
[31/08/2011] News
Janos Pasztor (nella foto), inviato speciale del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon per il cambiamento climatico, ha detto che «è estremamente importante che il Protocollo di Kyoto continui. Il primo periodo di impegno è sul punto di terminare, ma il Protocollo stesso non è morto».
Proprio sulla seconda fase del Protocollo di Kyoto si è infiammato lo scontro tra i 37 Paesi industrializzati ai quali impone riduzioni certe delle emissioni di gas serra entro il 2012 e i Paesi emergenti e in via di sviluppo che chiedono ai "ricchi" maggiore impegno e accettano per loro solo obiettivi volontari.
Paesi come Giappone, Canada, Russia dicono esplicitamente di non avere nessuna intenzione di partecipare alla seconda fase di Kyoto, gli Usa non hanno partecipato nemmeno alla prima, altri Paesi industrializzati siono riusciti a rispettare (a volte parzialmente) gli obiettivi solo grazie alla crisi economica. Intanto i Paesi in via di sviluppo chiedono tagli obbligatori dei gas serra per i Paesi ricchi tra il 40 e il 45%... Un confronto più volte diventato scontro fra sordi che a fine anno rischia di far deragliare la Conferenza delle parti.
Paztor, che è a Pechino per preparare la riunione dell'UN Secretary-General's Climate Change Support Team (Gsp ), ha detto all'agenzia ufficiale cinese Xinhua: «Se siamo in grado di stabilire un nuovo accordo, attualmente resta da vedere, ma è molto importante avere un accordo di questa natura».
Il Gp è stato istituito nel 2010 da Ban Ki-moon per occuparsi proprio di come mettere in pratica l'agenda dello sviluppo sostenibile ed affrontare le sfide del XXI secolo. Il Gsp pubblicherà il suo rapporto prima della Cop 17 di Durban.
Pasztor spiega che «il segretario generale tenterà di valorizzare questo rapporto per avere un impatto sui numerosi processi intergovernativi, come i preparativi per la conferenza Onu per lo sviluppo sostenibile (Rio 2012) e le riunioni annuali della conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change. Se il rapporto avrà successo, avremo una roadmap politicamente realizzabile».