[29/08/2011] News

Quanto costa il cambiamento climatico in Suriname? Lo dirà la Climate-compatible development agency

Il Suriname, una povera ex colonia olandese sudamericana, nota in Italia più per aver dato i natali a Ruud Gullit e ad altre stelle del calcio che per le sue fitte foreste, è considerato uno dei 5 Paesi più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici in tutto il modo. Per questo, recentemente ha istituito la prima Climate-compatible development agency (Ccda), che metterà insieme tutti i ministeri per affrontare le sfide climatiche che aspettano il Paese e che già bussano alle sue porte. Presentando la nuova agenzia il presidente del Suriname, Desi Bouterse, ha detto: «Lo dobbiamo ai nostri bambini, dobbiamo prepararci agli effetti che i cambiamenti climatici avranno sul nostro Paese».

Nel suo rapporto nazionale all'United Nations framework convention on climate change (Unfccc) il governo di Paramaribo prevede che il cambiamento climatico porterà con sé gravissimi problemi, come l'innalzamento del livello del mare, il peggioramento dell'erosione costiera già in corso ed enormi inondazioni, con la perdita di terre fertili, una riduzione delle riserve di acqua dolce, l'aumento della siccità e dei fenomeni climatici estremi, con gravi conseguenze per la salute per la gente del Suriname. Ma nonostante il governo abbia più volte sottolineato l'impatto che potrebbero avere i cambiamenti climatici, fino ad ora la loro gestione in Suriname è stata molto frammentaria.

Marvin A. Hokstam scrive su AlertNet che «La nuova agenzia si propone di coordinare le politiche del Paese sulla mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico, la conservazione delle foreste e di contribuire a far ottenere al Suriname finanziamenti internazionali per fare fronte agli impatti climatici e di adottare una strategia di sviluppo lower carbon. Dovrà anche gestire il Climate change fund del Paese, incaricato di gestire i fondi garantiti per l'adattamento climatico, e sostenere il Climate compatible knowledge institute, che darà supporto scientifico agli sforzi climatici».

John Goedschalk, l'economista statunitense scelto dal presidente Bouterse per guidare l'agenzia, spiega che «Fondamentalmente la nostra agenzia è istituita per consolidare gli sforzi del Suriname di adattamento ai cambiamenti climatici. Siamo qui per unire e integrare il lavoro di altri istituti. Quando si vogliono risultati in queste cose, è meglio attuarli da un punto centrale. Una moltitudine di istituti, che a volte lavorano l'uno sull'altro, non funziona. Ora la nostra agenzia strutturerà gli sforzi, cercando un finanziamento sicuro ed appropriati investimenti climatici. Ritengo un compito importante quello di comunicare costantemente con la comunità e il mondo in materia di cambiamento climatico. Questo è l'unico modo in cui saremo in grado di portare ad un cambiamento di mentalità per quanto riguarda il nostro comportamento. Dobbiamo cambiare se vogliamo garantire il futuro della nostra Terra. E questo va ben oltre gli sforzi del governo. Gli uomini d'affari hanno un ruolo da svolgere quando si prendono in considerazione i nuovi investimenti? Chi lo sa? Forse possono essere ammessi al finanziamento compatibile del cambiamento climatico con un impegno successivo. Ma il cittadino comune ha un grandissimo ruolo. Il nostro compito come agenzia è anche quello di contribuire a radicare un cambiamento di mentalità».

Fino ad oggi, tolte alcune campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, in Suriname i più grandi progetti per affrontare i cambiamenti climatici sono stati solo un "carbon inventory" ancora in corso nelle foreste del Paese e un progetto pilota dell'università del Suriname per clonare le mangrovie nere (Avicennia germinans) da ripiantare nella costa in erosione del erosa del western Coronie district.

Della riforestazione costiera con le mangrovie se ne sta occupando Sieuwnath Naipal, un professore di idrologia dell'università del Suriname, che è cautamente ottimista: «La strada da percorrere per la Ccda non è liscia. Goedschalk ha di fronte una sfida enorme. Avrà bisogno di politiche adatte, tecnologie, soldi e soprattutto volontà politica a livello locale ed internazionale. Ma il fatto è che prima o poi tutti i Paesi devono fare la transizione. Per esempio, dovremo passare dal consumo di carburanti fossili ad uno che sia meno dipendente dai combustibili fossili. L'istituzione dell'agenzia dimostra che stiamo cominciando a capirlo».

L'esempio al quale si ispira il Suriname è quello dalla vicina Guyana che ha attratto finanziamenti norvegesi per salvaguardare e sue foreste. Goedschalk in un'intervista ad Hokstam lo cita esplicitamente: «Molti altri Paesi via di sviluppo, come la nostra vicina Guyana, sono stati in grado di garantire i finanziamenti per il cambiamento climatico e hanno attuato progetti di successo. Stiamo entrando ora in questa confraternita, anche se in ritardo. Ma questo significa anche che non abbiamo da reinventare la ruota per quello che stiamo facendo. Con l'istituzione di una Climate compatible development agency il Suriname spera di aver chiarito che è pronto ad affrontare i problemi del clima.

L'istituzione dell'Agenzia per lo sviluppo compatibile del clima ci inserisce nella confraternita dei Paesi in via di sviluppo che evidenziano la loro serietà in materia di adattamento. Nonostante il fatto che non contribuiamo sostanzialmente ai cambiamenti climatici, ci troviamo ad essere influenzati pesantemente dai loro effetti. La nostra intera zona economica si trova nelle nostre aree costiere, in modo che quando il livello del mare salirà ci troveremo perderne un bel po'. Ecco perché è importante che noi guardiamo, in buona misura, a come possiamo preparare meglio il Suriname al cambiamento climatico».

Torna all'archivio