[21/07/2011] News

La direttiva europea che spaventa il Babbo Natale cinese

E' entrata in vigore una nuova direttiva Ue che esclude i giocattoli considerati difettosi e pericolosi, la legislazione Ue è considerata ora la più restrittiva al mondo per quanto riguarda la sicurezza. Come spiega l'Unione europea «Con l'entrata in vigore della nuova direttiva relativa alla sicurezza dei giocattoli, tutti i protagonisti interessati alla produzione, vendita e controllo dei giochi sul mercato dell'Ue avranno più responsabilità al fine di proteggere meglio i bambini». Gli Stati membri dovranno fare in modo che vi siano controlli adeguati sia alle frontiere dell'Ue che all'interno dell'Unione, comprese ispezioni nei magazzini dei grossisti per confiscare immediatamente i giochi pericolosi. Per produttori, importatori, e distributori di giochi sono previsti anche altri obblighi: «Prima di mettere un nuovo gioco sul mercato, dovranno identificare i pericoli e la potenziale esposizione dei bambini, realizzando una valutazione di sicurezza - dice l'Ue - Infine, i produttori saranno anche tenuti ad assicurare la tracciabilità dei giocattoli, indicando il nome, l'indirizzo e il numero dell'articolo».

Il commissario Ue all'industria ed all'imprenditoria, l'italiano Antonio Tajani, ha sottolineato che «La sicurezza dei nostri bambini è la nostra prima priorità. Per quel che riguarda i giochi, abbiamo la migliore legislazione al mondo e le esigenze di sicurezza più stringenti. Però non è sufficiente rafforzare le regole. Abbiamo anche bisogno che degli Stati membri per assicurare una sorveglianza rafforzata del mercato e così dissuadere gli operatori del mercato dall'infrangere le regole».

L'obiettivo non detto della direttiva Ue è alla fine uno: il Babbo Natale del pianeta, le fabbriche di giocattoli cinesi. Un non detto che è stato subito compreso in Cina e tradotto in lingua mandarina e cantonese. L'agenzia ufficiale Xinhua dà la notizia dell'entrata in vigore della nuova direttiva europea con grandissimo rilievo ed evidenzia che «Ha provocato inquietudini in molti produttori cinesi, riguardanti l'aumento dei costi e il calo dei profitti. La direttiva 2009/48/EC del Consiglio dell'Unione europea sulla sicurezza dei giochi vieta  l'utilizzo di 19 tipi di metalli pesanti, contro 8 nel vecchio regolamento». Insomma, la qualità e la sicurezza mettono in crisi la fabbrica globale dei giocattoli e numerosi produttori cinesi lo considerano «il regolamento più duro» fino ad oggi, anche perché l'Ue vieta anche l'utilizzo di 55 fragranze allergizzanti e per la prima volta ne limita l'utilizzo di altre 11.

Un brutto colpo per la Cina, il più grande esportatore di giochi del mondo, con ben il 70% della quota del settore. I nostri Babbo Natale Befana hanno ormai gli occhi a mandorla: le esportazioni di giochi cinesi verso l'Europa nel 2010  hanno raggiunto i 2,2 miliardi di dollari, ben un quarto delle esportazioni della Cina e l'87% delle importazioni dell'Ue.

E' chiaro che questi necessari elementi di sicurezza e qualità diventano una sfida alla Cina da parte dell'industria europea dei giocattoli, che rappresenta ancora più del  25% del mercato mondiale del settore. La Commissione Ue spiega che si tratta di «Un'industria molto globalizzata ed uno dei settori di attività più dinamici in Europa. Circa l'80% del settore è composto da piccole e medie imprese che impiegano meno di 50 lavoratori». Nel 2009, la  produzione totale di giocattoli nell'Ue arrivava a circa 5 miliardi di euro, l'80% dei quali prodotti nell'ordine da Francia, Germania, Italia, Irlanda, Spagna, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Polonia. Le circa 2.000 imprese europee del settore danno lavoro direttamente a circa 100.000 persone, impiegate nella produzione, ricerca e sviluppo, marketing, vendite, distribuzione ed altri servizi.

