[16/08/2011] News

Il Sole 24 ore dedica un servizio alla storia di greenreport.it e al suo punto di vista: quello dell'economia ecologica

Economia ecologica. Un modo di approcciare la tutela dell'ambiente che va oltre la mera salvaguardia, ma ipotizza un sistema economico che tenga innanzitutto conto delle risorse non illimitate del nostro pianeta. Da qui parte Valerio Caramassi che a metà degli anni 90 abbandona la politica attiva per dedicarsi a tempo pieno all'ambientalismo. Nel'97 fonda, insieme ad aziende pubbliche e private di Livorno, un'agenzia di comunicazione ambientale che battezza Eco.

Il suo principale obiettivo è la qualità. Ma ben presto si rende conto che l'ambiente si merita grandi titoli sui giornali solo in presenza di allarmi eclatanti. E soprattutto nessuno spazio viene dedicato alle buone pratiche, alle nuove proposte, ai risultati ottenuti.

Nel 2005 Caramassi lavora attorno al progetto di un quotidiano online che si occupi degli argomenti che gli stanno a cuore e che abbia anche una funzione formativa, soprattutto nei confronti dei giovani. Il 1° gennaio 2006 appare su internet Greenreport. Una sorta di portale suddiviso in varie tematiche come acqua, energia, rifiuti, mobilità. A cominciare dalla sostenibilità, concetto imprescindibile se si vuole pensare al domani.

«La bomba ecologica - racconta Alessandro Farulli, redattore di Greenreport - sganciata dai media a giorni alterni senza approfondimento alcuno sulle cause e sulle possibili soluzioni è servita, e serve tuttora per sensibilizzare le persone, ma non per cambiare le cose. La promessa sulla quale ci siamo impegnati campeggiava sui manifesti che annunciavano la nascita di Greenreport: perché l'ambiente non è solo emozione».

La piccola redazione, diretta all'inizio da Luciano De Majo e oggi da Diego Barsotti, cresce col tempo. Aumentano sia i giornalisti che i collaboratori e aumentano anche l'attenzione esterna e la visibilità, compreso un premio speciale al Sana di Bologna suggerito da Giampaolo Fabris.

Gradualmente si allargano anche i confini, da Livorno alla Toscana, poi all'Italia, «Continuando a garantire la qualità e l'accuratezza delle notizie grazie anche alla rete capillare di antenne che abbiamo sul territorio nei singoli specifici settori. La nostra forza - continua Farulli - è la capacità di non fermarsi mai nell'approfondimento e nell'analisi dei contesti. Tutte le notizie più importanti dal mondo, dall'Italia e dalla Toscana in particolare vengono sviscerate e lette attraverso il prisma dell'economia ecologica».

Dopo cinque anni Greenreport ha una quarantina di partne non più solo toscani, 7mila iscritti alla newsletter quotidiana, una media di 80mila contatti al mese e 150mila pagine viste sempre al mese.

Anche se oggi, in tempo di crisi e di tagli ai budget, le difficoltà certo non mancano. «Con uno sforzo enorme e con l'ambizione di essere attendibili - conclude Farulli - cerchiamo di tenere alta la bandiera dell'economia ecologica, sdoganata da Obama e teorizzata da molti ricercatori e studiosi, convinti che l'ambiente non sia solo emozione, ma costruzione di un nuovo paradigma economico meno dissipatore di energia e di ma¬teria e più equo sotto il profilo sociale».

(articolo pubblicato lunedì 15 agosto su Il Sole 24 ore)

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