[29/06/2011] News

Il Pakistan non è in grado di difendere il suo arsenale atomico

Domani riunione delle 5 potenze atomiche per discutere di non proliferazione nucleare

Quello che pensano praticamente tutti gli esperti militari occidentali lo ha detto chiaro e tondo oggi al giornale russo Nezavissimaia Gazeta il professore pakistano Pervez Hoodbhoy, dell'università di Islamabad: «Il Pakistan non è in grado di difendere il suo crescente arsenale nucleare dai terroristi. Abbiamo ragione di preoccuparci. Perchè i combattenti islamisti sono riusciti a prendere d'assalto i siti, le basi e gli stati maggiori meglio protetti. Io sono preoccupato per un'eventuale penetrazione, non solo negli arsenali nucleari ma anche nei depositi di materiale fissile».

Secondo il giornale britannico Daily Telegraph, «L'arsenale nucleare del Pakistan conta circa 120 ogive». Le armi atomiche in possesso del fragile e corrotto regime pakistano sarebbero più di quelle contenute negli arsenali di Gran Bretagna ed India.

Un giornalista del New York Times che ha visitato la guarnigione che ospita l'Ufficio di pianificazione strategica del Pakistan, che dovrebbe occuparsi per conto del governo di Islamabad della sicurezza dell'arsenale nucleare, si è trovato di fronte una situazione ben poco sicura e politicamente esplosiva.

L'ufficio, che sorge sulle colline vicine ad Islamabad, dove vivevano le truppe coloniali inglesi, è frequentato senza nessun controllo da civili che lavorano per gli ufficiali dell'esercito pakistano e per la famigerata e potentissima Inter service intelligence (Isi) o i servizi segreti pakistani sospettati (a ragione) di sostenere i talebani, i guerriglieri del Kashmir, le bande tribali integraliste ed i gruppi terroristici islamici indiani.
Tutta gente che sogna di poter mettere le mani su un'arma nucleare.

Il generale che comanda l'Isi ha fatto una dichiarazione inquietane: «Se siamo riusciti a fabbricare delle bombe nucleari e a sviluppare i loro vettori, sapremo certamente assicurare la loro sicurezza, siatene certi. Circa 2.000 persone conoscono l'infrastruttura nucleare del Pakistan. Tutte queste persone sono sotto sorveglianza».

Chissà se sotto la sorveglianza dell'Isi c'erano anche coloro che hanno venduto tecnologia nucleare alla Corea del nord e forse all'Iran e a Gheddafi?

Secondo fonti statunitensi, che di nucleare pakistano se ne intendono perché hanno fatto finta di non vedere in funzione anti-sovietica che la dittatura militare si stava armando in violazione del trattato di non proliferazione nucleare, «Non sarebbe difficile proteggere efficacemente le ogive, i detonatori e i missili, ma è ben più difficile sorvegliare la quantità di materiale nucleare prodotta in laboratorio ed è impossibile impedire ad un ingegnere, che ha accesso ai processi di arricchimento dell'uranio e ad altri segreti, di ritrasmetterli agli estremisti».

Gli americani, che si stanno disimpegnando dall'Afghanistan, hanno paura che questo apra le porte ai cinesi, secondo i russi, come riferisce oggi Ria Novosti, gli infidi generali pakistani «Non sono solo preoccupati per l'eventuale necessità di contrastare un attacco dei combattenti estremisti. Si preparano anche a difendere i siti nucleari contro gli americani. I dirigenti militari pakistani stimano, a ragione, che in caso di destabilizzazione nel Paese, le forze di elite americane in Afghanistan organizzeranno un assalto mirante a neutralizzare l'arsenale nucleare del Pakistan».

Un'operazione che renderebbe l'operazione di commandos che ha eliminato Osama bin Laden uno scherzetto. Ma probabilmente è stata proprio l'uccisione del capo di Al Qaeda in terra pakistana che ha fatto capire all'Isi che la pazienza degli statunitensi per i giochi sporchi del Pakistan era finita.
C'è quindi da scommettere che l'intricato labirinto nucleare pakistano sarà al centro della riunione delle 5 potenze atomiche "storiche che siedono tutte come membri permanenti nel Consiglio di sicurezza dell'Onu (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Usa) che inizierà domani il 30 giugno a Parigi con all'ordine del giorno proprio la non-proliferazione nucleare.

Il portavoce del ministero degli esteri russo, Alexandr Lukachevitch ha detto che «La riunione ha come obiettivo quello di esaminare i progressi compiuti nella messa in opera degli impegni adottati nel 2010, durante una conferenza per riesaminare il Trattato di non proliferazione (Tnp). L'obiettivo principale della riunione è quello di confermare il sostegno incondizionato al Tnp e la volontà di tutti i Paesi di lavorare insieme in direzione degli obiettivi comuni della non-proliferazione».

Peccato che poi, usciti dai meeting a 5 e dalle Conferenze internazionali, ognuno si dia da fare per foraggiare di tecnologia nucleare e di uranio Paesi come Pakistan ed India che il Tnp non lo hanno mai sottoscritto.

Torna all'archivio