[22/06/2011] News

La "maturità" degli anni 70

Diciamo subito che le tracce dei temi della maturità a noi quest'anno sembrano davvero interessanti. Perché praticamente tutte hanno un link più che evidente con la sostenibilità (sociale e ambientale). Certo, riteniamo sempre che poi la cosa davvero appassionante sarebbe poter leggere cosa gli studenti hanno scritto, perché è da lì che si può veramente comprendere quando le scelte siano state azzeccate e quale sia il livello di "maturità intellettuale" oltre che di preparazione, dei ragazzi. Sono loro il nostro futuro, non ce lo dimentichiamo mai. E anche dai loro errori, per non dire soprattutto, possiamo capire i nostri di errori e se possibile come porci rimedio.

Non possiamo qui addentraci nell'analisi delle tracce "analisi del testo" e"l'ambito artistico-letterario" per ragioni di spazio anche se ci sarebbero da dire molte cose. Mentre vogliamo sottolineare come dicevamo il file rouge della sostenibilità che attraversa l'Ambito socio-economico: Siamo quello che mangiamo?; l'Ambito storico-politico: Destra e sinistra: "I giovani e la militanza politica: riflessioni sul senso di appartenenza alle correnti politiche e sull'impegno in prima persona"; l'Ambito scientifico: Enrico Fermi. Tra i materiali presenti: una lettera a Edoardo Amaldi inviata nel 1945 in cui spiega perché è andato fuori dall'Italia; il Tema storico: Anni '70 partendo da frase dello storico Hobsbawm autore del saggio "Il Secolo Breve", il candidato valuti criticamente la periodizzazione proposta da Hobsbawm e si soffermi sugli eventi che a suo parere caratterizzano gli anni '70 del Novecento; il Tema di attualità: ''Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti'': il candidato, prendendo spunto da questa ‘previsione' di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato alla "fama" (effimera o meno) nella società odierna e rifletta sul concetto di "fama" proposto dall'industria televisiva (reality e talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook, Youtube, Weblog, ecc).

Come si vede, protagonisti sono gli anni 70, anni nei quali nasce l'ecologismo moderno, quello che abbraccia tutte le aree culturali e le ricuce - olisticamente parlando - con l'orizzonte di un modello di sviluppo che veda l'uomo non più in lotta con la natura e con gli altri uomini. L'analisi di Hobsbawm serve anche a capire come si è arrivati alle idee degli anni '70 e come, soprattutto, questo secolo breve, a parer nostro, si sia parecchio allungato. Dopo l'89, vero spartiacque con il crollo autogeno dell'antagonista storico del capitalismo, e il '92, quando si conclude l'opera, di cose ne sono successe e il secolo, per certi versi, non si è chiuso nemmeno con l'inizio del secolo successivo. Siamo ancora, insomma, nell' "età della catastrofe", anche se avremmo gli strumenti per tirarcene finalmente fuori.

Tornando al modello "pensato" negli anni 70, infatti, parliamo di quello che non depauperi le risorse (oggi dette beni comuni), riducendo progressivamente la forbice tra ricchi e poveri ed elevi la cultura delle persone. Un sogno che, è inutile negarlo, nella sua applicazione ha visto una serie di fallimenti, ma che oggi ancora più di ieri pare l'unica strada perseguibile. La storia di Fermi, anche se potrebbe nascondere un'allusione al nucleare che vogliamo però lasciare in un angolo dei nostri retro pensieri, è una storia appunto molto attuale. E assolutamente all'interno della sostenibilità: quando un ricercatore è costretto a emigrare dal proprio paese non per allargare i propri orizzonti (cosa buona e giusta, guai ai recenti), ma perché il suo Paese non ritiene la ricerca un settore sul quale investire (Rubbia sarebbe un caso da citare per chi si sia confrontato su questo tema), vive una condizione e mostra la fotografia di quello che una società moderna non deve fare.

Come è significativo, d'altronde, che in occidente ci si confronti sul tema del "siamo quello che mangiamo?" che oltre a prevedere di essere dei buoni lettori di giornali, sono portati al riguardo pezzi di Repubblica ad esempio, mostra il link ormai diretto non solo tra quello che arriva sul nostro piatto e la nostra salute, ma soprattutto la salute dell'intero mondo, visto che anch'esso ormai è globalizzato e non è un caso se, di fronte alla crisi, si torni a rilanciare le filiere corte, massimo della sostenibilità attuale, nel massimo del protezionismo.

E si arriva così ad un altro aspetto deflagrante del mondo di oggi: la previsione di Warhol che si è rivelata più vera del vero, anche e ben oltre quello che lui pensava (forse meriterebbe una citazione anche Pasolini sul tema). I social network hanno elevato allo stesso modo persone qualunque alla notorietà, ma anche portato a conoscenza rivolte di interi popoli. Contemporaneamente hanno però creato bufale colossali e gogne mediatiche che sono l'esatto risvolto della moneta di uno strumento a cui ci si affida purtroppo, e questo è un altro tema, con troppa leggerezza.

I cervellotici, per certi versi, anni '70, anni in cui l'elaborazione e l'analisi erano portate forse all'eccesso, hanno lasciato il posto al real time con tutte le conseguenze del caso. Questo è il mondo di oggi, semplificando al massimo, dove ancor di più il criterio direttore della sostenibilità pare (non solo a noi) ineludibile. Molti ragazzi crediamo lo abbiano capito, visto che hanno partecipato in massa anche ai referendum, e anche in questo senso la traccia Destra e sinistra: "I giovani e la militanza politica: riflessioni sul senso di appartenenza alle correnti politiche e sull'impegno in prima persona" dovrebbe permettere loro di esprimersi.

Ci fidiamo di voi, fateci vedere che abbiamo riposto al meglio la nostra fiducia e... in bocca al lupo.

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