
[20/06/2011] News
In un preoccupato rapporto reso noto oggi, un gruppo internazionale di esperti avverte che «Le specie marine sono a rischio di entrare in una fase di estinzione senza precedenti nella storia umana». Questa relazione preliminare è il frutto di un workshop sullo stato degli oceani organizzato dall'Iucn e dall'International programme on the state of the ocean (Ipso) ad aprile e che ha preso in considerazione per la prima volta l'impatto cumulativo di tutte le pressioni sugli oceani.
«Considerando le ultime ricerche in tutte le aree delle scienze marine - spiega l'Iucn - il workshop ha esaminato gli effetti combinati di inquinamento, acidificazione, riscaldamento degli oceani, pesca eccessiva e ipossia (deossigenazione)».
Il comitato scientifico ha concluso che «La combinazione di stress sull'oceano sta creando le condizioni associate ad ogni precedente importante estinzione di specie nella storia della Terra. E la velocità e il tasso di degenerazione nell'oceano è molto più grande di qualsiasi altro previsto».
Il panel scientifico ha concluso che «Molti degli impatti negativi precedentemente identificati sono maggiori delle peggiori previsioni. Come risultato, anche se difficile da valutare, i primi passi significativi verso un'estinzione a livello globale possono essere iniziati, con un aumento del rischio estinzione per le specie marine come quelle della barriera corallina che formano i coralli».
Uno degli autori del rapporto, Dan Laffoley, capo del settore mare della World commission on protected areas (Wcpa) dell'Icn, sottolinea che «I maggiori esperti degli oceani del mondo sono sorpresi dalla velocità e dalla portata dei cambiamenti che stiamo vedendo. Le sfide per il futuro degli oceani sono enormi, ma a differenza delle generazioni precedenti, sappiamo che cosa deve accade ora .Il tempo per proteggere il cuore azzurro del nostro pianeta è ora, oggi ed urgente».
Anche secondo Alex Rogers, direttore scientifico dell'Ipso, «I risultati sono scioccanti. Quando abbiamo preso in considerazione l'effetto cumulativo di ciò che l'uomo fa all'oceano, le implicazioni sono diventate di gran lunga peggiore di quanto avevamo realizzato singolarmente. Questa è una situazione molto grave che richiede un'azione impegnativa ed inequivocabile ad ogni livello. Stiamo vedendo le conseguenze per l'umanità che avranno un impatto sulla nostra vita e, ancora peggiori, su quella dei nostri figli e sulle generazioni dopo queste»
Il gruppo di scienziati riunito all'università di Oxford ha esaminato oltre 50 dei più recenti documenti di ricerca dei maggiori esperti degli oceani del mondo ed ha trovato «Prove certe che gli effetti dei cambiamenti climatici, insieme con altri impatti indotti dall'uomo, come la pesca eccessiva e i nutrienti che possono essere sparsi dall'agricoltura, hanno già causato un drammatico declino della salute dell'oceano. L'aumento di ipossia e anossia (assenza di ossigeno, nota come ocean dead zones) in combinazione con il riscaldamento e l'acidificazione degli oceani sono i tre fattori che sono stati presenti in ogni evento di estinzione di massa nella storia della Terra. C'è una forte evidenza scientifica che questi tre fattori si stanno combinando di nuovo nell'oceano, esacerbati da molteplici gravi stress».
Secondo il team di scienziati «Un nuovo evento di estinzione sarà inevitabile se la traiettoria attuale del danno continua e si potrebbe dire che è già iniziato». Il panel di scienziati Iucn/Ipso evidenzia alcuni fatti certi: i livelli di carbonio che vengono assorbiti dall'oceano sono già ora di gran lunga maggiori rispetto al momento dell'ultima estinzione di massa delle specie marine, circa 55 milioni di anni fa, quando fino al 50% di alcuni gruppi di animali delle acque profonde furono spazzati via; Lo sbiancamento di massa dei coralli in un'unica manifestazione nel 1998 ha ucciso il 16% di tutte le barriere coralline tropicali del mondo; La pesca eccessiva ha ridotto alcuni stock ittici commerciali di oltre il 90%; La nuova scienza suggerisce anche che gli inquinanti, ivi compresi i prodotti chimici ritardanti di fiamma e i synthetic musks che si trovano nei detersivi sono stati rintracciati nei mari polari e queste sostanze chimiche possono essere assorbite da minuscole particelle di plastica in mare che a loro volta vengono mangiate dalle creature marine».
Secondo gli scienziati «L'unione di queste e altre minacce significa che l'oceano e i suoi ecosistemi non sono in grado di recuperare dall'essere costantemente bombardati con attacchi multipli».
Il rapporto propone una serie di interventi e raccomandazioni e chiede agli Stati, agli organismi internazionali e all'Onu «Di attuare misure per una migliore salvaguardia degli ecosistemi degli oceani» e in particolare chiede «L'adozione urgente di una migliore governance dei mari, in gran parte non protetti, che compongono la maggior parte dell'oceano».
Secondo l'Ipso questa nuova governante oceanica globale deve cominciare da tre cose concrete: bisogna smetterla subito e davvero con la sovra-pesca, specialmente quella in alto mare che attualmente è regolamentata in maniera più che insufficienti; occorre mappare e ridurre gli input degli inquinanti, inclusi plastica, fertilizzanti agricoli e rifiuti; è indispensabile attuare subito un taglio significativo certo delle emissioni di gas serra.