[28/06/2011] News toscana

Sui parchi troppi fanno finta di non vedere e di non capire

Comunque si concluda il dopo referendum nessuno potrà dire che l'acqua o il nucleare erano falsi problemi o pretesti e ancor meno che dipendevano dalla crisi di bilancio che impone tagli e sacrifici.

Eppure, su altre delicate questioni riconducibili in maniera altrettanto chiara e valida a  quei beni comuni che sono entrati sulla scena prepotentemente a furor di popolo, prevalgono ancora comportamenti e posizioni fuorvianti, furbeschi e di comodo e in ogni caso sbagliati che vanno rapidamente rimossi.

Mi riferisco in particolare ai parchi, ma analoghe considerazioni si potrebbero fare, ad esempio, per i bacini idrografici e non solo.

La vulgata, purtroppo accreditata anche in sedi il cui dovere sarebbe quello di non fornire foglie di fico a chi i parchi li sta mettendo in crisi, vorrebbe che quel che succede è dovuto a questa fase difficile gestita con le forbici da Tremonti (Nella foto). Passata la nuttata si riprenderebbe, insomma, il cammino dove lo abbiamo momentaneamente e doverosamente interrotto. Ma si tratta di una balla a cui  purtroppo sembra credere anche qualcuno che  questa analisi di comodo dovrebbe rispedire al mittente. Davvero si pensa che tagliando qualche gettone di pochi euro a presidenti e consigli di amministrazione di parchi nazionali o regionali, a cui magari si passa con grave ritardo le riserve naturali per anni gestite ‘abusivamente' dallo stato, affibbiandogli però anche i costi, sarà possibile salvare capra e cavoli?

Se un parco nazionale - diciamo quello dell'Arcipelago Toscano - i dipendenti se possibile se ne vanno e le auto sono senza benzina, mentre l'assillo è come far fuori i cinghiali, dobbiamo considerare questa situazione un fatto congiunturale, mentre a Roma c'è chi pensa che nel frattempo dovrebbe essere approvata una legge che consolida il comando del ministero sull'area marina che è a bagno maria da anni?

Così si arzigogola ora sulla vendita dei biglietti e i parchi finiscono nel cesto dell'Istat,  mentre si trivella in aree pregiatissime per il petrolio da cui qualcuno pensa di ricavare anche qualche solo ( pensa te! Roba da Golfo del Messico) e altri vorrebbero farlo anche con l'acqua -resta in attesa il vino-. Intanto i parchi possono servire anche come discarica e chi se ne frega se un sindaco per tutelare il suo mare c'ha lasciato la pelle.  E se questi sono solo pochi esempi che tuttavia danno l'idea in che situazione ci siamo andati a ficcare, il quadro va necessariamente allargato alle regioni, anch'esse alle prese non solo con i tagli finanziari. E anche loro non sempre sembrano consapevoli dei rischi, tanto è vero in più d'un caso sembrano volerne approfittare per ridimensionare il ruolo proprio degli enti locali, che sono stati e sono il punto di forza dei parchi e delle aree protette regionali. Il rilancio dei parchi non potrà certo avvenire rafforzando da un lato le pretese di un ministero e di un ministro che chiede aiuto a Bisignani, e dall'altro da un accentramento regionale.

La sussidiarietà di cui parla la Costituzione e che dovrebbe essere alla base di qualsiasi federalismo -non alla Pontida- è roba seria e richiede quella leale collaborazione stato, regioni, enti locali di cui non c'è traccia in giro e nemmeno -purtroppo- nell'impegno di troppi parchi spesso non a caso gestiti in maniera non conforme alla legge.

Su questi temi manca un confronto serio a tutti i livelli, eppure qui abbiamo a che fare con uno dei beni comuni più pregiati e delicati. Ci sono riunioni e incontri che sembrano di tipo condominiale tanto sono evidenti gli intenti di non discutere di rogne.

Ma le rogne ci sono e se ne vedono anche le conseguenze se le si vogliono ovviamente vedere.

Le iniziative che abbiamo cominciato a promuovere come Gruppo di San Rossore - incluso il recente libro ‘Per il rilancio dei parchi'- confermano come per i referendum che ci sono forze disposte e disponibili a impegnarsi. Per quanto ci riguarda cercheremo di farlo e speriamo di incontrare anche chi al momento sembra preferire il gratta e vinci.

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