
[28/06/2011] News toscana
«Situazione critica su foci e torrenti. Necessari interventi urgenti per adeguare il sistema di depurazione»
Goletta Verde, alla seconda tappa del suo viaggio lungo le coste italiane, ha presentato a Firenze i risultati sullo stato di salute dei mari e delle coste della Toscana. Legambiente spiega che «I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici, l'altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l'ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell'analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell'acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità)».
Senza dubbio, la realtà Toscana è anche protagonista di tante esperienze positive, «A testimonianza di ciò - dice Legambiente - i 3 riconoscimenti assegnati alla Toscana dalla Guida Blu, la pubblicazione annuale di Legambiente e Touring Club che illustra le eccellenze del mare italiano. Nel dettaglio, un prestigio particolare è stato assegnato alle località di Capalbio, Capraia, e Castiglione della Pescaia, che in seguito all'analisi realizzata considerando più di 100 parametri di sostenibilità ambientale, sono state insignite delle ambite 5 vele».
Ma dagli elementi raccolti risulta evidente che, anche in Toscana, ci sono casi di inefficienza e di mancanza di adeguate strutture di depurazione per le acque reflue, che secondo il Cigno Verde «Rappresenta un'emergenza a cui è doveroso porre rimedio al fine di garantire a cittadini e turisti la possibilità di godere delle bellezze marine regionali senza il pericolo di incorrere in rischi di tipo sanitario».
Si tratta naturalmente di un'istantanea sulla qualità delle acque regionali focalizzata sui punti "critici" e situazioni a rischio. «In particolare - spiegano i tecnici di Goletta Verde - nella provincia di Massa Carrara, in località Marina di Carrara, è risultata fortemente inquinata la foce del Torrente Carione , sita a sud del porto, dove i valori limite per i batteri fecali esaminati sono stati superati in maniera preoccupante. Anche a Viareggio, in provincia di Lucca, i valori limite del batterio Escherichia Coli sono stati superati, e le analisi realizzate in località Lido Camaiore, precisamente presso Fosso Abate, hanno classificato il sito come fortemente inquinato. In provincia di Pisa, nel Comune di San Giuliano Terme, in località Sterpaia, la foce del Fiume Morto è risultata fortemente inquinata. Sempre in provincia di Pisa, a Marina di Pisa, il campione prelevato presso la Foce Arno - Lungarno G. D'Annunzio, ha rilevato un forte inquinamento microbiologico. La situazione non sembra migliore in provincia di Livorno, dove i campionamenti realizzati in località Ardenza presso la Foce Rio Ardenza hanno evidenziato forti livelli di inquinamento. Parimenti nell'isola d'Elba, i biologi di Goletta Verde, hanno trovato brutte sorprese. Sono risultati inquinati i siti Spiaggia del Capitanino e Molo del Pesce, entrambe le località sono efferenti al Comune di Marciana Marina. Nel primo dei due siti citati, riportiamo con dispiacere che nonostante ci sia un divieto di balneazione, il cui cartello è stato impropriamente divelto, al momento del prelievo, erano presenti bagnanti indisturbati e probabilmente inconsapevoli. Nel secondo, invece, i nostri tecnici hanno riscontrato la presenza di idrocarburi/oli sul punto di prelievo».
Durante la conferenza stampa di presentazione, Piero Baronti, presidente Legambiente Toscana, ha sottolineato che «I dati del monitoraggio di Goletta Verde suscitano grande preoccupazione, e rivolgiamo pertanto un accurato appello affinché sia al più presto ripristinato quanto meno il divieto di balneazione che dovrebbe allertare i residenti come i turisti della splendida isola toscana. Nella nostra regione viviamo una condizione ancora troppo lontana da quanto richiederebbe una corretta gestione del territorio e delle acque. Una situazione che ci preoccupa maggiormente nell'alta stagione turistica in cui i depuratori sono sottoposti ad un fortissimo carico antropico. Le amministrazioni competenti tardano ancora troppo ad adeguare i propri impianti di depurazione. Al contrario, per risolvere definitivamente i problemi di trattamento delle acque reflue, servono risorse economiche e nuovi cantieri per colmare definitivamente il deficit di depurazione e valorizzare lo splendido patrimonio naturale della nostra regione».
La situazione di Marciana Marina sembra la più paradossale, come spiega il portavoce di Legambiente Arcipelago toscano, Umberto Mazzantini, «Nonostante la straordinaria bellezza del luogo, l'Isola d'Elba detiene uno spiacevole primato. Marciana Marina infatti, è ancora sprovvista di un adeguato sistema di depurazione. Dopo i prelievi realizzati dai tecnici di Goletta Verde nel 2010, e le relative denunce per la presenza di batteri fecali nelle acque campionate, l'Asa e il Comune hanno installato quello che è stato definito un depuratore ma che in realtà altro non è che un filtro fine, un setacciatore che piuttosto che migliorare, ha aggravato la situazione, in quanto spesso sembra provocare problemi nella condotta fognaria lungomare e nello stesso impianto in zona portuale. Gli impianti fognari dell'Isola d'Elba presenta una situazione deficitaria, attualmente, circa il 40% dei reflui non vengono correttamente depurati e per quanto le condotte di scarico sottomarine siano state messe in gran parte messe finalmente a norma, tutto il sistema andrebbe sottoposto ad un'effettiva depurazione e ammodernamento, soprattutto visto il carico antropico a cui è soggetto durante il periodo estivo».
Giorgio Zampetti, portavoce della Goletta Verde ha detto che «La foto scattata dal passaggio della Goletta Verde descrive una situazione della depurazione ancora irrisolta, per la quale l'Italia corre il serio rischio di incorrere in una procedura d'infrazione da parte dell'Unione Europea, visto il mancato adeguamento alla Direttiva Europea 1991/271/CE che dal 1998, richiede che le acque reflue prodotte dagli agglomerati urbani con più di 10.000 abitanti che scaricano nelle aree sensibili, vengano adeguatamente raccolte e trattate. Il quadro italiano è purtroppo ben diverso. Infatti, le criticità rilevate dai nostri tecnici hanno confermato una condizione che accomuna tutte le regioni costiere: il 30% degli italiani non è servito da un adeguato sistema di depurazione delle acque reflue, vale a dire che 18 milioni di cittadini scaricano direttamente nei fiumi e nei mari senza passare dal depuratore, compromettendo fortemente le condizioni di salute dei nostri mari. La priorità dunque è l'adeguamento delle reti fognarie e il completamento della copertura dei comuni. Non parliamo solo delle località costiere ma anche dei comuni dell'entroterra che sono ugualmente interessati dall'inadeguatezza del trattamento dei reflui. Occorre che le istituzioni e gli enti preposti si impegnino immediatamente e individuino tra le priorità l'adeguamento delle condotte fognarie».
il direttore tecnico operativo del Consorzio obbligatorio degli oli usati, Franco Barbetti, ha affrontato un altro aspetto dell'inquinamento marino diffuso: «La difesa dell'ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L'olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l'ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un'auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio. A contatto con l'acqua, l'olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Toscana il Consorzio ha raccolto 13.161 tonnellate di oli lubrificanti usati, un dato in aumento rispetto alle 13.003 tonnellate recuperate nel 2009: 3.800 nella provincia di Livorno, 2.542 a Firenze, 1.322 a Lucca, 1.116 a Pisa, 1.044 ad Arezzo, 838 a Siena, 752 a Pistoia, 612 a Grosseto, 605 a Massa e 530 nella provincia di Prato».