
[10/08/2011] News
La crisi finanziaria iniziata nel 2008 che ha coinvolto il mondo occidentale non è mai stata superata. Il fuoco "nascosto" sotto la cenere si è riattizzato e ha portato in questi giorni molti paesi compreso il nostro sull'orlo del precipizio. La situazione ha imposto al governo un'accelerazione e una correzione della manovra finanziaria che dovrebbe servire a raggiungere il pareggio di bilancio al 2013. I contenuti del provvedimento che il governo intende varare saranno presentati oggi alle parti sociali. Tra questi sarà esposto anche il pacchetto privatizzazioni-liberalizzazioni che riguarda i servizi pubblici locali.
L'acqua dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) rimanere esclusa perché il governo ha dichiarato di voler rispettare la volontà popolare uscita dal referendum ma al contempo venire incontro a quei comuni che non per obbligo ma per libera scelta vogliono mettere i servizi pubblici in concorrenza mediante gara. La cosa non dispiace nemmeno alle "parti sociali" (Confindustria, banche, sindacati confederali) o almeno a parte di esse, visto che nel documento presentato al Governo il 4 agosto si chiede "un grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni da avviare subito. [...] Avviare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio pubblico, con un piano articolato negli anni. Incentivare gli enti locali a dismettere patrimoni immobiliari e società di servizi". Invece preoccupa molto la cosiddetta società civile che ha partecipato ed è stata fautrice della vittoria referendaria del giugno scorso.
«Con il voto di 28 milioni di persone ai referendum di giugno, i cittadini italiani hanno chiaramente indicato alla politica la direzione da prendere - hanno dichiarato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua - rispetto giuridico dei quesiti, ancora da attuare, da parte delle istituzioni nazionali e locali; inversione di rotta rispetto al neoliberismo, per una nuova stagione di tutela dei beni comuni che non possono soggiacere ai voleri delle agenzie di rating e della speculazione finanziaria; espansione e non restrizione delle garanzie democratiche e di partecipazione dei cittadini nelle istituzioni pubbliche».
Secondo il Forum il lungo periodo di regressione economica non è imputabile all'economia reale del nostro paese, ancora molto legata alla produzione manifatturiera e a circuiti locali di mercato, ma «è causata dal modello economico dominato dalla volatilità dei titoli in borsa, e dallo strapotere di organismi economici non elettivi europei e internazionali. Gli stessi che oggi usano la "crisi" come alibi per ottenere dalle nazioni misure inutili a superarla e devastanti per la sopravvivenza dello stato sociale».
Per questo il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua in attesa di sapere cose deciderà il governo è molto preoccupato per le proposte che vengono dalle parti sociali dove sono presenti anche compagni di strada della vincente campagna referendaria. In merito al piano "privatizzazioni-liberalizzazioni" il Forum sostiene che «è un attacco alla Costituzione, allo stato sociale, ai beni comuni, diretto contro i lavoratori e le fasce sociali più deboli, e contro i cittadini italiani, la maggioranza assoluta dei quali, con la vittoria nei referendum di giugno, ha espresso la volontà di non lasciare al mercato la gestione dei beni e dei servizi pubblici», per questo «chiediamo alla Cgil, in quanto aderente al percorso referendario, di ritirare la propria firma dal documento presentato, e al Governo e a tutte le opposizioni di non ascoltare le cattive sirene di ricette che possono solo aggravare e rendere irreversibile la regressione economica in cui ci troviamo - hanno concluso dal Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua - Cambiare rotta si può e si deve, subito».