[04/07/2011] News

Esplosione lungo il gasdotto Egitto-Israele-Giordania

E' il terzo sabotaggio da febbraio: sospetti su frange anti-israeliane

Un'esplosione ha fatto saltare uno dei principali gasdotti che trasportano il gas egiziano verso Israele e la Giordania. L'esplosione è avvenuta stamattina vicino al villaggio di Bir Abd, nella penisola del Sinai, a 60 chilometri dal Canale di Suez e a circa 80da El-Arish, città portuale egiziana sul Mediterraneo che ha un ruolo cruciale nell'esportazione del gas verso Israele, circondata da Paesi arabi ostili. La pipeline è gestita dalla Gasco, la società di distribuzione del gas dell'Egitto che è una filiale di Egas, la compagnia nazionale del gas.

Le fiamme si vedono a 15 chilometri dal luogo dell'esplosione e raggiungono oltre 20 metri di altezza. I pompieri egiziani sono arrivati sul posto per cercare di spegnere le fiamme. Gli abitanti dei dintorni hanno detto di aver sentito una forte esplosione e per il giornale israeliano "Yediot Aharonot", che cita fonti della sicurezza egiziana, non ci sarebbero dubbi: «Sabotatori hanno fatto saltare in aria un oleodotto per il trasporto di gas dall'Egitto a Israele e Giordania, costringendo ad un arresto nel flusso di gas».

E' stato il terzo attacco subito dall'inizio di febbraio dal gasdotto, che oltre a rifornire Israele e Giordania, serve anche cementifici e una centrale elettrica locali. Secondo la security egiziana, uomini armati di mitragliatrici arrivati con un piccolo camion hanno costretto le guardie a lasciare l'impianto e poi hanno piazzato cariche esplosive. Gli attentati sono stati attribuiti a frange filo-palestinesi, a gruppi della rivoluzione egiziana che vogliono rompere con Israele e a tribù beduine che vogliono colpire il governo egiziano. Ma la matrice anti-israeliana sembra comunque emergere in tutte le ipotesi.

Un'altra fonte egiziana ha detto alla Reuters: «Fino ad ora non abbiamo informazioni sufficienti, ma in linea di principio l'esplosione è avvenuta nello stesso modo in cui sono successe le due esplosioni precedenti. La società del gas naturale che gestisce il gasdotto lo ha chiuso dopo l'esplosione».
Secondo i testimoni però questa volta l'esplosione è stata molto più forte delle precedenti e ha spaventato molta gente, dal deserto si vedono chiaramente le lingue di fuoco.

Dopo i sabotaggi precedenti, il 5 febbraio e il 27 aprile, il gasdotto è rimasto chiuso per settimane ed è sempre più chiaro che questa pipeline vitale per Israele è diventata uno dei bersagli privilegiati del movimento filo-palestinese.

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