[16/08/2011] News
A vent'anni dalla legge quadro non pensavamo che i parchi potessero essere svenduti!
Da qualche anno l'estate riserva sorprese non troppo gradite per i parchi italiani. Alle manovre correttive si sono aggiunte le proposte di modifiche della legge quadro 394/91 sulle aree protette proprio nell'anno in cui se ne dovrebbe celebrare il ventennio dall'emanazione! Qualcuno ha parlato di semplice manutenzione della legge, ma di cosa si tratta in concreto? Innanzitutto in diritto qualunque intervento, se pur piccolo, può avere dei riflessi significativi, tanto più quando le norme colpite hanno carattere ambientale; peraltro, nel caso della legge 394, non si tratta affatto di semplici revisioni. Il disegno di legge che sembrava inizialmente interessare solo le aree marine protette è il 1820 e in esso (a cui si sono aggiunti emendamenti e sub emendamenti) si tenta di ridisegnare il sistema delle aree protette.
Non vogliamo ora esaminare tutte le modifiche proposte, ma ci soffermiamo su una norma che desta la nostra forte preoccupazione, e che pare essere stata condivisa bipartisan, ivi compresi addirittura rappresentanti del mondo dei parchi. Ci riferiamo all'emendamento che integra l'art. 16 sulle entrate degli enti parco, che apre l'ingresso ai finanziamenti privati provenienti, tra l'altro, dalle società titolari di concessioni idroelettriche con potenza nominale maggiore di 220 kW, che pongono in essere opere che impattano l'ambiente! Infatti il contributo è per le spese per il recupero ambientale e della naturalità. Ma gli interventi che impattano l'ambiente delle aree protette, tutelato per legge, non dovrebbero essere vietati a mente dell'art. 11 comma 3 della stessa legge quadro, secondo cui nei parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati?
Ma quella che viene minata è soprattutto l'imparzialità degli enti gestori deputati a rilasciare il nulla osta agli interventi - nonché il parere per l'eventuale valutazione di incidenza - proprio per quelle concessioni dalle quali dovrebbero derivare i finanziamenti agli enti medesimi!
Eppure i cittadini italiani parevano essersi espressi in modo piuttosto chiaro, quando solo nel giugno scorso avevano scelto che i beni pubblici come l'acqua, debbano essere gestiti dal pubblico.
E anche l'attuale Ministro dell'Ambiente, che in una delle prime uscite pubbliche dopo l'insediamento aveva parlato di privatizzare i parchi, sembrava aver successivamente rivisto tale posizione. Se da un lato ben si comprendono le preoccupazioni per la scarsità dei finanziamenti pubblici, dall'altro non è comunque accettabile che l'ambiente venga svenduto - se pure in tempi di saldi estivi - con una tale frettolosa proposta di legge. Tutto ciò la dice lunga, comunque, su quanto valgono l'ambiente e le aree protette per la politica italiana. Ci auguriamo che la modifica della legge quadro non venga licenziata così, e che ci sia prima una fase di riflessione, studio e confronto democratico sugli effetti della riforma proposta.