
[28/07/2011] News
Wwf: «Basta nascondersi dietro il lupo cattivo»
Il documento presentato alla Camera che prevede la riapertura della caccia al lupo sta scatenando la reazione delle associazioni ambientaliste ed animaliste, WolfEmergency si è immediatamente mobilitata con una protesta a livello nazionale «Che coinvolge non solo i circa 50mila attivisti, ma le associazioni animaliste ad essa collegate».
Claudio Mangini, fondatore e coordinatore di WolfEmergency, dice: «Si torna al medioevo e non si risolverà alcun problema zootecnico. Le leggi esistono: basterebbe che gli allevatori si attenessero alle norme che regolano la prevenzione e mettessero in sicurezza le greggi. Il lupo non è ancora del tutto uscito dalla soglia di estinzione in Italia e siamo molto lontani dal vederlo come un problema tale da doverne istituzionalizzare l'abbattimento selettivo». Mangini si incontrerà a breve con i presidenti delle associazioni animaliste più importanti per discutere una strategia ed un documento comune da proporre alle istituzioni.
Protesta anche Animals Asia Foundation: «Piuttosto sorpresi apprendiamo con sdegno dell'unanime decisione di riprendere la caccia al lupo, che in anni non troppo lontani ne ha quasi provocato l'estinzione. Ovviamente sembra che la motivazione sia preventiva, come se i vari problemi della zootecnica italiana dipendessero dall'abbattimento di questo sfortunato esemplare dopo la distruzione del suo habitat naturale e la scomparsa dei grandi erbivori, dei quali questo meraviglioso predatore si nutre. E' il caso di dire che il lupo perde il pelo ma a Voialtri è concesso il vizio». A nome di Animals Asia Foundation Antonello Palla annuncia che «tutte le associazioni italiane che si occupano di diritti animali in Italia richiederanno l'intervento urgente della Commissione ambiente dell'Unione Europa, la quale, come accaduto proprio recentemente in Svezia, ha aperto in merito una procedura d'infrazione».
Francarita Catelani presidente di Una Cremona lancia un monito ai politici: «La decisione della Commissione agricoltura della Camera ha approvato un documento che, qualora fosse tramutato in legge, consentirebbe l'abbattimento dei lupi "per prevenire danni importanti al bestiame". Noi chiediamo a gran voce che i lupi, animali protetti da leggi nazionali ed europee, vengano lasciati in pace. Riteniamo altresì che non sia lecito "risolvere" problemi, spesso causati dall'uomo, sempre e solamente ammazzando! Ricordatevi che i cacciatori sono una minoranza nel Paese e che i cittadini sono stanchi di dover subire la loro protezione a danno di animali che sono di tutti, e non solo dei cacciatori».
Il Wwf ha scelto di scrivere una lettera alla Commissione agricoltura della camera significativamente intitolata «Basta nascondersi dietro al "lupo cattivo": la corretta applicazione delle politiche agricole nel segno della tutela e della convivenza».
Il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, scrive: «Ancora una volta, ignorando dati scientifici, anni di studi e progetti concreti che dimostrano come la convivenza tra uomo e predatore sia possibile, si usa il lupo come il diavolo cattivo. Ma è veramente colpa del lupo se la pastorizia è in crisi o se l'allevamento non è più redditizio? È colpa del lupo la crisi profonda della montagna? Dietro allo spauracchio del "lupo cattivo" si nascondono una maldestra politica agricola e le difficoltà di una attività agrosilvopastorale poco competitiva, che solo nell'innovazione, nella valorizzazione della filiera corta e nella qualità può cercare un suo riscatto. La risposta più efficace alle difficoltà segnalate dal mondo agricolo rispetto alla fauna selvatica sarà nella capacità di utilizzare nel modo più opportuno le risorse che la nuova Politica Agricola Comunitaria (Pac), oggi in discussione, renderà disponibili per la conservazione della biodiversità. L'annunciata riforma della Pac per il 2014-2020 conferma infatti la priorità della conservazione delle specie e degli habitat di elevato valore naturale (come è indiscutibilmente il lupo) e renderà disponibili complessivamente per l'agricoltura e la zootecnia italiana oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro, nonostante l'annunciato taglio del 12% delle risorse attuali. E l'Unione Europa chiede esplicitamente agli Stati membri di assicurare con queste risorse anche la conservazione del lupo, insieme alle imprese agricole delle aree rurali marginali. Nonostante i tagli alla spesa pubblica, le risorse economiche per affrontare con serietà i problemi evidenziati dall'indagine parlamentare saranno quindi disponibili. Tutto dipenderà dalla capacità delle Regioni di utilizzare in modo efficiente ed efficace le risorse della futura Pac, soprattutto con la doverosa coerenza rispetto alle priorità indicate dall'Unione Europea».
