[11/08/2011] News toscana

Vendere il patrimonio dello stato? Due (cattivi) esempi all'Isola d'Elba

L'Europa ed i mercati finanziari impongono di accelerare il risanamento dei conti dello stato. Tra le tante ipotesi che affiorano da fonti governative ricompare l'idea di vendere il patrimonio dello stato. Premesso che non è mai molto saggio vendere i propri beni, ma che se si è sul rischio del fallimento occorre fare anche questo, il problema è che di queste cartolarizzazioni o vendite ne sono già state fatte tante e non si capisce se poi le vendite sono state fatte effettivamente o meno e a quali valori, perché con le cartolarizzazioni si ha motivo di sospettare che il vero guadagno lo abbia fatto qualche solito e noto.

Ma ciò premesso vale raccontare piccoli fatti per illuminare circa l'assurdità dei comportamenti governativi:

  1. Il comune di Portoferraio ha deciso di valorizzare aree nelle ex caserme di Albereto (Nella foto) realizzando 24 alloggi peep e 12 alloggi da vendere sul libero mercato. È dal 2008 che si è attivato con l'Agenzia del demanio con i soliti rimpalli tra Roma e la sede regionale; ad oggi la vendita non c'è stata e ci sono già cooperative pronte ad acquistare per far realizzare prime case a prezzi non astronomici.
  2. La provincia di Livorno ha chiesto la ex Caserma Tesei di Portoferraio per realizzare un polo scolastico unitario per l'Isola d'Elba. Tutto è fermo perché l'immobile nel 2004 fu assegnato al Ministero dell'Ambiente per usi governativi; il Ministero voleva insediare la il parco nazionale dell'arcipelago e presentò pure un D.IA.; la D.I.A. nel 2005 fu respinta dal Comune perché non conforme alla previsione urbanistica e perché il parco è un ente autonomo non è il Ministero. Il Ministero fece ricorso al TAR ed al Consiglio di Stato, chiedendo addirittura i danni, in due gradi di giudizio ha sempre avuto ragione il Comune con severe pronunce di censure contro il ricorrente Ministero. Il Ministero a tutt'oggi detiene in assegnazione quell'immobile che va in progressivo degrado ( ci sarebbe da chiedersi se questo non sia un danno all'erario e dove sia chi deve controllare).

Come premesso questi sono due esempi, anche piccoli, ma se queste vicende si replicano dove ci sono caserme e altri edifici vuoti, che credibilità si può avere nello stato? E poi è incapacità politica o è colpa della burocrazia (intesa come complesso di persone norme e procedure). E se è così, come è, perché il governo continua con gli slogan e le cartolarizzazioni invece di fare accordi di programma con le amministrazioni locali che sono le detentrici del potere di pianificazione urbanistica, di gestione del territorio, quindi l'unico soggetto abilitato a definire il futuro di un'area, anche creando plusvalori, che in questo caso, con gli accordi di programma che debbono fissare anche i valori di vendita perché non arrivino i soliti furbetti, facciano ricco, o meno povero, lo stato?Ma  possiamo ancora sperare?

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