
[01/07/2011] News
Da un giro di e-mail emerge la commistione tra funzionari pubblici e multinazionali nucleari
Bob Edward sul Guardian rivela uno scambio di e-mail interne al governo britannico che mettono in luce una vera e propria campagna di pubbliche relazioni per minimizzare il disastro nucleare di Fukushima. Secondo l'autorevole giornale inglese «i funzionari del governo britannico si sono rivolti alle società nucleari per redigere una strategia coordinata di pubbliche relazioni per minimizzare l'incidente nucleare di Fukushima appena due giorni dopo il terremoto e lo tsunami in Giappone e prima che l'entità della fuga radioattiva fosse conosciuto».
Le e-mail interne delle quali è entrato in possesso il Guardian dimostrano come le grandi imprese energetiche dimostrano come i dipartimenti governativi che si occupano di business e di energia lavorassero dietro le quinte ad una campagna di disinformazione insieme a multinazionali straniere come le francesi Edf ed Areva e la statunitense Wstinghouse per cercare di garantirsi che l'incidente nucleare, del quale avevano già compreso la gravità, non mettesse a rischio i loro piani ed ingenti investimenti per costruire nuove centrali nucleari in Gran Bretagna».
"Questo ha il potenziale di far tornare indietro globalmente l'industria nucleare - si legge in una terrorizzata e-mail di un alto funzionario del Department for business, innovation and skills (Bis) - Dobbiamo assicurarci che i capi e le capesse anti-nucleari non guadagnino terreno con questo. Dobbiamo occupare il territorio e mantenerlo. Dobbiamo davvero dimostrare la sicurezza del nucleare».
Gli alacri funzionari governativi sottolineavano il pericolo che da Fukushima potesse arrivare un colpo che poteva minare il sostegno dell'opinione pubblica all'energia nucleare. Come puntualmente è accaduto. Ma siccome siamo in Gran Bretagna e non nell'Italia che tutto arrangia e tutto perdona, la prima condanna per la complice commistione fra governo e multinazionali è venuta da Zac Goldsmith, un parlamentare conservatore che presiede il Commons environmental audit committeee: «Il governo non è un 'business pr' per l'industria e sarebbe terribile se i suoi dipartimenti avessero minimizzato l'impatto di Fukushima»,
Secondo Louise Hutchins, portavoce di Greenpeace Uk, le e-mail rivelano una collusione scandalosa; «Questo evidenzia la cieca ossessione di quelli del governo per l'energia nucleare e dimostra che non ci si può fidare né di loro né l'industria, quando si tratta di nucleare»
Il governo di coalizione tra conservatori e liberaldemocratici (che prima delle elezioni erano l'unico grande partito britannico contrario al nucleare) sanno che in Gran Bretagna il consenso nucleare è in picchiata e temono che gli elettori li costringano a metterlo in soffitta, come accaduto dopo Fukushima in Italia, Germania, Svizzera, Thailandia e Malaysia. Le rivelazioni del Guardian sul tentativo di manipolare l'opinione pubblica potrebbero accelerare la cosa.
Il 13 marzo, solo due giorni dopo il terremoto/tsunami in Giappone, il business department ha inviato e-mail alle aziende nucleari e alla "Confindustria" atomica britannica, la Nuclear industry association (Nia), per mettersi d'accordo su come minimizzare il disastro nucleare che aveva messo fuori uso i reattori di Fukushima Daiiche e fermato altri. Secondo il dipartimento la cosa non era così terribile come voleva farla vedere la Bbc. Mentre la situazione a Fukushima stava precipitando, un funzionario del Bis di cui è stato secretato il nome scriveva: «Le radiazioni rilasciate sono sotto controllo, il reattore è stato protetto. Fa del tutto parte dei sistemi di sicurezza controllare e gestire una situazione come questa». Poi sappiamo come è andata a finire, ma intanto veniva suggerito alle multinazionali di mandare i propri pareri per poi fare un rapporto comune ai ministri da utilizzare per le dichiarazioni degli esponenti del governo: «Dobbiamo tutti lavorare con lo stesso materiale per far passare il messaggio attraverso i media e l'opinione pubblica».
In un'e-mail scambiata con Areava un funzionario si lamenta che il movimento antinucleare non abbia perso tempo a paragonare quel che stava accadendo a Fukushima alla tragedia di Chernobyl e suggerisce: «Dobbiamo reprimere qualsiasi storia cerchi di confrontare questo a Chernobyl». I britannici contavano sui giapponesi perché mantenessero la pericolosità del disastro di Fukushima al livello 4 dell'International nuclear event scale (Ines), ma l'11 aprile l'Iaea ha dovuto ammettere che ormai si era a livello 7, cioè lo stesso grado di pericolosità di Chernobyl.
