
[26/07/2011] News
Presidencia de la Plaza, una piccola località argentina della provincia del Chaco ha dato il via al primo impianto di trasformazione degli scarti dell'industria del legname in energia rinnovabile. L'impianto, che ha ricevuto un finanziamento governativo, è il primo tassello di un polo tecnologico e produttivo argentino che punta a produrre energia dalla biomassa.
L'iniziativa è stata presa dal municipio e dall'Instituto nacional de tecnología industrial (Inti) e punta a creare posti di lavoro ed energia termica alla metà del costo dell'energia fossile.
Emilio Scozzina, dell'Inti, ha spiegato a Tierramérica che «l'impianto processa 500 chili di segatura compattata all'ora, 2mila tonnellate all'anno. Il municipio provvede al residuo a costo zero, perché ha un forte impegno per il risanamento ambientale».
L'Inti sottolinea che «Con 500.000 dollari di investimento, un gassificatore di 2.500 m3 all'ora produce l'equivalente di 196 litri di gas liquefatto e si può ammortizzare in 5 mesi se si utilizza il Gpl o in 17 mesi se si usa il gas naturale».
Alberto Anesini, direttore del Programa de industria de servicios y ambiente dell'Inti, sottolinea che «nei i campi o nelle popolazioni isolate, il gas da biomassa può rimpiazzare la rete o le bombole di gas liquefatto e i fumi delle caldaie».
La zona del Chaco argentino prescelta per il primo impianto industriale a biomassa ospita numerose segherie e mobilifici, ma la segatura è solo il punto di partenza, Anesini fa una lunga lista dei materiali i utilizzabili: scarti di legno, lolla di riso, arachidi, noci o mandorle, canne bambù o tacuara.
I residui della lavorazione di cotone e i suoi semi, polpa dello zucchero di canna, uva, gusci di jatropha, scarti della lavorazione di olio di oliva, girasole, potature dei vigneti, paglia di grano, steli di sorgo, lettiera del pollame, «come si vede, l'uso di tutto quelli che vengono genericamente chiamati "rifiuti agro-industriali", dei quali l'Argentina ne ha una grande quantità».