[24/06/2011] News
Global Change Biology pubblica la ricerca "Early response of the platypus to climate warming" dei ricercatori australiani Melissa Klamt, Ross Thompson e Jenny Davis, della School of biological sciences della Monash University, che evidenzia i gravi rischi che sta correndo uno degli animali più strani e meravigliosi del pianeta: l'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus).
I ricercatori, combinando una tecnica di sviluppo della modellazione climatica e dati sulla distribuzione degli ornitorinchi che vanno dal 1800 al 2009 hanno rivelato gli effetti dei cambiamenti climatici sulla deposizione delle uova di questo monotremo. «Abbiamo dimostrato - scrivono gli scienziati australiani - che il principale fattore associato alla presenza dell'ornitorinco passa dalla disponibilità di habitat acquatici (pioggia stimata) e dalle tolleranze termiche (stimate con la temperatura massima annuale) negli anni ‘60. Questo è direttamente correlato con la variazione dell'anomalia annuale massima della temperatura e con il raffreddamento delle condizioni di caldo nel sud-est dell'Australia. La modellazione dell'habitat dell'ornitorinco nell'ambito degli scenari di emissione (A1B, A2, B1 e B2) ha rivelato una vasta diminuzione (> 30%) in ambiente termicamente adatti entro il 2070. Questa diminuzione è aggravata dalla crescente domanda di acqua per l'agricoltura e per uso potabile, suggerisce che ci sia una causa reale per preoccuparsi per il futuro di questa specie e sottolinea la necessità di un recupero dei rifugi termici nell'areale "modellato" dell'ornitorinco».
Questo bizzarro mammifero con una folta pelliccia, il becco da uccello, caratteristiche da rettile e che depone le uova ha ormai un posto nell'immaginario collettivo come "fenomeno" dell'evoluzione e per gli australiani è una vera e propria icona vivente della diversità della loro isola/continente, ma a quanto pare dopo millenni di tranquillità , la vita potrebbe diventare molto difficile per questo monotremo. La ricerca evidenzia che il cambiamento climatico, potrebbero avere un impatto senza precedenti sul "platypus", facendo sparire intere popolazioni.
La Davis spiega che «L'ornitorinco è un meraviglioso animale isolato, nuota in giro con uno degli esempi più lussuosi di pelliccia. Questo ricco cappotto gli permette di alimentarsi fino a 10 ore al giorno in acque che possono essere vicino agli zero gradi centigradi. Ma può anche rivelarsi il tallone d'Achille dell'ornitorinco. La pelliccia altamente isolante è una risorsa per sopravvivere in climi più freschi, ma diventa un problema in condizioni più calde. Oltre a rifugiarsi nella sua tana all'interno del corso o sulla riva del fiume, l'ornitorinco ha poche strategie di raffreddamento a sua disposizione. Ma non può alimentarsi quando è nella tana, quindi se stesse troppo nella sua tana per rifugiarsi, in ultima analisi, questo potrebbe portarlo alla fame. Questo ci ha suggerito che può essere molto vulnerabile ad un clima più caldo».
Le ricerche sull'areale di distribuzione dell'ornitorinco hanno rivelato che la sua presenza è legata alla pioggia, per questo l'animale è assente nei fiumi delle zone aride dell'Australia centrale e occidentale, ma i platypus non sono presenti nemmeno nelle piovose, ma calde, regioni dell'Australia tropicale, esclusi alcuni siti della costa orientale che hanno gole fluviali profonde e fresche.
Gli scienziati si sono quindi chiesti cosa sia più importante per la sopravvivenza degli ornitorinchi: la pioggia o la temperatura? La ricerca ha dovuto fare i conti con il clima molto variabile, a volte estremo, dell'Australia e con il fatto che le specie acquatiche sono particolarmente colpite dal fenomeno ecologico chiamato "boom and bust", cioè dal succedersi di siccità ed inondazioni. I ricercatori australiani hanno però trovato il modo per separare questo effetto dalla tendenza al riscaldamento a più lungo termine. Utilizzando più di 9.000 dati sulla distribuzione dell'ornitorinco negli ultimi due secoli, hanno determinato gli effetti delle precipitazioni e della temperatura ed hanno scoperto qualcosa di davvero sorprendente: fino agli anni '60 ere la pioggia a determinare l'areale degli ornitorinchi, dopo è stata la temperatura a dettare legge sulla loro distribuzione e quindi sulla loro vita. Ora il caldo è un elemento dominante, quello che ha l'influenza maggiore sulla presenza e riproduzione degli ornitorinchi che è strettamente correlata al cambiamento annuale delle temperature massime nel sud-est dell'Australia, in aumentato negli ultimi anni.
A quanto pare, il caldo li sta scacciando dal loro habitat originario: «I nostri risultati indicano chiaramente che ora dobbiamo cominciare a pensare all'importanza di mantenere rifugi termici acquatici - dice la Davis - Le temperature dell'acqua sono più fresche di notte, quando gli ornitorinchi si cibano, e le acque più profonde faranno da "thermally buffered" ad alcuni degli effetti del riscaldamento delle temperature. Questo offre qualche speranza. Ma un clima più caldo significa anche un clima più secco e gli ornitorinchi sperimenteranno temperature più calde e durature, mentre viaggiano via terra tra laghetti e fiumi ancora più secchi».
Se questa tendenza continuerà, gli ultimi rifugi dove l'ornitorinco potrà vivere al fresco saranno posti come la Tasmania, King island e Kangaroo Island. Ma questo straordinario animale che ha attraversato imperturbabile millenni di evoluzione potrebbe rivelare ancora molte sorprese, gli stessi ricercatori spiegano che non è facile catturali, che si mimetizzano facilmente e che le loro abitudini notturne ne fanno una specie per la quale è difficile fare stime veramente accurate delle popolazioni. Questo significa che probabilmente gli ornitorinchi vivono ancora in luoghi che non conosciamo come loro areale, ma anche che può passare molto tempo prima che qualcuno si renda conto che stanno scomparendo da alcuni fiumi in cui un tempo erano abbondanti.