
[15/07/2011] News toscana
Forse mi fa velo l'essere stato presidente di Provincia -una vita fa- e soprattutto di essermi occupato in sede nazionale, e non solo e per conto dell'UPI, del tema della abrogazione, ma ho trovato l'intervento di Pieraldo Ciucchi su Il Tirreno sorprendente per superficialità a cui non aggiunge nulla la rivendicazione orgogliosa di averla proposta già nel 2006.
Ciucchi scrive che in base ai suoi calcoli e alle indicazioni da lui prospettate si risparmierebbero un sacco di soldi. E rimbrotta i presidenti delle province toscane che non si sarebbero ancora accorti che i buoi sono scappati e ormai i cittadini non vogliono più saperne. Che un consigliere regionale toscano, del PSI, nel momento in cui il governo non fa solo macelleria sociale ma anche istituzionale e costituzionale, veda in tutto questo un saggia politica contro istituzioni ‘mangiasoldi' ( province in testa) lascia basiti. Non solo, ma legittima ampiamente riserve e dubbi -non solo delle province- sulla operazione avviata dalla giunta regionale che lascia troppo in ombra la questione centrale per un effettivo riordino istituzionale, e cioè quali competenze oggi a fronte di un centro che è tornato a comandare alla grande- debbono finalmente in base al titolo V della Costituzione essere ripartite in ‘leale collaborazione' tra stato, regioni ed enti locali.
Questione già aperta anche nell'anno 2006 quando il nuovo articolo della Costituzione era in vigore da un quinquennio e non prevedeva alcuna abrogazione delle province, ignorando evidentemente gli autorevoli auspici di Ciucchi. La riforma delle istituzioni è qualcosa di più complesso di qualche taglio in più d'un caso anche cervellotico.