
[28/06/2011] News
Oggi il giornale Usa "Mother Jones" rivolge una scomodissima domanda ad uno dei colossi petroliferi del pianeta che ha sulla coscienza diverse catastrofi ambientali: «Che cosa ha fatto rompere alla Exxon Mobil la sua promessa di interrompere il finanziamento dei negazionisti dei cambiamenti climatici?».
Infatti nel 2008 la Exxon Mobil, pressata dall'opinione pubblica, promise di smettere di finanziare i Climate change deniers, ma ora Greenpeace ha tirato fuori nuovi documenti, ai quali ha avuto accesso grazie al Freedom of Information Act, che dimostrano che il gigante petrolifero statunitense sta continuando a foraggiare in contanti gli eco-scettici. Solo nel 2010 risultano finanziamenti per almeno 76mila dollari ad uno scienziato in prima fila tra coloro che negano ogni responsabilità antropica per il global warming.
Nel rapporto emerge anche molto altro, non solo i lauti finanziamenti a Wei Hock "Wille" Soon, un astrofisico dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Infatti, secondo la ricostruzione fatta da Kate Sheppard su "Mother Jones" «Soon è il preferito da anni tra i climate skeptics» almeno da quando, nel 2003, è stato il coautore di un documento che diceva che il XX secolo non era stato il più caldo. Il rapporto, pubblicato su Climate Research, venne seppellito da una marea di critiche per il suo contenuto ben poco "scientifico" e perché si scoprì che era stato finanziato dall'American petroleum institute, la creme della lobby dei combustibili fossili. Soon, un astrofisico, ha dato anche la colpa del riscaldamento del pianeta ai cambiamenti della variabilità solare, cioè della quantità di radiazioni proveniente dal sole.
Nel 2007 fu il coautore di un documento che minimizzava l'influenza del cambiamento climatico nell'Artico sulla vita degli orsi polari, anche questa "ricerca" è stata finanziata dall'American petroleum institute, dalla famigerata Charles G. Koch Foundation, e dalla Exxon Mobil, tutti grandi gruppi con un chiaro interesse a trivellazioni petrolifere nell'Artico e che tentano di dimostrare che gli orsi bianchi ed altra fauna artica a rischio di estinzione in realtà non hanno bisogno di nessuna protezione del loro habitat.
Dopo queste disavventure la Exxon nel 2008 fece un'operazione di azzardato greenwashing promettendo che non avrebbe più dato un dollaro a tizi come Soon, ma nel dicembre 2009 Greenpeace ha presentato una richiesta di accesso ai documenti alla Smithsonian Institution in base al Freedom of Information Act per ottenere informazioni su chi continuasse a finanziare Soon. Alla fine, dopo molti tentennamenti, la Smithsonian ha prodotto un elenco dei suoi principali bankrollers, che comprende finanziamenti per oltre 800mila dollari provenienti dalle maggiori aziende energetiche. Mother Jones spiega che «secondo il documento, Exxon ha fornito 55 mila dollari per uno studio sul cambiamento climatico nell'Artico nel 2007 e 2008, e altri 76 mila dollari per una ricerca sulla variabilità solare tra il 2008 e il 2010».
Il portavoce di Exxon Mobil, Alan Jeffers, ha accusato Greenpeace di «spacciare questa teoria screditata della cospirazione», riguardo al suo sostegno ai negazionisti climatici. Ha spiegato che la sua multinazionale aveva in realtà chiuso il rubinetto dei fondi a Soon già nel 2009: «Avevamo preso la decisione di interrompere il finanziamento dei gruppi le cui posizioni sul cambiamento climatico non sono state molto costruttive. E' stata una distrazione. La questione dei cambiamenti climatici è troppo importante, non si dovrebbe essere distratti dal tipo di cose che fa Greenpeace».
Anche per lo Smithsonian le accuse di Greenpeace non sono vere, ma anche se la Exxon Mobil avesse davvero smesso di finanziarla, non sembra proprio che lo abbiano fatto le altre Big Oil e King Coal, visto che la Southern Company, un gigante del carbone, ha donato ben 120mila dollari per la ricerca "Solar variability and climate change signals from temperature" nel 2008 e 2009 e che la Fondazione dei fratelli Koch, i più grandi finanziatori degli eco-scettici, nel 2010 hanno versato finanziamenti per 65mila dollari.
Kert Davies, research director di Greenpeace, non sembra molto preoccupato per le accuse della Exxon: «il dottor Soon deve chiarire che cosa esattamente queste corporations si aspettavano da lui. C'è stata una campagna a lungo termine di climate denial per oltre 20 anni, organizzato dalle big oil e dalle big coal. Questa è la prova che continua ancora oggi».