[28/06/2011] News

Tre etti di rigassificatori, un litro di solare termico e una fettina di efficienza energetica

Ci risiamo. «All'Italia servono 3-4 rigassificatori, e non 10 come le domande ora sul tavolo». Le parole sono del sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, che dando ancora a malincuore l'addio al nucleare ripropone la filastrocca di "qualche" rigassificatore necessario. Sembra di essere tornati al 2006: «Per quanto riguarda il gas liquido da importare via mare, il governo stima un fabbisogno da coprire entro il 2010 di 33 miliardi di mc annui, corrispondenti a 3-4 nuovi terminali di rigassificazione Gnl, a seconda della capacità; entro l'anno 2015 occorrono ulteriori 10 miliardi di mc annui, corrispondenti a 1-2 terminali».

Era esattamente il 30 agosto del 2006 quando l'allora governo Prodi indicò gli obiettivi da raggiungere e varò la cabina di regia che avrebbe dovuto, di lì a pochi mesi, scegliere i rigassificatori attraverso i quali raggiungere entro il 2010 la "diversificazione".

Da allora nessun governo ha saputo e voluto scegliere i terminali più sostenibili ambientalmente e socialmente (o anche soltanto più convenienti economicamente) alle strategie dell'Italia. Anche perché la strategia italiana nessuno l'ha mai elaborata, insieme al fantomatico piano energetico nazionale. Il che significa oggi e significherà domani, abdicare al ruolo della politica lasciando scegliere al mercato, senza alcun criterio direttore, sostenibile o insostenibile (ambientalmente parlando) che sia.

Intanto però così come i progetti dei rigassificatori (al di là dei 4 che appunto sembrano essere più vicini alla meta: Rovigo già in funzione, e poi Livorno, Brindisi, Porto Empedocle) avanzano e incamerano autorizzazioni e valutazioni, anche di piani e pianetti energetici se ne sfornano a ripetizione. L'Ultimo annuncio di ieri è quello di un conto energia per il solare termico, anche se il conto energia si basa sullo scambio sul posto - e si parla di energia elettrica -  mentre il solare termico è per autoconsumo e trattandosi appunto di energia termica è già incentivato attraverso bonus come quello del 55%.

Probabilmente il governo sta pensando a stimolare ulteriormente il mercato del solare termico, che in effetti risponde meglio all'esigenza di autoproduzione diffusa che costituisce la vera forza delle energie rinnovabili, e dunque non abbiamo nulla da eccepire, così come non possiamo che salutare positivamente l'altro piano annunciato, quello sull'efficienza energetica. Ma ci permettiamo di sottolineare che ancora una volta si avviano procedimenti spot senza affrontare il problema dalle sue fondamenta, ovvero senza dire dove dobbiamo andare e in che modo andarci.

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