
[30/05/2011] News
La Tanzania, stato dell'Africa orientale con un territorio grande circa 3 volte l'Italia e una popolazione di meno di 40 milioni di abitanti, è un Paese a forte carenza idrica nonostante la presenza della regione dei grandi Laghi (è presente anche il lago Vittoria il più grande dell'Africa). Il suo Indice di povertà idrica (48 su 100) posiziona il paese tra quelli a criticità sviluppata con solo il 55 per cento della popolazione che ha accesso a fonti di acqua potabile e il 33 per cento che ha accesso a servizi igienici adeguati (dato 2006).
Oltre il 90% dell'acqua è usata in agricoltura, ma il settore considerato anche il contesto difficile non attraversa una fase particolarmente "florida", il che induce molti giovani ad abbandonare le aree rurali. Migliorare la qualità della vita anche nei territori più marginali è la risposta che è necessario fornire per evitare nuova desertificazione: in quelle aree il miglioramento delle condizioni di vita coincide con un approvvigionamento idrico degno di tale nome.
In questo contesto è interessante quanto si sta realizzando nel nord della Tanzania, dove circa 30.000 pastori Masai sono i beneficiari di un progetto per l'approvvigionamento di acqua potabile e per la realizzazione di impianti igienici nelle province di Arumeru e Simanjiro, nei villaggi di Terrat, Mirongoine, Mbuyuni, Oljolo, Laori e Losinva. L'auspicio della coordinatrice dei lavori Malkia Langidale, è che «le future migliori condizioni di vita della zona contribuiscano a frenare la tendenza all'emigrazione verso le grandi di città di molti giovani Masai, spesso incapaci di resistere al miraggio della modernità». L'intervento costerà circa 454.000 euro, in parte erogati dal ministero per la Gestione del territorio e degli alloggi.