
[10/08/2011] News
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso ospita uno specie animale particolare per le nostre latitudini. Si tratta dell'invertebrato 'Daphnia middendorffiana', un piccolo crostaceo d'acqua dolce che vive nella tundra artica e che spinto a sud è arrivato nei laghi alpini dell'area protetta. Il rinvenimento particolare è stato fatto dai ricercatori nel corso delle consuete ricerche ecologiche che da alcuni anni interessano i laghi alpini del Parco, in particolare quello superiore del Nivolet, i laghi Trebecchi e il lago Lillet.
La scoperta, pubblicata nella rivista scientifica internazionale Journal of Limnology, è stata fatta da Rocco Tiberti, dottorando dell'Università di Pavia che dal 2006 collabora con il Centro Studi Fauna Alpina del Parco nel progetto di ricerca sull'ecologia dei laghi alpini finanziato grazie a fondi europei nell'ambito del programma di ricerca internazionale Acqwa (Assessing climate impacts on the quantity and quality of water). «Come queste dafnie siano arrivate fino al Parco è una storia complicata che probabilmente si perde nei cicli millenari delle glaciazioni - ha spiegato Tiberti - ma alcune recenti tecniche molecolari potrebbero decifrare le informazioni contenute nel dna della Daphnia middendorffiana e ricostruire le tappe di questo viaggio incredibile. Alcuni campioni sono già stati processati e, incrociando le dita, presto avremo qualche anteprima».
La Daphnia middendorffiana che fa parte della comunità zooplanctonica, è di grandi dimensioni (tre millimetri e mezzo), mole che non l'ha favorita visto che attira i predatori come i pesci ed in particolare il salmerino di fonte. Nei numerosi laghi dove negli anni ‘60 è stato introdotto questo pesce alloctono (è originario del Nord America) spiegano i ricercatori, non è mai stata trovata nessuna dafnia. Il salmerino infatti rappresenta un vero e proprio flagello in grado di sconvolgere gli equilibri ecologici degli ecosistemi lacustri e di portare all'estinzione molte delle sue prede.
«L'introduzione delle specie esotiche è una delle principali minacce alla biodiversità a livello mondiale e per questa ragione fin dal 2006 il Parco si è impegnato per studiare gli effetti dell'introduzione del salmerino nei laghi del Parco - ha informato Achaz von Hardenberg, biologo del Parco Nazionale Gran Paradiso - I laghi d'alta quota del Gran Paradiso, tutti di origine glaciale, senza le introduzioni fatte dall'uomo nei tempi passati, sarebbero completamente liberi da pesci e dai loro effetti devastanti sulla biodiversità autoctona. La scoperta di questo crostaceo in laghi ancora integri, è un'ulteriore conferma della necessità di tutelare questi delicati ecosistemi d'alta quota e a prospettare azioni di conservazione che limitino l'impatto delle specie introdotte».