[09/08/2011] News

Goletta Verde: «No al carbone nel Delta del Po»

Anche Goletta verde, arrivata oggi a Rosolina, nel Delta del Po, ha ribadito il netto «No al carbone» di Legambiente «contro l'assurda conversione a carbone della centrale termoelettrica a olio combustibile di Porto Tolle».

Dall'imbarcazione ambientalista arriva l'ennesimo monito nei confronti della Regione Veneto che ha modificato alla legge istituiva del Parco Regionale del Delta del Po approvata il 26 luglio, all'indomani della norma pro carbone contenuta nell'ultima manovra finanziaria del governo Berlusconi. Il Cigno Verde  ha già annunciato un ricorso all'Ue delle associazioni ambientaliste  contro le leggi a favore del carbone «per la palese violazione della direttiva sulla valutazione di impatto ambientale» e l'onorevole Rita Borsellino il 25 luglio ha presentato  un'interrogazione alla Commissione europea, per chiedere un intervento per far rispettare i vincoli e le procedure ambientali stabiliti dall'Ue.

Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto, ha sottolineato: «Questo territorio ha già pagato in passato per l'attività inquinante di questa centrale. Dalla sua prima edizione di ben 26 anni fa Goletta Verde in Veneto ha messo l'accento sulla pericolosità degli effetti inquinanti della cen-trale di Polesine Camerini, ma siamo stati inascoltati, oggi sono gli istituti scientifici a confermare i nostri timori».

Bertucco si riferisce alla perizia tecnica affidata dalla Procura di Rovigo al professor Crosignani, direttore dell'unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto nazionale tumori di Milano, depositata nel maggio del 2011. «In base a tale perizia la Procura di Rovigo ha rinviato a giudizio i dirigenti dell'Enel - dice Bertucco - La perizia del professor Crosignani mostra come la centrale di Polesine Camerini, finché è stata in funzione con l'alimentazione a olio combustibile (fino al 2006), ha emesso migliaia di tonnellate di anidride solforosa ogni anno, causando il 10 per cento di tutti i ricoveri di bambini, la categoria più sensibile agli effetti dell'inquinamento atmosferico». 

Nonostante Enel, Regione e sindacati, con in testa la Ggil, puntino con forza alla riconversione a carbone di Porto Tolle, le associazioni ambientaliste e agli operatori turistici del Delta del Po sono convinti che gli impatti sanitari, ambientali e occupazionali che verrebbero da quel progetto  costituirebbero un severo danno al territorio e all'economia di gran parte del Nord Est.  «La conversione a carbone, invece che a gas - ha spiegato Goletta Verde - comporterebbe l'emissione di oltre 10 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica, senza contare che l'ostinazione a puntare su forme obsolete di energia, come carbone e petrolio, ritarda una seria politica di investimento sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza, unica strada percorribile per centrare gli obiettivi di riduzione dei gas serra, sottoscritti dall'Italia a livello internazionale».

Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, è convinto che «l'approvazione della modifica alla legge contrasta con il parere dato dalla stessa Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Veneto in tema di emissione di microinquinanti;  ignora la risoluzione adottata dalla Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, che impegna la giunta di quel governo a porre in essere azioni contro la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, prevedendo piani alternativi per lo sviluppo economico della zona e investendo, nell'area del Parco del Delta del Po, nella pro-duzione energetica da fonti rinnovabili. Una chiara prova di scelte politiche separate dall'interesse generale delle popolazioni, preoccupate dei risvolti sanitari, delle categorie economiche, in particolare del turismo, che temono la caduta di immagine del territorio a causa di un impianto inquinante come la centrale a carbone. E ancora una chiara prova di scelte politiche fat-te per l'interesse di singole aziende molto lontane dall'interesse collettivo delle popolazioni».

Torna all'archivio