
[28/06/2011] News toscana
Lida Firenze, L'Arca Firenze e NO alla caccia, insieme ai Verdi della Toscana, hanno lanciato una campagna di informazione e sensibilizzare contro l'utilizzo di richiami vivi, che definiscono un «Brutale maltrattamento a danno degli uccelli canori, vietato nel resto d'Europa».
Nel mirino delle associazioni animaliste e dei Verdi ci sono la Regione e le province della Toscana e per questo hanno promosso una raccolta di firme «Per dire basta alla pratica barbara dei richiami vivi e stop ai politici che appoggiano tali brutalità per compiacere il mondo venatorio».
Secondo le tre associazioni «L'uso dei richiami vivi per la caccia è una pratica barbara e medievale, abolita da decenni nella stragrande maggioranza dei paesi europei, che sopravvive ancora a Malta, Cipro e qualche regione italiana (soprattutto Toscana e Veneto), solo grazie all'assenza di informazione da parte della opinione pubblica e degli stessi rappresentanti politici regionali che sistematicamente la approvano ogni anno, in deroga a regolamenti nazionali ed europei, con il solo scopo evidente di ingraziarsi il favore dei cacciatori».
I promotori della petizione contro l'utilizzo di richiami vivi sono convinti che questa pratica venatoria «Si configura come maltrattamento e tortura in base ai seguenti fatti, ampiamente documentati in video e foto: animali liberi e selvatici, appartenenti a tutta la Comunità Europea, vengono catturati durante la migrazione e condannati a vivere il resto della loro vita rinchiusi in gabbiette minuscole, in condizioni igieniche troppo spesso riprovevoli, diventando da quel momento in poi a tutti gli effetti degli "oggetti" alla mercé del cacciatore; infatti, dovendo assolvere alla funzione di "richiamo" (cioè attrarre loro co-specifici tramite il canto), gli uccelli devono cantare in un momento dell'anno in cui non canterebbero in natura, cioè in autunno. Per ottenere questa forzatura, i cacciatori li tengono per vari mesi al buio 24 ore al giorno durante la primavera-estate, spesso in umide e fredde cantine e garage; dato che soltanto i maschi cantano e che l'identificazione del sesso degli uccelli si basa sull'osservazione degli organi genitali, che sono interni, si usa incidere il ventre degli uccelletti appena catturati con una lametta (ovviamente senza alcuna anestesia); le femmine vengono quindi buttate via vive e con il ventre inciso - provocando loro una agonia lunga e dolorosa; i maschi che sopravvivono fino all'autunno alle condizioni disumane sopra descritte, saranno soggetti a mutilazioni al piumaggio ed agli arti in quanto vengono trasportati in campagna dai cacciatori dentro le minuscole gabbiette e sono sballottati in continuazione durante il tragitto in macchina ed a piedi. Vengono poi spesso legati ad un ramo per un zampa e in seguito spaventati a morte con le fucilate che letteralmente li sfiora, allorché un co-specifico libero, attratto dal canto, si avvicina a loro; grazie alle fucilate che li sfiorano (e talvolta li feriscono o uccidono) durante le battute di caccia, oltre alle mutilazioni anatomiche, gli uccelli da richiamo subiscono shock pesantissimi continui; quelli che sopravvivono a questo regime di tortura sono uccelli mai più capaci di volare, in quanto la muscolatura delle ali si atrofizza, e "psicologicamente" danneggiati irreversibilmente».
La nuova campagna punta ad di informare i cittadini toscani su tre aspetti di quello che viene indicato come «Un pesante maltrattamento, se non una vera tortura, verso uccelli canori selvatici, animali inermi ed indifesi». Gli animalisti e i verdi dicono che «Questa pratica viola apertamente la legge italiana sul maltrattamento degli animali del 2004 (n.189). Non si critica dunque la caccia nel suo insieme ma una modalità particolare che appare inaccettabile su un piano etico in un paese civile moderno; buona parte degli stessi consiglieri regionali che approvano tutti gli anni questa pratica di caccia, se debitamente informati, la giudicherebbero inaccettabile; viene finanziata interamente con i soldi del contribuente italiano. Le province, nonostante i budget ristretti ed i tagli, riescono ad allocare il tempo dei propri dipendenti e fondi preziosi per catturare con le reti gli uccelli durante la loro migrazione annuale. Gli uccelli vengono quindi inanellati dal personale della Provincia e regalati ai cacciatori, come merce qualsiasi; è già stata giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale recentemente perché in aperta violazione della Direttiva sugli uccelli selvatici della Ue del 1979».