Ora il Department for energy and climate change (Decc) in base alla Freedom of information legislation ha dovuto accettare le richieste di pubblicazione di 80 e-mail spedite nelle settimane dopo Fukushima e da questo scambio viene fuori che: la Westinghouse ha detto che le osservazioni sul costo di nuove centrali nucleari fatte dal vicepremier, Nick Clegg, erano «inutili e un po' premature»; la stessa azienda ha ammesso che il suo nuovo reattore AP1000 «non è stato progettato per terremoti della magnitudo del terremoto in Giappone» e che per questo dovrebbero essere modificati in zone sismiche, come il Giappone e la California; il capo dell'ufficio per lo sviluppo del nucleare del Decc, Mark Higson, ha chiesto ad Edf di accettare la richiesta di una revisione della sicurezza da parte del ministro Chis Hune, ma ha suggerito premuroso: «Non sono sicuro che se Edf chiedesse unilateralmente una revisione sarebbe saggio, potrebbe scatenare una guerra di offerte», in cambio i francesi hanno detto che si sarebbero dimostrati "sensibili" a come il lavoro di bonifica di un sito nucleare britannico «potrebbe essere visto alla luce degli eventi in Giappone», ma Edf ha chiesto che i ministri non ritardassero l'approvazione di un nuovo deposito di scorie radioattive nel sito nucleare di Sizewell, nel Suffolk , sapendo bene che esisteva un «rischio potenziale di controllo giurisdizionale»; il Bis ha informato la lobby nucleare di aver bisogno di «una buona risposta dell'industria che dimostri la sicurezza del nucleare, altrimenti si potrebbero avere conseguenze negative sul mercato».
Mentre in Giappone ormai si era al dramma, il 7 aprile, l'Office for nuclear development ha invitato le companies nucleari ad un meeting direttamente nella sede della Nia a Londra per «Discutere una strategia di comunicazione comune e l'impegno volto ad assicurare e preservare la fiducia tra l'opinione pubblica britannica sulla sicurezza delle centrali nucleari e sulla politica di costruzione di nuovo nucleare, alla luce dei recenti eventi alla centrale nucleare di Fukushima».
Altri documenti rilasciati dall'Office for nuclear regulation, che dovrebbe controllare per conto del governo la sicurezza del nucleare, rivelano che in un "announcement" del 5 aprile sull'impatto di Fukushima sui nuovi programmi nucleari era stato cancellato attraverso un accordo con i rappresentanti dell'industria nucleare. Secondo un ex alto dirigente dell'Office for nuclear regulation, «Il grado di collusione è veramente scioccante»
Dopo le rivelazione del Guardian Decc e Bis stanno cercando di correre ai ripari. Un loro portavoce ha detto al giornale britannico: «Dato il dispiegarsi eventi senza precedenti in Giappone, è stato opportuno condividere le informazioni con i principali stakeholder, in particolare quelli coinvolti nella gestione dei siti nucleari Il governo è stato molto chiaro fin dall'inizio che era importante non dare in fretta un giudizio e che la risposta doveva essere basata su prove concrete. Per questo motivo abbiamo invitato il capo ispettore nucleare, il dottor Mike Weightman, a presentare una relazione solida e basata sulle evidenze».
Il Decc ha minimizzato il significato delle email inviate: «Il giovane funzionario della Bis non era il responsabile per la politica nucleare e le sue opinioni erano irrilevanti per le decisioni dei ministri in seguito al terremoto giapponese»
Non la pensa così Tom Burk, un ex consigliere del governo dell'ambiente e professore all'Imperial College di Londra, che ha detto al Guardian che «il governo britannico ripetere gli errori già fatti in Giappone. Sono troppo vicini alle industrie, nascondono i problemi, piuttosto che rivelarli e trattare con loro. Sarei molto più tranquillo se il Decc si fosse preoccupato di come il governo dovrebbe affrontare una spesa da 200 a 300 milioni di dollari di passività con un incidente nucleare catastrofico in Gran Bretagna»
Il governo, mentre gli ambientalisti lo accusano di fare marcia indietro sugli impegni per tagliare i gas serra, la settimana scorsa ha confermato i piani per costruire 8 nuovi impianti nucleari in Inghilterra e Galles. «Se proposte accettabili verranno avanzate in luoghi appropriati e se non dovremo far fronte a inutili rapine», come ha detto il ministro dell'energia Charles Hendry.
La Nia, che non ha voluto commentare l'imbarazzante scambio di email, ha però ribadito che«c'è un impellente bisogno di nuove costruzioni nucleari nel Regno Unito. Accogliamo con favore i risultati provvisori dell' independent regulator, il dottor Mike Weightman, che ha fatto rapporto al governo britannico che i reattori nucleari sono sicuri».
Forse per far smettere questi giochetti della lobby politico-industriale nucleare anche in Gran Bretagna ci vorrebbe un bel referendum all'italiana.