
[20/06/2011] News toscana
Come da precedenti analisi fatte dall'Irpet, anche la "fotografia" fatta dal Censis alla Toscana, mette in risalto una regione che ha saputo ben incassare il duro colpo inferto alla sua economia dalla crisi tuttora in atto, dimostrando di essere resiliente e stabile ma che stenta ad ingranare la marcia per uscire dalla crisi, rischiando di rimanere statica su posizioni acquisite.
«E' una fase difficile ma proprio per questo pensiamo che la sfida sia all'altezza del nostro impegno - ha dichiarato l'assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini (Nella foto) - in questo senso l'indagine del Censis, che sonda gli umori della società toscana interrogando i suoi protagonisti in tutti i settori e in tutte le sue componenti, è per noi uno strumento prezioso e di grande interesse. Ma è anche una conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta. Da un lato infatti ci conferma negli obiettivi che ci siamo dati e che sono le linee portanti del Prs che puntano ad uno sviluppo sostenibile, a rilanciare la competitività dell'industria sui mercati nazionali e internazionali, ad attrarre nuovi investimenti anche da fuori regione, a conquistare i nuovi mercati emergenti grazie a produzioni e processi innovativi e di qualità. Dall'altro ci conforta nella scelta degli strumenti, che abbiamo individuato e stiamo mettendo in campo: in particolare di quelli a sostegno del lavoro e delle imprese, dalla priorità data alla salvaguardia e al rilancio del manifatturiero e della grande industria visti come leva essenziale per lo sviluppo, al forte accento sull'innovazione, sulla ricerca e il trasferimento tecnologico, sulla formazione, sul sostegno alla crescita dimensionale e all'internazionalizzazione delle imprese, sul potenziamento delle infrastrutture e dei servizi».
I dati contenuti nel rapporto Censis mettono in evidenza come i cittadini toscani siano soddisfatti della propria città (70,4%), della propria abitazione (90%), del proprio lavoro (che ce l'ha) da cui emerge quindi una società appagata, che però è a rischio "arroccamento": per il 54,7% la Toscana è una regione a benessere diffuso dove prevale un certo immobilismo. Ma attraverso l'innovazione e la creatività e sapendo reinventare il sistema produttivo in nuovi settori di attività, il rapporto mette in luce anche le aspettative positive dei cittadini toscani.
L'assessore Simoncini per la Toscana vede anche la parte del bicchiere mezza vuota: «se la crisi ancora non è finita e dobbiamo quindi proseguire nelle politiche per la tenuta sociale, non possiamo assolutamente trascurare di fare i conti con le debolezze della nostra struttura economica. Anzi, dobbiamo prenderle di petto, raddoppiare gli sforzi per evitare che pesino come una zavorra sulla nostra ripresa, impedendoci di fare quello scatto di competitività indispensabile per rimettere in moto lo sviluppo. La crisi in questo caso può davvero diventare, come auspica il Censis, un'occasione per ripensare dinamiche che già prima mostravano rallentamenti e criticità».
Per il rilancio la Regione Toscana pensa al sistema dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, ai centri di competenza, ai distretti tecnologici, settori su cui sta già investendo. Poi guarda alle dimensioni delle aziende (il 90 delle aziende toscane sono piccole), cercando di superare quella che è ritenuta una criticità per la competitività sui mercati, creando reti di aggregazione delle imprese E poi la formazione: «Stiamo ridisegnando il sistema della formazione professionale, con l'obiettivo di dare più qualità, immettendo energie fresche e creative nei processi aziendali e favorendo anche così l'innovazione e il trasferimento della ricerca. La coesione sociale che caratterizza la Toscana, deve costituire un ulteriore trampolino di lancio, perché la fase che stiamo attraversando richiede, oggi più che mai, l'intervento unito di tutti, un gioco di squadra che veda il coinvolgimento non solo delle istituzioni ma anche delle parti sociali, per rompere vecchi schemi e vincere la sfida dell'innovazione» ha concluso Simoncini.
Sfida che sarà vinta davvero se si trasforma, compatibilmente al contesto nazionale ed internazionale, il modo di produrre in tutti settori (industria, agricoltura..), guardando al risparmio di materia ed energia (attivando anche le varie forme di riciclo e riutilizzo) e all'uso sostenibile dei beni comuni come territorio e acqua.