[29/08/2011] News

Riecco l'influenza aviaria. Fao: «Piani d'emergenza e maggiore sorveglianza contro un ceppo mutato»

Oggi la Fao ha chiesto «maggiore allerta e sorveglianza contro una possibile recrudescenza dell'influenza aviaria altamente patogena H5N1, in relazione ai segnali che un ceppo mutato del virus mortale si sta diffondendo in Asia ed altrove con imprevedibili rischi per la salute umana».

Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della salute (Oms), dalla sua comparsa nel 2003, il virus H5N1 ha infettato 565 persone uccidendone 331. L'ultimo decesso è quello avvenuto in Cambogia all'inizio di agosto. Nel piccolo Paese del sud-est asiatico dall'inizio dell'anno ci sono stati 8 casi di contagio di esseri umani, tutti mortali. «Dal 2003 ad oggi - sottolinea l'Oms - il virus H5N1 ha ucciso, o ha obbligato ad abbattere, più di 400 milioni di capi di pollame domestico ed ha causato nel mondo un danno economico calcolato intorno ai 20 miliardi di dollari, prima di venire eliminato dalla maggior parte dei 63 paesi che aveva infettato nel momento di maggiore diffusione, nel 2006».

Ma il virus è rimasto endemico in 6 Paesi, anche se il numero dei focolai tra il pollame domestico e gli uccelli selvatici è diminuito costantemente, passando da 4mila casi l'anno, a 302 nel 2008. Ma la Fao sottolinea che «Da allora i focolai hanno ripreso ad aumentare progressivamente, con circa 800 casi registrati nel 2010-2011. Il 2008 ha anche segnato l'inizio di una nuova espansione geografica del virus H5N1 sia tra il pollame domestico che tra gli uccelli selvatici». Recentemente di recente sono stati scoperti focolai in Israele, Territori Palestinesi, Bulgaria, Romania, Nepal e Mongolia.

Secondo il capo veterinario della Fao, Juan Lubroth, «questa avanzata sembra da associare ai movimenti migratori degli uccelli. Il virus viaggia lungo grandi distanze ed è per questo che negli ultimi 24 mesi è comparso nel pollame o negli uccelli selvatici di Paesi che erano stati esenti dal virus per diversi anni. Possono essere gli uccelli selvatici ad introdurre il virus, ma sono le attività umane nella produzione e nella commercializzazione del pollame a diffonderlo.  Un ulteriore motivo di preoccupazione è la comparsa di una variante del virus in Cina e Vietnam che sembrerebbe in grado di eludere le difese fornite dai vaccini vigenti. In Vietnam, che ha sospeso quest'anno la campagna di vaccinazioni del pollame di primavera, la maggior parte del nord e del centro del Paese, dove l'H5N1 è endemico,  stato invaso da un nuovo ceppo conosciuto come H5N1-2.3.2.1».

Il Vietnam ha messo in stato di allerta i servizi veterinari e sembra che il governo comunista di Hanoi stia prendendo in considerazione di avviare in autunno  una nuova campagna di vaccinazioni mirate.  La diffusione del virus in Vietnam rappresenta una minaccia diretta per i Paesi confinanti come Cambogia,  Laos e Cina, quelli più vicini,  come Thailandia e Malaysia ma anche le due Coree e il Giappone, mentre le migrazioni degli uccelli selvatici possono diffondere il virus anche su altri continenti.

Lubroth dice preoccupato che «questo cambio di tendenza dal progressivo declino osservato negli anni 2004-2008 potrebbe indicare un ritorno con forza dell'H5N1 il prossimo autunno e inverno, con la gente che all'improvviso potrebbe trovarsi il virus nel cortile di casa. I paesi dove il virus H5N1 è fermamente radicato: Bangladesh, Cina, Egitto, India, Indonesia e Vietnam, sono quelli che dovranno affrontare i problemi maggior. Ma nessun Paese può considerarsi completamente al sicuro. Piani per affrontare una possibile emergenza e vigilanza rimangono essenziali, Questo non è il momento dell'autocompiacimento.  Nessuno può abbassare la guardia con un virus come l'H5N1».

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