
[24/08/2011] News
La Commissione europea ha autorizzato, «ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni, l'acquisizione del controllo congiunto della società italiana G6 Rete Gas da parte di Fondi italiani per le Infrastrutture (F2i) e di tre fondi d'investimento gestiti indirettamente da Axa Private Equity, che fanno parte del gruppo Axa».
Il costo dell'operazione sarebbe di 772 milioni di euro (75% da F2i e 25% da Axa private equit).
G6 Rete Gas, appartenente fino ad ora (ma l'affare era già stato fatto a giugno) alla multinazionale francese Gdf Suez. Fornisce servizi di distribuzione del gas metano e accessori ed è concessionaria per la distribuzione in 474 comuni italiani con 15mila chilometri di rete in gestione
F2i, che con questa acquisizione diventa il il secondo operatore nazionale dopo Eni. gestisce il patrimonio del fondo F2i ed agisce in suo nome. Il fondo F2i investe in attività nei settori delle infrastrutture e delle reti.
Axa Private Equity fa parte del gruppo assicurativo francese Axa e si occupa di gestione patrimoniale e gestisce indirettamente i tre fondi Axa che investono in G6 Rete Gas.
L'operazione era stata notificata all'Ue il 18 luglio e la Commissione assicura di aver «Esaminato l'incidenza dell'operazione sul settore del gas, constatando che l'operazione comporta limitate sovrapposizioni orizzontali tra le attività di F2i e di G6 Rete Gas nel mercato della distribuzione del gas tramite gasdotti a media e a bassa pressione in Italia e che sui mercati interessati rimarrebbe un numero sufficiente di concorrenti» e ricorda che «i servizi di distribuzione del gas in Italia sono forniti in base a concessioni accordate dai comuni. Il concessionario ha un monopolio locale per un periodo determinato di tempo, dopo il quale il comune invita a presentare offerte per la nuova concessione in base alla pertinente legislazione italiana». Per questo, secondo la Commissione, «l'operazione non ostacolerà in maniera significativa una concorrenza effettiva nello Spazio economico europeo (See) o in una sua parte sostanziale». Il See comprende tutti i Paesi Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Una nota Ue spiega che «dal 1989 la Commissione ha la facoltà di valutare le concentrazioni e le acquisizioni alle quali partecipano imprese con un fatturato superiore a determinate soglie (si veda l'articolo 1 del regolamento sulle concentrazioni). La Commissione ha il dovere di impedire le acquisizioni che ostacolerebbero in maniera significativa una concorrenza effettiva nel See o in una sua parte sostanziale. La maggior parte delle concentrazioni non pone problemi sotto il profilo della concorrenza e viene autorizzata dopo i controlli di routine. Dalla notifica dell'operazione, la Commissione dispone generalmente di 25 giorni lavorativi per decidere se approvarla (fase I) oppure avviare un approfondito esame del caso (fase II). L'approvazione delle concentrazioni da parte dell'Ue non pregiudica l'esito di altre eventuali indagini in base alle norme in materia di aiuti di Stato o di antitrust».