[14/06/2011] News

Fukushima: plutonio in 3 punti vicino alla centrale e contaminazione in 16 prefetture

Da Fukushima in serata arriva la notizia di nuovi ritrovamenti di plutonio in tre punti all'esterno della centrale e che in 16 prefetture del Giappone sono stati ritrovati materiali radioattivi in diverse aree contaminate. Ad oltre tre mesi dal terremoto/tsunami la situazione sembra aggravarsi ed estendersi anche in zone che sembravano immuni dalla contaminazione

Ma sempre oggi Il ministro dell'Industria, Banri Kaieda, ha messo in chiaro che il Sol Levante non può fare a meno dei suoi reattori: l'energia nucleare «continuerà a essere uno dei quattro pilastri della politica energetica del Giappone» nonostante la crisi irrisolta di Fukushima. Il governo tuttavia vede l'ipotesi di "contagio" sul fronte interno dopo che il referendum in Italia ha bocciato il ritorno dell'atomo civile...

Questa mattina, invece, il ministero della salute e del lavoro giapponese aveva annunciato che  «Altri 6 lavoratori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi possono aver ricevuto dosi di radiazione al di sopra del livello di emergenza ammissibile». Ieri la Tepco aveva riferito al ministero della salute sui risultati delle ultime verifiche sui "liquidatori" al lavoro nell'impianto nucleare. Secondo il ministero, l'ammontare provvisorio di esposizione alle radiazioni per ciascuno dei 6 dipendenti contaminati (tutti maschi) sarebbe arrivato fino a 497 millisievert. La dose massima ammissibile, che era a 100 millisievert prima del disastro nucleare, è stata alzata  a 250 dopo l'inizio della crisi di Fukushima Daiichi, ormai più di tre mesi fa.

La Tepco ha confermato che «Le letture provvisorie suggeriscono che 6 dipendenti di sesso maschile, tra i 20 ai 50 anni, hanno avuto un'esposizione fino a 497 millisievert». Dei 6 liquidatori contaminati, uno stava lavorando nel centro di controllo, un altro nella radiation management division e gli altri 4 facevano lavori di manutenzione. Già venerdì due "liquidatori" erano risultati  esposti a radiazioni due volte sopra il limite di emergenza imposto dal governo.

Sono 3.726 i "liquidatori" che hanno lavorato a Fukushima Daiichi  dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo e l'inizio della tragedia nucleare, 2.367 di loro sono stati sottoposti a controlli medici, 1.359 devono addirittura ancora essere esaminati per verificare la loro esposizione alle radiazioni.

La Tepco dice di aver imposto ai suoi dipendenti di Fukushima di indossare maschere di protezione fin dal 12 maggio, quando ci si accorse che il livello di radiazione nel centro di controllo era salito, ma quando un blackout aveva mandato in tilt un misuratore di radiazioni, alcuni operai si sarebbero tolti le maschere per mangiare.

Sarebbe quello che avrebbe fatto anche un altro "liquidatore" di Fukushima Daiichi che, secondo quanto dice oggi la Tepco in un comunicato, «Apparentemente ha lavorato all'aperto senza mettere un filtro nella sua maschera full-face per impedire l'inalazione di particelle radioattive». L'utility assicura che «Esaminerà il lavoratore per una eventuale esposizione alle radiazioni interne ed esaminerà  se una gestione inadeguata della sicurezza può essere incolpata per l'incidente».

Il nuovo liquidatore contaminato sarebbe un uomo di 60 anni, «Che  ha lavorato al di fuori dell'edificio del reattore n.  2 per 2 ore la mattina di lunedì. Si è reso conto solo dopo che si era dimenticato di mettere il  filtro nella sua maschera - dice la Tepco - Il lavoratore è stato esposto a 0,5 millisievert di radiazioni esterne».

Almeno altri 6 "liquidatori" hanno ricevuto dosi comprese tra 200 e 250 millisievert, e 88 sono stati esposti a radiazioni  tra 100 e 200 millisievert. A fine maggio due dipendenti Tepco che lavoravano vicino ai reattori 3 e 4 sono stati contaminati da radiazioni da almeno 600 millisievert, più del  nuovo livello di emergenza.

Il ministero ha ordinato alla Tepco di sottoporre i lavoratori ad un esame approfondito e ha detto che «E' deplorevole che i lavoratori abbiano ricevuto quantità di dosi così elevate».

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