[24/06/2011] News
A Rosatom, il monopolista statale del nucleare russo,quel che sta accadendo a Fukushima Daiichi non sembra fare né caldo né freddo. D'altronde un Paese che è riuscito a mettere sotto il tappeto della dimenticanza Chernobyl con la sua opinione pubblica sembra poter far tutto.
Oggi, dopo un incontro col premier Vladimir Putin a Mosca, il presidente di Rosatom, Sergei Kirienko ha detto: «Per noi questo sarà un anno ricco di avvenimenti. Prevediamo di mettere in servizio 4 siti in Russia ed all'estero prima della fine dell'anno in corso»
Si tratterebbe del quarto reattore della centrale Kalininskaia di Tver, nel nord-ovest della Russia, della centrale di Kudankulam in India, della centrale iraniana di Bushehr e di un impianto di arricchimento di uranio in Cina. Kirienko ha detto che termineranno i lavori nella centrale iraniana (che teoricamente la Russia dovrebbe boicottare, invece di completarli) e «La centrale potrebbe essere messa in servizio in un prossimo futuro». Mosca ha anche promesso agli iraniani di fornire il combustibile nucleare necessario e di formare specialisti locali.
Il capo di Rosatom ha anche annunciato che il gruppo stanzierà più di 15 miliardi di rubli (oltre 374 milioni di euro) nel 2011-2012 per assicurare la sicurezza delle centrali nucleari in Russia: «Dobbiamo adattare le vecchie centrali alle esigenze contemporanee. Abbiamo trovato i fondi necessari. Si tratta di oltre 15 miliardi di rubli nel 2011-2012 per l'acquisto di nuovo materiale».
L'impressione è che se non ci fosse stata Fukushima le vecchie centrali nucleari russe sarebbero rimaste a corrodersi, come denunciano Bellona, Greenpeace ed anche Ong russe, in attesa dell'ennesimo incidente. Solo dopo il disastro giapponese, un rapporto governativo ha rivelato che le centrali russe non erano poi così sicure come dicevano Rosatom e lo stesso Putin, e soprattutto che gli impianti nucleari russi hanno grossi problemi dal punto di vista del rischio sismico.
Inoltre, quel che non ricorda Rosatom (forse per non far irritare troppo il paziente contribuente russo) è che solo il 30 marzo aveva già annunciato finanziamenti statali per 68,5 miliardi di rubli (1,7 miliardi di euro) provenienti direttamente dal bilancio dello stato del 2011, come contributo allo sviluppo dell'industria nucleare. Un atto approvato il 24 marzo, 13 giorni dopo il terremoto/tsunami che ha dato il via alla tragedia nucleare di Fukushima Daiichi.
Attualmente la Russia dispone di 32 reattori nucleari civili di epoca sovietica che ne fanno il quarto Paese al mondo per produzione di energia nucleare, ma prevede di costruire 44 nuovi impianti atomici entro il 2030.