[01/07/2011] News toscana

I tirocini retribuiti del progetto Giovani Sì e le paludi della moderna burocrazia

Dal primo giugno di quest'anno i giovani toscani che abbiano attivato un tirocinio possono usufruire delle possibilità loro offerte dal progetto Giovani Sì, fortemente voluto dal presidente della Regione Enrico Rossi, che pure in tempo di crisi e di forti tagli agli enti locali da parte del Governo ha saputo tirar fuori dalla contabilità toscana una somma non indifferente per un'iniziativa dedicata ai giovani, di cui sempre più spesso si parla, lasciando però cadere nel vuoto le buone intenzioni una volta finite le chiacchiere.

La Toscana invece, unica Regione in Italia, ha varato un progetto ambizioso per garantire almeno qualche sostegno nelle difficoltà pratiche che stanno investendo le nuove generazioni, dall'inserimento nel mondo del lavoro alla ricerca della prima casa, all'incoraggiamento dell'imprenditoria giovanile. Non sarà certo una panacea per tutti i mali, anzi, ma è comunque un segnale incoraggiante per quei ragazzi che, letteralmente, costituiscono il futuro della Toscana.

Di tutte le ramificazioni che il progetto Giovani Sì prevede, al momento è stata ufficialmente lanciata, iniziando con un anno di sperimentazione, solo quella riguardante una borsa di studio - di un minimo di 400€, cofinanziata dalla Regione per 200€ - in favore di quei giovani e numerosissimi tirocinanti che, una volta legati ad un'azienda da uno stage, diventano per prassi (e con tutta probabilità) dei lavoratori a costo zero.

Sarà in seguito possibile richiedere anche un incentivo all'assunzione a tempo indeterminato pari ad 8mila euro, elevabili a 10mila per i lavoratori disabili.

L'iniziativa è tutta da lodare, dunque, sia per la visione politica a lungo termine che evidenzia l'importanza strategica di un'intera generazione che rischia invece di andare persa, sia perché una visione di questo stampo è, ultimamente in Italia, merce più unica che rara. Com'è però ovvio, non sono tutte rose e fiori: all'atto pratico, la partenza del progetto presenta difficoltà burocratiche non indifferenti per i giovani che vogliano servirsene.

Ad esempio, per quanto riguarda i tirocini aventi come soggetto promotore una delle tre Università toscane, quantitativamente una fetta più che rilevante del totale, l'inizio è abbastanza incerto. Ufficialmente, tutto è partito con i tirocini iniziati dal 01/06 (come si legge nell'avviso pubblico consultabile online), ma in realtà, l'aspirante stagista deve districarsi tra varie difficoltà, rappresentate di volta in volta da una modulistica ancora non pronta, convenzioni già stipulate ma ritenute non più adatte (seppur diverse solo nella forma), e quant'altro dipenda non da una negligenza dei singoli uffici, ma dalla mancanza di coordinazione tra la Regione che ha lanciato il progetto, e gli altri enti coinvolti (in questo caso le Università ed i Centri per l'impiego) che, a quanto pare, non sono stati efficacemente consultati per dare il via ad un'iniziativa tanto significativa in modo quanto meno armonioso.

Auspicando lunga vita al progetto, e che queste siano solo difficoltà legate al momento della sua partenza, in un periodo in cui parlare di federalismo è diventato tanto di moda, l'incoraggiamento è quello di applicare, anche a livello locale, una logica d'azione che porti avanti una sussidiarietà veramente cooperativa, incentrata nella collaborazione tra i vari enti (amministrativi e non) a cui il cittadino deve rivolgersi per soddisfare le proprie, quotidiane esigenze.  

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