[01/07/2011] News

Bomba atomica per l'Arabia saudita? Turki al Faisal:«Potremmo essere costretti ad acquisirla»

«L'Arabia saudita non resterà con le braccia conserte di fronte all'eventuale acquisizione dell'arma nucleare da parte dell'Iran» è quanto, secondo Al Jazeera, ha affermato il principe saudita Turki al Faisal durante un incontro con alti funzionari della Nato.

Turki al Faisal non è uno dei tanti principi della sterminata e parassitaria famiglia reale saudita, è stato il capo dei servizi segreti ed ambasciatore dell'Arabia saudita a Washington, un tipo molto potente nell'intangibile gerarchia della monarchia/dittatura assoluta di Riyadh.

Il principe ha pesantemente criticato la politica iraniana in Medio Oriente, accusando Teheran di «Voler creare una sua arma nucleare», ma anche di «Immischiarsi negli affari interni dell'Iraq, del Libano, della Siria e del Bahrein», che poi è esattamente quel che ha fatto e sta facendo l'Arabia saudita con i suoi servizi segreti da sempre al lavoro in Libano e Siria, con la partecipazione alle due guerre irakene e con l'attuale occupazione militare del Bahrein per salvare la monarchia assoluta sunnita di quel Paese dalla rivolta della maggioranza sciita appoggiata dall'Iran.

Ma quel che vale per gli ayatollah iraniani non sembra valere per l'integralista monarchia waabita saudita che fa sembrare il regime teocratico iraniano un esempio di democrazia e di libertà delle donne. Secondo Faisal è invece «L'ingerenza iraniana negli affari interni del Bahrein che ha forzato l'Arabia saudita a dispiegare le sue truppe nel regno», peccato che dalle torrette di quei blindati si sia sparato con armi occidentali sulla folla inerme che chiedeva democrazia.

I sauditi sono preoccupati dopo che il 28 giugno l'Iran, nel corso di esercitazioni militari chiamate il Grande Profeta (Saw), unità dei Guardiani della Rivoluzione Islamica hanno lanciato 14 missili di diverso tipo, tra i quali anche quelli a lunga gittata Sejjil, che hanno un raggio d'azione di oltre 2000 chilometri.

Un portavoce dei pasdaran, citato dall'agenzia Farsi, ha detto che l'esercitazione «Si è svolta a puro scopo difensivo» (sic!) e tanto per far capire cosa si intenda per "difensivo" ha sottolineato che «La portata dei nostri missili è stata regolata sulle basi americane nella regione, oltre che quelle israeliane nella Palestina occupata».

Secondo i pasdaran, missili come quelli lanciati sarebbero in grado di centrare anche le basi Usa in Afghanistan. Tanto per buttare benzina sul fuoco, il comandante delle forze aeree dei pasdaran, Amir Ali Hajizadeh. ha spiegato bellicosamente fiero che «Lo scopo di queste esercitazioni è di mostrare che siamo pronti a difendere l'integrità della nazione iraniana. I nostri missili sono pronti a colpire ovunque e in qualunque momento. Che il nemico non ripeta gli errori del passato: lo abbiamo sotto tiro».

La radio-televisione Irib sottolinea che «Il missile lanciato dai Guardiani della Rivoluzione islamica, in grado di percorrere la maggiore distanza è il terra-terra Shahab III, che arriva a viaggiare per circa 2000 km. La distanza tra Teheran e Tel Aviv è di circa 1500». Ma nonostante tutto ciò il portavoce dei pasdaran iraniani ha detto che «Il programma comunque non ha assolutamente niente a che vedere con l'eventuale fabbricazione di ordigni atomici».

Il ministro della difesa iraniano, il generale Ahmad Vahidi, ha assicurato: «Le esercitazioni vanno inquadrate nell'ambito delle consuete attività militari dell'Iran, sono prettamente difensive e al servizio della pace e della stabilità regionale». Forse è per questa volontà di pacificare la regione che il luogo da dove sono stati lanciati i missili iraniani è segreto.

Anche il ministro degli esteri britannico, William Hague ha accusato Teheran di aver eseguito «Lanci segreti di missili balistici a capacità nucleare, in violazione della risoluzione 1929 del Consiglio di sicurezza s delle Nazioni Unite» ma il portavoce del ministero degli esteri dell'Iran, Ramin Mehmanparast, ha subito ribattuto che «Nessun missile testato dall'Iran può portare un'ogiva nucleare».

PressTv, la televisione satellitare del regime iraniano ha definito apertamente le esercitazioni militari Saw, «Una prova di forza nei confronti dei nemici della Repubblica islamica. Tra i missili lanciati lo Shahab-3, con una gittata di oltre 2.000 chilometri, che pesa una tonnellata, quello a lungo raggio di Sejjil 2, a due stadi e alimentato da carburante solido, lo Zelzal con una gittata di 400 chilometri e il Fateh, la cui gittata è di "appena" 170 chilometri».

E pensare che l'Onu, con l'ipocrita consenso dei Paesi dell'area, vorrebbe trasformare il Medio Oriente in un'area denuclearizzata, proprio mente gli Emirati Arabi Uniti costruiscono centrali nucleari made in South Korea, gli iraniani ne hanno appena finita una con l'amorevole assistenza dei russi, gli israeliani hanno probabilmente bombardato il primo impianto nucleare iraniano (e avrebbero una gran voglia di bombardare la centrale iraniana) e in Iraq restano i rimasugli radioattivi dell'avventura nucleare civile di Saddam Hussein.

Ci mancava solo l'Arabia saudita che con la bomba acquistata con i petrodollari alla mano e la scusa della minaccia iraniana, in realtà vuole puntellare con un grosso bastone atomico una monarchia assoluta e misogina, che non sopporta nemmeno che le donne guidino le auto.

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