[25/08/2011] News toscana

Cronaca dal soccorso e della morte di un delfino a Carbonifera

Ieri a Carbonifera, nel Comune di Piombino, è morta quella che in un primo momento sembrava una stenella (Stenella coeruleoalba) e che poi si è rivelato un piccolo di tursiope (Tursiops truncatus) che era stata avvistata in evidenti difficoltà in mare intorno alle 19,10, davanti al porticciolo. Di seguito la cronaca dei soccorsi e della morte del cetaceo inviataci da un nostro lettore. In un altro intervento pubblicato in home page un intervento della biologa dell'università Letizia Marsili ricostruisce l'accaduto.

«Alle ore 19,18 ho fatto la chiamata  alla guardia costiera 1530 che riferiva di essere già a conoscenza dei fatti e di non preoccuparmi. (Ho dato quindi per scontato che stava per arrivare qualcuno)» scrive il lettore.

Quindi il lettore racconta di essersi tuffato in mare per poter facilitare la respirazione del delfino che stentava nel galleggiamento, seguito da due ragazze che lo aiutavano a mantenere la stenella calma e in condizione di respirare.

Alle 19,46 il signore che ci segnala l'episodio «non vedendo ancora nessuno, usciva dall'acqua per effettuare ulteriori telefonate ad eventuali altre autorità», tra le quali anche Giovanna Neri, che si occupa dello spiaggiamento dei cetacei per Legambiente Arcipelago Toscano, «affidando l'animale alle stesse ragazze supportate dal genitore di una di esse che suggeriva di portare l'animale verso riva in fondale più basso onde poter agevolare le operazioni di soccorso più comodamente. Nel frattempo sembra che altre persone da terra siano riuscite a contattare l'università di Siena che prometteva di inviare una biologa marina per accertare lo stato di salute del delfino. Alle ore 19.56 richiamavo il 1530 per capire il perché del ritardo della capitaneria, la quale riferiva che non sarebbe intervenuta poiché nel corso della giornata odierna (24 agosto, ndr) il delfino era stato già allontanato da riva dalla stessa su suggerimento dei biologi da loro contattati  e che qualsiasi altro tentativo sarebbe stato vano. Quindi sembrava in quel momento che dovevamo attendere la morte dell'animale prima di vederli intervenire nuovamente per altre constatazioni».

Nel frattempo il nostro lettore, vista l'ora avanzata, tentava inutilmente  di contattare altre autorità competenti, «inoltre chiedevo al 1530 se esisteva un centro cetacei in zona capace di intervenire, gli stessi mi rimbalzavano alla capitaneria di Piombino, ripetendomi sempre le stesse parole».

Alle 20.30 il lettore si tuffa nuovamente per accertarsi dello stato di salute del delfino «che risultava già morto. Mancanza di battito cardiaco, del respiro, occhio vitreo ed irrigidimento di tutto il corpo.

Ho portato a riva l'animale, mentre i carabinieri presenti in spiaggia mi negavano la possibilità di mettere a terra il corpo del delfino nell'attesa della capitaneria. Le persone presenti mi consigliavano di portare l'animale alla deriva ed abbandonarlo poiché i carabinieri mi avrebbero denunciato per aver portato l'animale sulla spiaggia (non so per quale motivo avrebbero dovuto farlo)».

Dopo aver nuovamente contattato telefonicamente diverse persone e ricevuto diversi consigli «non vedendo arrivare la Guardia costiera e rimanendo da solo in barca al buio con mio figlio di 8 anni che tristemente sorreggeva da solo il corpo esanime del delfino, mentre cercavo ancora una soluzione tramite telefono, a quel punto sconsolato e disarmato dagli eventi, stavo per gettare veramente l'animale al suo destino in altomare, quando finalmente è arrivata la Guardia costiera da terra e la biologa marina». Alle ore 21,10 la stenella morta, su invito della stessa Guardia costiera, è stata riportata a terra ed è stato deciso a chi spettassero le spoglie del piccolo cetaceo.

«Non so chi abbia vinto. Me ne sono andato con una grande rabbia nel cuore». scrive il nostro lettore che non ha capito il perché di un approccio così "burocratico" alla vicenda di un essere vivente in difficoltà. «Per il buon senso, per l'amore verso il mare, l'ambiente in cui viviamo e il fascino di queste creature che indubbiamente hanno contagiato anche la mia famiglia inclusi i miei bambini, non mi sento certo scoraggiato da questa vicenda ma determinato a voler migliorare ciò che non funziona per il bene  comune e quindi del nostro ambiente in cui viviamo».

Questa la cronaca del nostro lettore che si è visto letteralmente morire una stenella tra le mani. Naturalmente greenreport.it è a disposizione di chiunque voglia precisare e chiarire altri eventuali aspetti di questa triste vicenda.

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