
[04/08/2011] News
Se dovessimo interpretarlo come un segnale, il tilt di Piazza Affari (e di altri quattro listini europei) a mezz'ora dalla chiusura della borsa dopo una giornata drammatica, non sarebbe certo da annoverare tra quelli ben auguranti. Anzi, parrebbe quasi la logica conseguenza di una finanziarizzazione impazzita dell'economia senza precedenti. Oltre al fatto che qualcuno dovrebbe spiegarci come mai quando le cose vanno malissimo Piazzaffari si pianta...messaggio che i mercati chissà come prendono, o dovrebbero prendere.
Piazza Affari chiude la seduta senza comunicare la variazione del suo indice di riferimento, si legge sulle agenzie, il calcolo del Ftse Mib è stato sospeso alle 17 precise, per probabili, ma non ufficialmente precisate, ragioni tecniche. L'ultimo dato disponibile dava un calo del 3,23% a 16.459 punti. I derivati sull'indice Ftse Mib di Piazza Affari hanno chiuso la seduta con un calo del 5,01%. Intesa Sanpaolo ha indossato la maglia nera, con un calo del 10,35%, poco dietro a Fiat (-10,03%) e Unicredit (-9,33%). Forte tensione anche su Fiat Industrial (-9,15%), Pirelli (-6,53%) ed Exor (-4,9%), mentre Italcementi (+1,26%) è stato l'unico titolo del paniere di riferimento a muoversi in controtendenza.
Inoltre, mentre Oltreoceano Wall Street perdeva il 3%, hanno segnato perdite importanti anche Londra (-3,43%), Parigi (-3,9%) e Francoforte (-3,4%). Ufficialmente la peggiore è stata Stoccolma (-4,27%), ma non é da escludere che se l'indice milanese fosse stato calcolato la maglia nera sarebbe toccata a Piazza Affari. Lo scivolone di oggi e' costato alle principali borse europee circa 173 miliardi di euro.
Noi non siamo certo tra quelli che ritengono che sia il mercato a dover sentenziare sulla bontà dell'azione dei governi, ma visto che si è accettato questo "gioco", allora viene da pensare che sia quanto ha fatto l'Ue, sia quanto ha fatto l'Italia, sia come minimo insufficiente. Il "sacro" mercato, quello che si autoregola, quello che va lasciato lavorare senza interferenza soprattutto da parte della politica, sta voltando le spalle proprio a chi per anni ha recitato il suddetto mantra. Par di capire che di cambi di governo al momento neppure se ne parli e dunque tocca confidare nel fatto che prima o poi toccheremo il fondo e che quindi non potremo andare più giù.
Certo, non tutto è colpa dell'Italia, certo pure che l'Ue ci sta mettendo del suo, ma che nel nostro Paese si sia completamente sbagliata l'analisi della crisi crediamo che nessuno possa smentirci. Chi vuole potrebbe divertirsi con google a ritrovare le innumerevoli dichiarazioni dei membri di questo governo che dicevano non solo che l'Italia non sarebbe stata toccata dalla crisi, ma che la crisi stessa era ormai alle spalle.
Speriamo che da domani torni il sereno, nessuno prega per una catastrofe che non si saprebbe nemmeno come affrontare. Tuttavia bisognerà pur riflettere sul fatto che nel 2008 il treno si è schiantato contro un muro e dopo tre anni sta facendo altrettanto.
Da parte nostra facciamo in questa fase solo un'ultima considerazione, come sempre non da economisti ma da osservatori: uno dei pochi settori che stava e sta funzionando è quello relativo alle energie rinnovabili, ebbene questo governo ha deciso prima di decapitarlo, poi solo di ridimensionarlo. La colpa è dell'Ue? Oppure dei mercati cinici e bari?
Good night, and good luck