
[25/08/2011] News
La multinazionale petrolifera Royal Dutch Shell ha dichiarato la "situazione di forza maggiore" per le sue esportazioni dall'impianto di Bonny Light (nella foto), nel sud della Nigeria, per quel che resta di agosto e tutto settembre ed ottobre. La "situazione di forza maggiore" significa che il braccio nigeriano della multinazionale petrolifera potrebbe non essere in grado di onorare i suoi contratti di esportazione a causa di eventi imprevisti che sfuggono al suo controllo.
La Spdc è una joint venture tra Shell e Nigerian national petroleum corporation (Nnpc) che riguarda prospezioni petrolifere e gasiere e attività produttive in Nigeria. La Spdc sta operando in Nigeria nelle Oil prospecting licenses (Opl) e nell'Oil mining leases (Oml), ed è la più grande compagnia petrolifera e gasiera della Nigeria, essendo in grado di produrre in media un milione di barili equivalenti di petrolio al giorno.
La Spdc opera nel Delta del Niger in acque poco profonde e onshore, con concessioni su 30.000 km2 che includono una rete di 6000 km di oleodotti, 86 campi petroliferi, 1000 pozzi produttivi, 68 flowstations, 10 impianti di gas e 2 dei più grandi terminal petroliferi per l'esportazione, a Bonny e Forcados. La Spdc assicura: «anche se le operazioni della company sono sparse in tutta la regione, i footprint impacts diretti sono solo su una piccola frazione del Delta del Niger».
Il 23 agosto la Shell petroleum development company of Nigeria Ltd (Spdc) ha verificato che continuano gli sversamenti dalle sue pipelines e il portavoce dell'azienda, Tony Okonedo, in un comunicato ha spiegato che «questa dichiarazione avvenuta oggi è dovuta ad un rapporto sulla produzione legato a diversi incidenti sulle condotte nelle nostre attività nella regione East. In un caso, Spdc ha registrato sei incidenti di sversamenti petroliferi sulla linea Okordia- Rumuekpe a Ikarama nello Stato di Bayelsa, tra il 2 e il 15 agosto di quest'anno, tutti legati a colpi di machete di persone non identificate. Il 21 agosto, nuovi tagli fatti con una sega sono stati segnalati sulla linea di rifornimento di Adibawa, nelle vicinanze. Una parte della produzione è stata fermata per il tempo in cui Spdc ha riparato la linea». Insomma, si tratta di un sabotaggio sistematico.
Il Bayelsa State, nel cuore del Delta del Niger, ospita tra le più grandi riserve di petrolio e gas della Nigeria e una produzione intensiva di greggio e di gas e derivati, come il Gpl. Il problema è che questa ricchezza non finisce nelle tasche degli abitanti del Bayelsa, che vivono in povertà in villaggi rurali spersi nelle magnifiche paludi e nel reticolo di bracci del Delta sempre più inquinati .Mancano adeguate strutture di trasporto, sanitarie e scolastiche, e la popolazione accusa il governo centrale di averla abbandonata e di pensare solo al petrolio ed agli interessi della Shell e delle altre multinazionali, con il fiume di finanziamenti per l'industrializzazione petrolifera e gasiera e per la riduzione della povertà che hanno dato pochi frutti. La popolazione locale vive soprattutto di pesca di sussistenza e di piccoli commerci e gli unici lavori stabili sono quelli statali.
Controllare l'area ed i sabotatori è praticamente impossibile; molte comunità vivono circondate dall'acqua in aree inaccessibili via terra, ma lo Stato di Bayelsa, nonostante gli sversamenti petroliferi, le raffinerie e le torce che bruciano il gas, è ancora un gioiello ambientale: ospita la Edumanom Forest Reserve, dove nel giugno 2008 è stata trovata l'ultima popolazione nota di scimpanzé nel Delta del Niger.