquillizza (salvo smentite del giorno e di qualche ora dopo) e assicura che «Non c'è stato alcun aumento dei livelli di radiazione nelle acque sotterranee nei dintorni», ma anche che«Il livello dell'acqua continua a scendere». Il mistero dell'acqua radioattiva rischia di far saltare io piani dell'utility che prevede di iniziare a far funzionare un "depuratore" sperimentale dell'acqua radioattiva già all'inizio di giugno, ma se venisse individuata una perdita vicino all'impianto di smaltimento delle scorie, potrebbe ritardare la ripresa del trasferimento di acqua dal reattore 3, aumentando il rischio che i reflui radioattivi fuoriescano in mare o si infiltrino dal reattore nelle falde sotterranee.
Ieri, per più di 4 ore, la Tepco è stata costretta a sospendere l'immissione di azoto nel reattore 1. E' dal 6 aprile che i "liquidatori" di Fukushima Daiichi stanno pompando azoto nel reattore 1, con l'obiettivo di evitare che l'idrogeno, prodotto dal combustibile che reagisce con l'acqua, si accumuli dentro il containment vessel e produca un'altra esplosione come quelle che hanno devastato i reattori della centrale.
Già il 21 maggio il dispositivo per il pompaggio di azoto era stato temporaneamente bloccato, ma la Tepco lo aveva sostituito rapidamente, ieri l'operazione si è bloccata di nuovo e la Tepco spiega che l'incidente ha causato «Solo un piccolo cambiamento nella pressione all'interno del containment vessel» e che «Non vi è alcun aumento del rischio di un nuovo scoppio di idrogeno», ma ammette che sta ancora «Cercando di identificare la causa del problema».
L'impressione che si ricava da questi continui incidenti e aggiustamenti è che la centrale di Fukushima Daiichi sia ormai un impianto morente che si sta sgretolando pezzo per pezzo senza che nessuno ne conosca (e capisca) la reale situazione.
Una sensazione che si rafforza con i dati forniti oggi dalla stessa Tepco che suggeriscono che il terremoto dell'11 marzo abbia danneggiato un sistema "critico" di tubazioni nel reattore 3. Secondo l'azienda «L''analisi dei dati della pressione e della temperatura dal giorno dopo il terremoto dimostrano che il reattore n.3 ha perso il suo sistema di raffreddamento il 13 marzo. Gran parte del suo combustibile nucleare si è probabilmente fuso e si è accumulato sul fondo del pressure vessel entro le successive 24 ore».
Le analisi della Tepco evidenziano inoltre che «Le tubazioni in un meccanismo di raffreddamento di emergenza, noto come high-pressure coolant injection system, potrebbero essere state danneggiate dal terremoto. Il sistema è progettato per mantenere il livello dell'acqua all'interno del reattore durante un'emergenza». Si tratta del sistema che si è attivato automaticamente il 12 marzo, poco dopo mezzogiorno. La pressione all'interno del reattore, che era di 75 atmosfere, è calata a circa 10 atmosfere nelle 6 ore successive.
La Tepco oggi ammette, a due mesi e mezzo dall'incidente, che «Il calo di pressione è coerente con l'analisi che presume che il sistema di tubazioni fosse stato danneggiato», peccato che, in termini di sicurezza, quel sistema di tubazioni sia una delle strutture più importanti dell'intero impianto nucleare e che doveva essere a prova di terremoto».
La Tepco però si rifiuta di confermare, che questo impianto di tubazioni essenziali sia stato danneggiato dal terremoto e suggerisce che «E'possibile che un malfunzionamento manometro possa essere colpevole della fluttuazione dei dati».
Gli esperti nucleari giapponesi sono più che scettici sulle "spiegazioni" della Tepco e chiedono un'indagine approfondita e indipendente per verificare se il terremoto abbia danneggiato l'impianto di raffreddamento.