Il vecchio Babbo Natale europeo fatica, ma resiste all'inarrestabile corsa di quello cinese: nel 2010 le esportazioni di giocattoli tradizionali dei 27 Paesi Ue verso Paesi extra-Ue hanno raggiunto gli 1,05 miliardi di euro, il 10,2% rispetto al 2009. Ma nel 2010 le importazioni nell'Ue di giocattoli tradizionali provenienti dall'estero hanno toccato i 6,96 miliardi di euro, il 20,3% in più rispetto all'anno prima, Nonostante la crisi,nel 2009 il totale delle vendite al dettaglio di giochi nell'Ue è aumentato a 14,485 miliardi di euro en 2009. Il mercato dei giocattoli europeo è il più importante del mondo, i giocattoli per bebè e bambini piccoli nel 2009 erano la categoria di giocattoli  più venduta nell'Ue, con una quota di mercato di circa il 20%.

Secondo Xinhua, «Numerosi produttori cinesi stimano che l'applicazione della nuova direttiva aumenterà le loro spese e diminuirà i margini di guadagno. Wen Shuihong, redattore capo del magazine mensile Toy Industry, ha indicato che l'industria dei giochi della Cina sta entrando in un periodo difficile, perché i guadagni si erano già ridotti per l'aumento dei costi. Le statistiche del ministero cinese del commercio dimostrano che, malgrado un tasso di crescita del 35% su base annua del volume delle esportazioni dei giochi tra gennaio e maggio 2011, il valore è aumentato solo del 13,2%, con dei giochi venduti in media a  0,48 dollari al pezzo, cioè un calo del 16,2% in un anno».

Ma cos'è che spaventa tanto i giocattolai cinesi della globalizzazione? Lo spiega bene un comunicato dell'Ue: «La nuova direttiva affronta un largo ventaglio di aspetti per fare in modo che i giochi non presentino alcun pericolo per la salute ed alcun rischio di ferite. E' per questo, per esempio, che le regole sono rafforzate per impedire che i bambini non si soffochino dopo aver ingerito o inalato dei giochi o dei loro elementi. I giochi contenuti nelle derrate alimentari o mischiate con loro devono avere sempre un imballaggio distinto. I giochi che sono accessibili solo dopo che l'alimento è stato consumato, sono vietati».

Ma il Babbo Natale cinese (e le multinazionali occidentali che commissionano i suoi d servigi) sono preoccupati soprattutto dalle nuove regole che prevedono più ampie informazioni sulla sicurezza e sui paletti invalicabili per evitare i rischi per i bambini che diventano ognuno un costo in più. La Commissione Ue fa qualche esempio:  «Gli elementi o i frammenti dei giochi che possono essere ingeriti dai bambini, generando così un rischio di asfissia, per esempio dei pupazzetti o delle carte mischiate a del cibo senza un appropriato imballaggio di protezione; I tavoli applicabili o i seggioloni  che non sono abbastanza stabili e possono quindi intrappolare i bambini; I ftalati, delle sostanze chimiche che rendono la plastica più dura, che sono utilizzati nei giochi o neri biberon e possono danneggiare gravemente i reni ed il fegato; Pupazzetti e bambole  contraffatti estremamente infiammabili trasformati con vernici non conformi; I ritardanti di fiamma chimici contenuti in alcuni giochi che provocano alterazioni al sistema nervoso, dei possibili effetti negativi sulla crescita e dei danni permanenti al sistema endocrino».

Il Babbo Natale globale cinese dovrà, d'ora in poi, pensare più al benessere dei bambini europei e fare i conti con la sicurezza e la salute. Ma c'è da stare sicuri - anche se speriamo di sbagliarci - che porterà i suoi economici doni pericolosi, fabbricati dai suoi elfi con gli occhi a mandorla, ad altri bambini di Paesi meno attenti, che saranno felicissimi di riceverli...

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