
[21/07/2011] News
Sui rifiuti di Napoli si è detto e scritto tutto. E' lo specchio di un Paese di "nani sulle spalle di giganti". Incapaci, nonostante le tante eccellenze di un passato grandioso, di essere una nazione capace di guardare avanti con lungimiranza alle sfide della modernità.
Così mentre la cronaca parla ancora di quasi duemila tonnellate di rifiuti a terra e di un governo che sul decreto che doveva sbloccare (non risolvere, che è tutta un'altra partita) la situazione, è andato sotto due volte, arriva una storia dal cuore del capoluogo campano che vale la pena raccontare.
Si tratta di un video (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=w0aR6thF8Y8), di un quasi niente che è quasi tutto direbbe Jean D'Ormesson, fatto da ragazzi di Napoli che colpe certamente non hanno di questa situazione. I ragazzi ai quali hanno tolto quasi tutto, ma non l'anima. L'anima se la tengono ben stretta e salta fuori da questo video dove una danza tribal-pop di uno degli ideatori del video attraversa su note struggenti la Napoli dei rifiuti e la Napoli delle bellezze architettoniche.
L'ispirazione viene dal famoso Matt Harding http://www.youtube.com/watch?v=zlfKdbWwruY&feature=player_embedded#at=16 che del ballo intorno al mondo ne ha fatto una ragione di vita.
Il giovane del video di Napoli non cede allo squallore, si legge nel lancio di agenzia, compare poi la scritta: «Napoli. Da soli non si può fare molto. Per cambiare bisogna essere in tanti». Poi il protagonista non è più solo. Cominciano a ballare con lui prima i turisti tra le bancarelle e poi tanti altri. Il video si conclude con le grida e i salti festosi di tanti bambini che ballano sul molo e il messaggio: «La nostra città cambiamola insieme».
Il ballo, purtroppo, andrebbe fatto per tutta Italia e non solo per le strade di Napoli. In principio ci provarono i girotondini a buttarla in "danza", ma nell'era digitale questo video farà sicuramente più strada. Non sposterà magari niente, ma farà sentire le persone più vicine. A noi ha fatto questo effetto. Restiamo uniti.