Per questo il Wwf chiede «l'inserimento tra i criteri premianti della Pac per l'attribuzione del pagamento unico aziendale alle imprese zootecniche, la realizzazione degli investimenti necessari per la prevenzione dei danni da lupo e l'adozione di tecniche di gestione dell'allevamento in grado di ridurre a monte gli eventuali danni: strumenti concreti come recinzioni elettrificate, dissuasori acustici, uso dei cani, il controllo degli animali al pascolo, che in molte aree di Italia stanno già dando ottimi risultati nel consentire la convivenza pacifica tra uomo e grandi predatori. Nei Programmi di sviluppo rurale delle regioni (Psr 2014-2020) dovranno inoltre essere inserite misure specifiche di sostegno delle imprese agricole per gli investimenti strutturali necessari per la prevenzione e riduzione dei danni causati dalle specie selvatiche di elevato valore conservazionistico, come lupo, orso, aquila e altri uccelli rapaci».
Leon sottolinea che «l'indagine conoscitiva della Commissione agricoltura avanza molti dubbi sull'affidabilità dei dati raccolti e, quindi, da essa non emerge alcuna conferma dell'esistenza di un effettivo ‘problema lupo'. Esiste, invece, un "problema caccia", visto che oggi l'unica normativa vigente a tutela della fauna in Italia è quella che regolamenta le modalità secondo le quali spararle. Occorre, al più presto, uscire da questa logica. Per una rispettosa convivenza tra l'uomo e le altre specie viventi occorre in Italia una seria politica sulla biodiversità. E questa è l'unica strada che consigliamo di intraprendere alla Commissione Agricoltura, perché è quella che permette di cogliere i veri problemi di fondo e selezionare le giuste soluzioni. Alla radice di molti mali vi è il crescente consumo di territorio naturale, la sua dequalificazione e la sempre minore disponibilità di habitat in equilibrio. Pensare di trovare una soluzione in piani di abbattimento di alcuni animali significa creare nuovi problemi. Per il Wwf sono infine inaccettabili le esternazioni delle ultime settimane arrivate dal Piemonte, dove l'assessore Sacchetto, incomprensibilmente disconoscendo i dati e i risultati di anni di lavoro serio promosso proprio dalla Regione e dai suoi uffici - lavoro sul campo che ha portato i danni in quei contesti alpini ad una cifra annuale irrisoria - dichiara che è il lupo il nemico della nostra pastorizia e trova nel suo abbattimento la soluzione a tutti i mali di una zootecnia che è invece ben consapevole di quali siano i problemi reali. Oggi più che mai dovremmo smetterla di sprecare risorse con nuovi e fantasmagorici progetti come il progetto Propast sui sistemi pastorali piemontesi. Esempi di come procedere sono già ampiamente disponibili: una seria politica e azione di prevenzione e un'attenta politica di monitoraggio e verifica del danno sono l'arma in nostro possesso. Solo in questo modo potremo rispettare le linee di indirizzo di una nuova e lungimirante politica comunitaria che il 21 giugno scorso ha adottato la nuova Strategia dell'Unione Europea per la biodiversità al 2020, oltre che l'annunciata riforma della Politica Agricola Comunitaria post 2013».