
[14/06/2011] News
In Venezuela è in corsi o un programma di riproduzione in cattività per evitare l'estinzione dei coccodrilli dell'Orinoco (Crocodylus intermedius), la più grande specie di questi rettili del Sudamerica, presente solo in Venezuela e Colombia. Secondo le stime della popolazione fatte da diversi ricercatori, ne rimarrebbero circa 100 femmine adulte in Venezuela e molte meno in Colombia.
Omar Hernandez, direttore della Ong Fundación venezolana para el avance de las ciencias (FundaVac), spiega che il problema della possibile estinzione dei coccodrilli viene da lontano: «Negli anni 30 e 40 sono stati eccessivamente sfruttati per la loro pelle, ora la gente sta mangiando questi coccodrilli, gli danno la caccia per la loro carne».
Il bracconaggio rischia di vanificare il programma di allevamento, che ogni anno vede il rilasci di circa 200 giovani coccodrilli nei fiumi delle Llanos o delle grandi pianure del Venezuela, che si svolge in una riserva privata distante 6 ore di auto dalla capitale Caracas.
A dire il vero, e come sottolineava ieri anche la Bbc, negli anni passati i parchi nazionali gestiti dallo Stato si sono dimostrate inefficaci a preservare la fauna selvatica e per questo l'attività di allevamento di animali in pericolo era stata delegata a riserve e rifugi privati che lavorano con l'ecoturismo. Ma ora anche queste riserve sono a rischio di estinzione e rischiano di venire cancellate dalle politiche di "ridistribuzione" delle terre del socialismo bolivarista venezuelano. Dal 2006, 3 delle 4 aziende che ospitavano i programmi di ricerca biologica sono state espropriati dal governo del presidente Hugo Chavez,
Gli ambientalisti venezuelani sono preoccupatissimi: «Attualmente, non c'è modo di sapere cosa sta succedendo all'interno di queste aziende - dice Hernandez - Al ranch El Frio c'era un programma di allevamento di coccodrilli, ma ora sentiamo è chiuso e non sappiamo che cosa stia accadendo».
Il ranch El Frio ha subito una espropriazione molto contestata: nel 2008 è stata occupata addirittura dalle truppe governative. Si trattava di una delle più grandi aziende private del Paese e si estende su oltre 60.000, ora è stata ribattezzata Empresa Socialista Ganadera Agroecológica Marisela (Esga Marisela).
Sarah Grainger, una giornalista della Bbc, ha chiesto di poter visitare il ranch Marisela, ma il ministero dell'agricoltura del Venezuela non ha nemmeno risposto. Il governo si limita a spiegare che nell'enorme ranch statalizzato, dove prima si allevava bestiame, ora si producono riso, fagioli, sorgo e mais, ma anche carne.
Le grandi aziende agricole che in passato erano di proprietà di investitori stranieri o delle ricche e potenti dinastie terriere venezuelane, sono state uno dei bersagli privilegiati della rivoluzione socialista-bolivarista di Chavez e della politica di redistribuzione della ricchezza. Nessuno sa davvero quante terre siano state espropriate ai latifondisti dal 2005, secondo alcune stime sarebbero circa 2 milioni di ettari.
La cosa è stata sicuramente un bene per i piccoli agricoltori che sono passati da un regime di servaggio alla coltivazione di propri appezzamenti di terreno, ma il rischio è che vengano abbandonati i programmi di tutela ambientale che continuano in un solo grande ranch espropriato, El Cedral, 53.000 ettari, che mantiene il 90% del suo territorio come una riserva naturale, utilizzandolo per l'allevamento di bovini da carne e di bufali per prodotti lattiero-caseari.
Eppure proprio l'esempio di El Cedral potrebbe essere quello da seguire per mantenere la difesa dell'ambiente in un'azienda statalizzata: i suoi lodge per l'ecoturismo sono rimasti aperti e il ranch e la sua magnifica fauna continuano ad attirare gli amanti del birdwatching che vengono a vedere le oltre 300 specie di uccelli che si trovano nel ranch. Ramon Arbuja, una guida locale, ha spiegato alla Grainger che «La produzione alimentare qui viene fatta in modo responsabile. La terra non è dedicato alle colture, alle mucche non vengono iniettati gli steroidi, mangiano l'erba, è tutto molto naturale».
A El Cedral il governo Chavez sta evidentemente sperimentando un tentativo per dimostrare che la salvaguardia della natura e la produttività possono convivere, Nel ranch è anche in corso un programma al quale partecipa il governo del Vietnam sull'utilizzo dei pesci per tenere sotto controllo i parassiti nelle risaie.
La stessa inchiesta della Bbc ammette che «L'approccio di El Cedral sembra suggerire che non tutto è perduto per la fauna selvatica delle Llanos, ma nessuno dei due ha un futuro garantito».
La rivoluzione bolivarista venezuelana ha spesso dimostrato scarsa attenzione alle regole della democrazia e Chavez ha ancora in testa un "socialismo" molto sviluppista, infiocchettato spesso dalla retorica sulla bellezza del Venezuela e sulle risorse da difendere dal rapinoso capitalismo yankee, forse per difendere davvero il futuro del suo Paese (e costruirne uno migliore) dovrebbe pensare anche a salvare davvero i superstiti coccodrilli dell'Orinoco.