[12/07/2011] News

La Commissione energia dell'Ue: per le trivellazioni petrolifere offshore controlli indipendenti e attenzione all'ambiente

Secondo un progetto di risoluzione adottato oggi, con 41 voti a favore e 6 contrari, dalla Commissione energia del Parlamento europeo «studi di impatto specifici e piani relativi alle procedure ambientali devono essere una condizione preliminare per tutte le attività petrolifere o gasiere offshore. Piani di emergenza specifici devono essere sottoposti e approvati prima di avviare tutte le attività di trivellazione».

La conservatrice nordirlandese Vicky Ford, che ha preparato il testo della risoluzione, ha spiegato che «il Parlamento presenta le sue proposte riguardanti le misure supplementari dell'Ue in seguito alla marea nera accaduta l'anno scorso, che ha provocato una delle peggiori catastrofi per la fauna e l'economia degli Stati Uniti. Questo rapporto presenta una serie di suggerimenti per prevenire le catastrofi, intervenire rapidamente in caso di bisogno e definire chiaramente le responsabilità».

Il progetto di risoluzione risponde al documento di lavoro della Commissione Ue, approvato nell'ottobre 2010, sul disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico e fa seguito ad una risoluzione del Parlamento europeo, sempre dell'ottobre 2010, sulle attività dell'Ue nei settori dell'esplorazione e dell'estrazione petrolifera in Europa. La Commissione prevede di presentare una nuova proposta legislativa in autunno.

Secondo il documento approvato «le norme più stringenti in materia di sicurezza e di protezione dell'ambiente dovrebbero essere rispettate in tutti i settori legati allo sfruttamento petrolifero e gasiero. Tutte le piattaforme di trivellazione devono essere controllate in maniera indipendente ed ispezionate in modo regolare da specialisti indipendenti, foormati e familiarizzati con le condizioni locali. La valutazione di impatto ambientale deve essere una condizione preliminare per l'ootenimento della licenza, mentre un piano di emergenza specifico, che identifichi i pericoli, valuta le potenziali fonti di inquinamento ed i loro effetti e presenta una strategia di risposta per dei potenziali pozzi di soccorso, devono essere sottoposti almeno due mesi prima dell'inizio di ogni attività di trivellazione. Le operazioni devono iniziare solo dopo l'approvazione ndi questo piano da parte delle autorità nazionali».

Per quanto riguarda la prevenzione «i lavoratori devono poter segnalare ogni défaillance o pericolo in materia di sicurezza sotto la copertura dell'anonimato, in maniera da premunirsi contro di atti di ritorsione. Il settore deve anche instaurare dei programmi regolari di formazione, tanto per gli impiegati che per gli operai».

Secondo gli europarlamentari, in caso di catastrofe la responsabilità principale è da attribuire all'impresa che effettua le trivellazioni, sulla base del principio 'Chi inquina paga', «tuttavia, incombe al settore pubblico di controllare e coordinare la risposta in caso di catastrofe. L'Agenzia europea per la sicurezza marittima (Emsa) potrebbe coordinare gli interventi uin caso di incidente, mente i Piani di emergenza nazionali devono essere aggiornati ed infrastrutture appropriate devono essere accessibili nei ed intorno ai mari europei, per far fronte ai peggiori scenari della marea nera».

La Commissione energia presieduta dal democristiano tedesco Herbert Reul «dubita che un organismo europeo di regolamentazione delle operazioni offshore apporti un valore aggiunto sufficiente per giustificare un salasso delle rare risorse regolamentari delle autorità nazionali competenti».

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