[27/06/2011] News

La difficile visione sinottica della filiera campana dei rifiuti

L'ordinaria emergenza rifiuti napoletana si veste ogni giorno di parole alla stessa dedicate, che hanno  spesso il potere di indicare parti precise della filiera (dei rifiuti) che in molti scambiano o equivocano, dando così origine ad una visione spesso distorta e quasi mai completa di quello che accade.

Trasferenza.... Stir.....Ex cdr.....Ecoballe.....Ferrovecchio (l'impianto di Acerra),etc...: il tutto per indicare un problema , un bel problema, che viene gestito  (?) da molti soggetti: gli Enti locali, la Sapna (Sistema Ambiente Provincia di Napoli), la società di coordinamento della Provincia, che ha per compito l' indicare ad Asia (l'Azienda di gestione) cosa deve fare giornalmente  - e quindi "dove va che cosa" -  in sinergia con l'Ufficio Flussi, quest'ultimo della Regione Campania.

Poi ci sono i numeri, che come tutti i numeri variano in continuo. Partiamo da un dato di fondo: ogni giorno in Campania si producono circa 8000 tonnellate di rifiuti urbani; di queste 1200 sono prodotte a Napoli città,  che se sommate a quelle prodotte nell'hinterland ( che arriva fino al casertano ed al salernitano) fa giungere  alla quota di quasi 6000 tonnellate giorno. Quindi alta produzione del capoluogo, ma anche l'area metropolitana estesa non scherza. L'emergenza che si sussegue da quasi un ventennio dava ieri, domenica 26 giugno,  sulle strade del capoluogo 1850 tonnellate di rsu (indifferenziati) da raccogliere. La cosa non viene fatta con ordinaria logistica perché mancano gli spazi di stoccaggio provvisorio (stazioni di "trasferenza": non sono discariche, ma pattumiere a cielo aperto ad Acerra, Caivano e Napoli Est) prima che i rifiuti vadano agli Stir (Stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti), impianti che storicamente dovevano produrre combustibile derivato dai rifiuti (per questo tutti li indicano come ex-crd). Dunque gli Stir sono 3 in provincia di Napoli (Giugliano, Tufino e Caivano), uno in provincia di Caserta (S. Maria Capua Vetere), uno in provincia di Benevento (Casalduni),  uno in provincia di Salerno (Battipaglia) ed uno in provincia di Avellino (Pianodardine): qui si macina e si imbusta il rifiuto tal quale, che poi deve essere avviato in discarica o ai termovalorizzatori. Nei giorni festivi gli impianti Stir non lavorano, mancando la destinazioni successive e quindi non potendo superare le capacità di accoglienza. E' recente il problema dello stir salernitano di Battipaglia, che ha rischiato il collasso poiché non veniva più inviata a Taranto la frazione umida "tritovagliata" a causa della mancanza di accordi tra le due regioni (è il problema attuale, che vede la Lega Nord negare la possibilità di trasformare gli rsu in speciali, cosa che il governo parrebbe voler fare così da liberare l'invio transregionale  dei rifiuti dai vincoli degli accordi tra le Regioni, obbligatorio se parliamo di rifiuti solidi urbani). Negli stir non c'è quasi mai precedenza ai rifiuti del capoluogo, essendo delicatissimo l'equilibrio di quanto "sversato" e quanto raccolto a livello di area metropolitana; l'ultima precedenza a Napoli città fu data durante le festività pasquali! Ma a livello regionale dove vanno i rifiuti "tritovagliati"? Attualmente le discariche disponibili sono San Tammaro (prov. di Caserta, 1700 tonnellate/giorno);  Chiaiano ( prov di Napoli, 750 ton/giorno); Terzigno (prov di Napoli, 650 ton/giorno); Sant'Arcangelo Trimonte (prov. di Benevento, 800 ton/giorno) e Savignano Irpino (prov. Avellino, 700 ton/giorno), impianti che assommano ad una disponibilità rimanente di circa 120.000 tonnellate (100 giorni di vita residua, più o meno). Il totale della potenzialità di trattamento in discariche regionali è quindi di 4600 to/giorno, con un "vuoto " perciò di almeno 1400 tonnellate /giorno da sistemare altrove. Surplus che il nuovissimo termovalorizzatore di Acerra, stante i problemi di funzionamento a scartamento  ridotto e con una linea in manutenzione perenne, non può garantire. Allora invio rsu fuori regione: Toscana, Emilia e Puglia vorrebbero, ma non possono riceverei rifiuti in uscita dagli stir stante la delibera del Tar del Lazio che vieta i trasferimenti da regione  a regione in assenza di accordi tra le rispettive istituzioni; il nord non ne vuol sapere, anche se poi anche lì si trovano accordi particolari, come  l'aiuto dato da Padova con la termovalorizzazione (al costo di 200 euro a tonnellata) o come accordi dall'altro lato del paese, come quelli in vigore con Messina (che riceve 200 tonn/giorno), Sicilia . Insomma, un equilibrio costruito alla giornata, dove basta poco per passare da strade sgombre alle apertura dei Tg nazionali.  Senza poi dire che se un giorno verrà risolto il problema del "fresco", qualcuno dovrà decidere come affrontare lo "stagionato": montagne di ecoballe, milioni di pezzi  che sono ancora lì, in attesa di qualcosa o qualcuno che le elimini definitivamente.

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