[26/05/2011] News

Gli ambientalisti svizzeri: «Bene l’uscita dal nucleare, ma si può fare entro il 2025»

La svolta energetica costerebbe 0,1 centesimi di franco al KWh e 5 franchi all’anno per famiglia

In Svizzera gli ambientalisti esultano per la decisione del governo centrale di Berna di abbandonare l'energia atomica. In un comunicato congiunto la Umweltallianz,  che riunisce Wwf, Greenpeace, Pro Natura e Verkehrsclub der Schweiz, dice che: «Il Consiglio federale ha preso la buona direzione in materia di politica energetica. L'era dell'atomo deve avere fine. L'avvenire appartiene all'efficienza energetica e dalle energie rinnovabili locali. Adesso, tocca al Parlamento entrare in scena, per confermare la decisione del governo e fissare dei tempi ragionevoli.  La Svizzera soddisfa tutti i criteri per disporre di un approvvigionamento elettrico sostenibile. La decisione positiva del Consiglio Federale è un segnale chiaro in questo senso. Tuttavia, il catalogo delle misure proposte non è ancora sufficientemente ambizioso e dettagliato. In concreto, manca  di incentivi fiscali e della soppressione del limite massimo per la retribuzione a costi correnti».

Umweltallianz  ricorda il quadro di proteste ed iniziative che hanno portato il non certo progressista governo federale svizzero alla svolta di ieri: «All'inizio di maggio, le organizzazioni ambientaliste hanno dimostrato che un'uscita dall'atomo è possibile entro il 2025. Sono anche convinte, al contrario del Consiglio Federale, che la Svizzera possa rinunciare a costruire delle centrali a gas».

Però l'alleanza ambientalista svizzera ribadisce che «Il Consiglio Federale ha scelto la buona strada energetica. Adesso, bisogna che il Parlamento agisca con determinazione. Deve confermare il prossimo 8 giugno la decisione del Consiglio Federale ed aggiungere misure più efficaci al Piano di azione del governo. Le interpellanze per arrivare a questo sono già depositate».

Secondo le associazioni, che hanno proposto 10 "moduli" per uscire rapidamente dall'energia atomica, «La Svizzera può approvvigionarsi di elettricità in maniera sicura, economica ed ecologica, senza centrali nucleari, entro un periodo da 15 a 25 anni. Questa uscita anticipata non costa più di 0,1 centesimi (di franco svizzero)  per kilowattora».

Umweltallianz chiede al mondo politico di agire immediatamente e con determinazione e decidere di uscire dal nucleare l'8 giugno. Jürg Buri, direttore della Fondation suisse de l'énergie, è convinto che «Il rischio residuale può colpire tutto il mondo. Dobbiamo abbandonare il più rapidamente possibile l'energia nucleare»,

Hans-Peter Fricker, direttore del Wwf Svizzera sottolinea che  «La svolta energetica è garanzia di una sicurezza massima ad un costo minimo. Uscire dal nucleare costa solo 0,1 centesimi per KWh o 5 franchi per famiglia e all'anno, come dimostra un calcolo a livello nazionale. La costruzione di nuove centrali nucleari o a gas costerebbe nettamente di più. In effetti, le misure di efficienza comprese nei 10 moduli permettono di economizzare sia elettricità che denaro. L'economia nazionale profitta inoltre più dei vantaggi degli investimenti realizzati nei settori dell'approvvigionamento sostenibile di elettricità che in quelli realizzati nelle grandi centrali energetiche».

Kaspar Schuler, responsabile clima ed energia di Greenpeace Svizzera, spiega che «Tutti i moduli previsti per uscire dal nucleare sono pronti. In Svizzera il potenziale di produzione necessario delle energie rinnovabili e le misure di efficienza esistono già e sono sia ecologici che economici. Tutti I segnali sono a favore di questo passo avanti, nessuno si oppone. E' possibile uscire dal nucleare entro il 2025. Anche se è un obiettivo ambizioso, particolarmente per il Consiglio Federale e il Parlamento».

Rico Kessler, responsabile affari  internazionali di Pro Natura, E' convinto che tutti possano trarre profitto dalla svolta anti-nucleare svizzera, ma «Non deve aver luogo a detrimento della natura, il che non è d'altronde necessario. I potenziali ecologici delle energie rinnovabili sono sufficientemente importanti. Quel che manca è una pianificazione affidabile e dei criteri chiari in materia di realizzazione».

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