[06/07/2011] News

Antropologia, storia e linguistica della banana da supermercato geneticamente indebolita

Proceedings of National Academy of Sciences (Pnas) pubblica un singolare studio, "Multidisciplinary perspectives on banana (Musa spp.) domestication" al quale hanno contribuito agronomi, genetisti, archeologi, linguisti e antropologi provenienti da università e istituti di ricerca di Australia, Belgio, Francia, Guadalupa, Usa, Vanuatu e Panama. Come spiegano gli stessi ricercatori, «questa originale ricerca multidisciplinare chiarisce i complessi percorsi della geo-domesticazione  che ha generato la vasta gamma di cultivar di banana (Cvs). Le analisi genetiche identificano gli antenati selvatici dei Cvs dei nostri giorni, e chiariscono alcuni passaggi chiave dell'addomesticamento per i diversi gruppi degli stessi. L'archeologia e la linguistica mettono in luce il ruolo storico delle persone nei movimenti e nella coltivazione delle banane dalla Nuova Guinea all'Africa occidentale durante l'Olocene. La ricostruzione storica dei processi di domesticazione è essenziale per i programmi di coltivazione che cercano di diversificare e migliorare i Cvs di banana per il futuro».

Ripercorrendo l'albero genealogico delle banane, il team internazionale di ricercatori ha scoperto che gli antenati selvatici di questi frutti si sono raramente incrociati negli ultimi 7000 anni, e per questo occorre rafforzare e diversificare i raccolti non "industriali" di banane.  Infatti, le banane gialle standard che occupano  gli scaffali dei nostri supermercati sono in maggior parte coltivate come cloni sterili e quindi sono geneticamente identiche. «Ma questo li rende particolarmente vulnerabili alle malattie, ai parassiti ed alle sfide ecologiche», scrivono i ricercatori su Pnas.

Uno degli autori dello studio, Mark Donohue (dell'Australian national university di Canberra), sostiene che «l'85% delle banane coltivate sono per il consumo locale. Questo significa che qualsiasi interruzione della fornitura di banane avrà conseguenze immediate, che potranno portare a carestie». Come negli anni '50, quando una malattia fungina - conosciuta come morbo di Panama - portò ad enormi perdite di "Gros Michel", che allora era la specie di banana più esportata e di largo consumo. Un evento simile a quello della carestia irlandese delle patate del XIX secolo, che fu il risultato di un'eccessiva dipendenza da alcune specie di patate.  

Per produrre in futuro coltivazioni di banane migliori e geneticamente varie i ricercatori dicono che «è necessario comprendere quali specie sono state storicamente incrociate e selezionate per la riproduzione»; così, per ricostruire la diffusione geografica delle banane e i percorsi della loro domesticazione hanno analizzato dati genetici, linguistici e archeologici. «La discendenza genetica è una cosa, ma sapere come  le banane sono state utilizzate dagli esseri umani è un'altra cosa - spiega Donohue su Abc Science. Gli archeologi possono dirci quando sono state effettivamente utilizzate, i genetisti possono dirci in quale direzione e con quale tipo di incroci di successo e, attraverso la linguistica, siamo riusciti ad avere un'idea di quanto fossero culturalmente importanti le banane per le regioni in cui esistevano».

Analisi di resti microscopici di foglie di banana trovati nella palude di Kuk, un sito patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco che si trova in Nuova Guinea, hanno confermato  che la coltivazione delle banana era già in atto circa 7.000 anni fa. Le analisi genetiche hanno dimostrato che nelle isole del sud-est asiatico e della Melanesia occidentale esistevano, ed ancora esistono, sottospecie di banane ibridate che non potrebbero essersi formate senza l'intervento umano. La ricerca linguistica ha invece identificato più di 1.100 termini in lingue diverse che si riferiscono a varietà di banane, ed ha trovato anche quattro principali derivazioni del termine "banana", ognuna delle quali suggerisce un percorso diverso della diffusione di questo frutto.

Donohue  è convinto che la nuova ricerca possa fornire una base per una strategia della coltivazione delle banane: «dobbiamo incoraggiare le diversità locali. Ci sono centinaia di varietà di banane, dai platani alle  ladyfingers, e ce ne sono molte altre che devono ancora essere documentate. In molte parti del mondo, come in Indonesia, in realtà non siamo in grado di sapere davvero quale tipo di diversità genetica sia diffusa. Tenuto conto dei diversi tipi di clima che vediamo, dalla Nuova Guinea al sud est asiatico, probabilmente c'è una varietà specializzata, già coltivata o presente in natura, che potrebbe occupare abbastanza bene la nicchia resistente alla malattia, se solo la potessimo trovare».

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