
[20/07/2011] News
Dice giustamente Silvano Andriani sull'Unità di oggi che «la politica non può riprendere il controllo dei processi economici senza ridurre drasticamente il ruolo dei mercati finanziari». Un'osservazione che greenreport.it ha fatto già da tempo, ma che purtroppo non è su alcun tavolo di discussione di quelli che contano. Domani si terrà l'atteso vertice dell'Ue sulla Grecia, dove si dovrebbe decidere la sorte del paese ellenico ormai di fatto già in default. A leggere le dichiarazioni di Frau Merkel il summit non sarà così decisivo, ma di certo si dovrebbe intravedere la linea che si vorrà intraprendere.
In Italia tengono banco ancora le vicende giudiziarie di una classe politica (purtroppo non solo di una parte...) sinceramente allo sbando e si sente forte l'esigenza almeno di provare a cambiare le cose con una nuova maggioranza. Paradigmatico che la crisi sia nata sulla questione dei rifiuti di Napoli e non sulla manovra lacrime e sangue appena varata. Chi ha seguito fin dalla nascita greenreport.it ricorderà quando segnalavamo come fossero proprio le "questioni ambientali" quelle sulle quali ci si stava sempre più scontrando a tutti i livelli.
Visto che si tratta di una storia che nasce vent'anni fa o quasi e che e' stata utilizzata come il coniglio dal cilindro dal premier che vantava di aver risolto il problema. Di fatto in Italia non si vuole trovare una soluzione vera al problema e oltretutto si crea uno scontro nazionale sul male minore, quello appunto dei rifiuti urbani, ignorando l'iceberg vero, che sono gli speciali. Ma anche di questo i nostri lettori dovrebbero essere a conoscenza.
L'Italia si trova quindi in una situazione che la vede anello debole dell'Europa in quanto sotto attacco della speculazione e, senza un governo in grado di guidarla, è una mina vagante quindi dell'Unione stessa. Un fallimento dell'Italia sarebbe un colpo chissà se mortale all'Ue, tanto che Zingales e Perotti oggi sul Sole24Ore dicono che è meglio che si lasci fallire la Grecia per evitare proprio che a catena falliamo anche noi e l'effetto contagio non si arresti più.
Ma queste sono ancora soluzioni tutte dettate dal mercato, segnatamente quello finanziario che ha dimostrato di poter fare come vuole e quasi in barba ad ogni logica. La stabilità politica di un Paese quasi non conta se si pensa, è una provocazione, che i conti del Belgio e la sua economia vadano tutto sommato piuttosto bene nonostante oltre 400 giorni senza un governo. La politica è stata messa da parte, anzi si è messa da parte, e ora non ha tecnicamente più in mano la possibilità di inseguire i mercati, previa riduzione "drastica del ruolo dei mercati finanziari". Sul come fare questo bisognerebbe scontrarsi.
Anche perché sta emergendo da tutto questo caos, che neppure uno come Soros sta capendo tant'è che il suo fondo da 25 miliardi di dollari ha venduto quasi tutto e adesso ha il 75 per cento di liquidità pronta per essere investita ma non sa neppure lui dove, un nuova verità. La crisi ecologica ancora non si è fatta sentire fino in fondo sui mercati. Dunque quando questa arriverà al suo acme, se saremo sempre in queste condizioni, a fallire sarà il pianeta e il pianeta non lo salva nessuno.
Tuttavia confidiamo nel fatto che il ciclo della vita trova sempre la maniera per rinascere, con o senza la finanza e il capitalismo d'assalto. Una regola che la specie umana, in questo caotico formicaio umano, sembra non aver ancora compreso, nonostante miliardi di anni di evoluzione planetaria.