
[05/07/2011] News
Lo zooplancton è alla base della catena alimentare che permette la sopravvivenza del merluzzo artico, degli uccelli marini, delle balene, delle foche e degli orsi bianchi, e il delicato equilibrio di questa catena dipende fortemente dal copepodi Calanus glacialis (nella foto), che è quindi l'animale più importante della regione artica.
Gli scienziati dell'University Centre in Svalbard (Unis) hanno fatto nuove scoperte sul rapporto tra luce e plancton e sul ruolo fondamentale che gioca il ghiaccio marino per questi minuscoli animali.
Bård Amundsen ed Else Lie, del Norwegian research council, spiegano sul sito dell'Unis che «in alcune parti del nord della regione artica, il delicato equilibrio della catena alimentare dipende fortemente dal piccolissimo copepode Calanus glacialis. Questa specie di zooplancton artico è particolarmente adattata allo scioglimento dei ghiacci marini ed alla fioritura di alcune piccole specie algali».
Grazie ai finanziamenti ricevuti da Climate change and impacts in Norway (Norklima) e dal Research Council's Large-scale programmes, i ricercatori dell'Unis hanno fatto nuove scoperte sul rapporto tra luce solare, fitoplancton e zooplancton e sul ruolo fondamentale che il ghiaccio marino gioca per il plancton.
Il loro progetto di ricerca, "Climate effects on planktonic food quality and trophic transfer in Arctic Marginal Ice Zones" (Cleopatra), in parte sostenuto da una serie di progetti dell'Ue finanziati nell'ambito del Settimo programma quadro, ha evidenziato che «cambiamenti nelle condizioni della piattaforma continentale di ghiaccio polare potrebbero avere un impatto sulle alghe che aderiscono al ghiaccio o fluttuano nelle masse d'acqua. Ciò potrebbe avere implicazioni importanti per il Calanus glacialis e tutti i suoi predatori».
Amundsen e Lie spiegano che «lo zooplancton Calanus è un genere di copepodi marini, minuscoli crostacei parenti del krill, dei granchi e dei gamberetti. Nel Mare del Nord, la specie predominante tra i copepodi è il Calanus finmarchicus, di appena 4-5 mm di lunghezza. Ma nella piattaforma continentale relativamente poco profonda che circonda il Mar Glaciale Artico, la più importante è il più grande e più grasso Calanus glacialis. Le zone terrestri dell'Artico comprendono un deserto polare. Nell'oceano, invece, una combinazione feconda di scioglimento dei ghiacci, nutrienti e luce solare dà luogo ad una esplosione virtuale di vita in estate, a metà dell'anno».
Nella catena alimentare dell'Artico, i composti nutritivi più ricercati sono gli acidi grassi omega-3, prodotti esclusivamente da alghe marine (alghe del ghiaccio marino e fitoplancton); i Calanus glacialis pascolano su queste alghe e sono una fonte primaria di nutrienti nella catena alimentare della regione artica. Per sopravvivere ai lunghi inverni artici, il Calanus glacialis immagazzina una grande quantità di grassi, che può arrivare fino al 70% della sua massa corporea. Questo zooplancton ricco di lipidi è la fonte primaria di cibo per i merluzzi dell'Artico, gli uccelli marini e le balene. I merluzzi, a loro volta, sono il cibo principale delle foche, che sono il cibo preferito degli orsi polari.
Ad aprile iniziano a fiorire le alghe che vivono sotto il ghiaccio, si tratta di organismi particolarmente adattati ad utilizzare la minima luce solare che penetra il ghiaccio e la neve nei giorni prima primavera. La fioritura algale che ne risulta rende queste alghe essenziali come fonte di cibo: un fenomeno analizzato dalla ricercatrice Eva Leu, che ha documentato il ciclo stagionale di queste alghe e la loro dipendenza da vari fattori ambientali. Un altro picco di fioritura di biomassa emerge a luglio, un periodo durante il quale il fitoplancton nuota in acque prive di ghiaccio. È durante questo periodo che i voraci piccoli di Calanus glacialis sono diventati abbastanza grandi e mangiano queste ricche sostanze nutritive.
Per quasi un anno i ricercatori hanno monitorato lo sviluppo del plancton a Rijpfjorden, un fiordo dell'isola di Nordaustlandet, nell'arcipelago delle Svalbard e Jørgen Berge, professore di biologia all'Unis e project manager di Cleopatra, sottolinea che «nell' Arctic Marginal Ice Zones, il mare è coperto di ghiaccio durante l'inverno. Quando il ghiaccio lascia finalmente la sua presa con l'avvento della primavera artica, si verifica una produzione esplosiva di biomassa. Il progetto Cleopatra è stato avviato per migliorare la conoscenza sui legami degli alimenti più importanti della catena: le alghe e il fitoplancton del ghiaccio, che può essere definito come l'erba del mare, mentre lo zooplancton rappresenta le mucche dell'oceano. Siamo i primi ad avere documentato come il Calanus glacialis sia in grado di sfruttare le particolari condizioni di questa parte della regione artica».
Nella seconda fase del progetto Cleopatra i ricercatori hanno scoperto come lo sviluppo dei copepodi avviene durante le due distinte fioriture delle alghe, e dicono che «i risultati dimostrano che i cambiamenti dello scioglimento del ghiaccio marino artico potrebbero sconvolgere il ciclo del Calanus». Anche per questo un team allargato di ricercatori, provenienti da Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Polonia, Russia, Svezia ed Usa ha in programma di mappare in futuro l'impatto dello scioglimento più rapido del ghiaccio marino su tutta la rete alimentare dell'Artico.